E’ meglio candidare sindaco un rappresentante della società civile, oggi definito civico, o un esponente di partito? Ha maggiore presa sull’elettorato un politico di conclamata esperienza o un cittadino qualunque, ma conosciuto e apprezzato per il suo lavoro? Attorno a queste domande ruota il dibattito in corso da tempo, che in queste ore ha indotto Fratelli d’Italia a indicare Alessandro Portesani quale possibile candidato sindaco di Cremona. La decisione è stata presa ieri sera dal coordinamento provinciale che ha votato a maggioranza il rappresentante della lista civica ‘Novità a Cremona’. Contro questa scelta si è espresso solo il consigliere comunale Alessandro Zagni che aveva dato la sua disponibilità a candidarsi per il medesimo incarico, candidatura sostenuta dagli altri rappresentanti in consiglio del partito di Giorgia Meloni. Il senatore Renato Ancorotti, che ha seguito i lavori da remoto, non ha partecipato alla votazione perché si è dovuto allontanare per un altro impegno. Puntando su Portesani, il coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia ritiene pertanto che la scelta vincente sia un candidato sindaco finora estraneo alla politica, al contrario del Pd che invece si affida ad Andrea Virgilio, vice di Gianluca Galimberti e amministratore di provata esperienza che però ha il limite di rappresentare la continuità con la gestione del sindaco uscente, foriera di parecchio scontento in città come dimostra il distacco di 7 punti a favore del centrodestra, evidenziato da un recente sondaggio. Un vantaggio significativo che però non consente a Frattelli d’Italia, Forta Italia, Lega, Udc e alla lista civico Novità a Cremona di dormire sugli allori.
La scelta di un candidato civico sarebbe motivata anche dalla necessità di ricompattare Fratelli d’Italia che su questa partita si è diviso, non solo sul nome di Alessandro Zagni ma anche su quello di Chiara Capelletti, assessore provinciale nella giunta Salini. Il coordinamento provinciale presenta un candidato, in questo caso Portesani, ma ciò non significa che gli stessi Zagni e Capelletti o altri siano definitivamente esclusi. Sarà infatti il direttivo regionale a decidere. Già si sa che il centrodestra a Bergamo presenta un civico e il candidato sindaco a Pavia spetta alla Lega. La direzione regionale di Fratelli d’Italia potrebbe decidere che a Cremona il primo cittadino deve essere politico e a questo punto si riaprirebbero i giochi.
Prima di convergere su Portesani, Fratelli d’Italia aveva contattato Oreste Perri, sindaco dal 2009 al 2014, che ha declinato l’offerta preferendo concludere l’esperienza di commissario tecnico della canoa con le Olimpiadi in programma il prossimo agosto a Parigi. Analogo tentativo è stato fatto con l’imprenditore Massimo Rivoltini che ha ringraziato e declinato l’offerta. Tutte queste mosse rientrano nella logica di assicurare maggior potere decisionale al partito rispetto al sindaco. Ma l’esperienza insegna che talvolta avviene il contrario di quanto auspicato. Galimberti ne è la prova. Candidato da una lista civica vicina al centrosinistra, il sindaco uscente e non più ricandidabile è stato spesso subìto dal Pd e dal suo esponente più in vista e autorevole, Luciano Pizzetti. Proprio ciò che il centrodestra vorrebbe evitare in caso di vittoria.
Vittoriano Zanolli