È sempre più evidente la politica guerrafondaia del partito unico delle armi sostenuto dal fronte che va dal PD a Fratelli d’Italia passando per la Lega. Il ministro della guerra Lorenzo Guerini, con il benestare di Draghi, sebbene a fine mandato, passa i suoi giorni a strappare impegni per una sempre maggiore spesa militare, a discapito di altre spese più importanti per in nostri cittadini in difficoltà. Ci siamo opposti all’incremento delle spese militari al 2% del PIL. Quasi 14 miliardi che sarebbero stati spesi in mitra e razzi e che sarebbero stati sottratti a scuola e sanità. I miliardi vanno investiti per aiutare famiglie e imprese e per affrontare l’emergenza che stiamo vivendo: Guerini si è accorto del rincaro vertiginoso di bollette, della benzina e dei beni di prima necessità? Oppure se ne disinteressa e fa interessi altrui? Ecco di cosa il M5S vuole occuparsi: i nostri sforzi sono tutti diretti verso un negoziato di pace, verso accordi diplomatici, creando le condizioni per abbattere quel muro di inerzia nei confronti della Nato e di Biden. L’Italia, come prevede l’articolo 11 della Costituzione italiana, rifiuta la guerra “come strumento di offesa” o “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Guerini, che oggi sarà a Cremona in occasione della campagna elettorale, ad oggi è riuscito solo a pensare all’aumento delle spese militari. Cosa dirà su questo?