Il libro. ‘Una questione di famiglia’ di Claire Lynch

24 Settembre 2025

Può una madre aspettare quarant’anni per riabbracciare una figlia? Siamo nel 1982 e Dawn ha appena 23 anni, ha già una figlia Meggie di quattro anni e un marito Heron, un marito amorevole, ma pragmatico e noioso. E’ il tipo delle ciabatte appaiate ai piedi del letto che pianifica tutto e il futuro sembra già tracciato. Finché Dawn incontra Hezel, una donna audace, che la conquista sino ad innamorarsene perdutamente. Dawn decide di parlarne con il marito sicura che lui, nella sua infinita bontà, avrebbe capito. Il marito, sentiti gli avvocati, che costruiranno forti della legge un castello di calunnie per allontanare Dawn, alleverà Meggie da solo raccontandole che la madre l’ha abbandonata, dopo averlo tradito. Nel 2022, Meggie è ormai un’adulta e ha due bambini e un marito dolce e attento, continuando con il padre un rapporto che in apparenza è sano e positivo. Ma il padre si ammala e, dal passato, riemergono documenti rivelatori di una mamma tutt’altro che depravata. Meggie decide di rintracciarla. 

La storia narrata in “Una questione di famiglia”, romanzo d’esordio di Claire Lynch, già celebrato in 11 paesi, approda in Italia a luglio 2025, per Fazi Editore. Non è un saggio, ma le note finali ne forniscono la lettura sociologica. Sottotraccia ci sono infatti decenni di battaglie civili, per le coppie femminili omosessuali, che negli anni 80 si vedevano negare l’affidamento dei figli. Nel 1988 Margaret Thatcher emanò l’orrenda Sezione 28 che imponeva alle autorità locali di giudicare l’omosessualità “inammissibile” come presunta relazione familiare, senza considerare le pesanti restrizioni per le professioni educative. Verrà abrogata nel 2003. Nel 2005 vengono introdotte le Unioni Civili e la legislazione a favore del matrimonio egualitario (2014), ma è solo dal 2009 che “la genitorialità può apparire nell’ipotetico futuro delle coppie LGBTQ”. 

Questi cambiamenti nella società britannica, associati allo svelamento di preziosi segreti familiari, renderanno possibile un’apertura e un ricongiungimento alla normalità, per le protagoniste di questa opera dalla prosa raffinata, diretta ed efficace. Si assapora la retrostante scrittura inglese, che con semplicità e garbo sa diventare poetica. I personaggi sono realistici, ben tratteggiati, rotondi, si evitano distinzioni manichee tra buoni e cattivi, sono semmai deboli e incapaci di lottare e farsi valere. Seguono le regole. La legalità. Il conformismo. Con tutto il dolore che porta. L’autrice, onnisciente, non semina giudizi, tratta i suoi personaggi con affetto e senso profondo della dignità, senza vittimismi o commiserazioni, consegnando al lettore una storia viva sulla genitorialità e sul significato di essere figli, sulla sessualità, sui rapporti fra generazioni e sulla crudeltà della legge, che calpesta sentimenti e valori. 

Sono pagine molto belle e interessanti, nelle quali emergono vite comuni, legami semplici, fatti di routine e di dubbi, di ferite passate e di piccole gioie quotidiane, non c’è nulla di rivoluzionario, se non la gentilezza della normalità e delle cose che accadono tutti i giorni: sembrano banali ma valgono tutto l’oro del mondo.   

 

Francesca Codazzi

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