Signor Direttore,
la ringraziamo per aver pubblicato il comunicato stampa del nostro Movimento in merito all’incontro del 29 maggio scorso tra alcuni nostri delegati e il direttore generale Ezio Belleri e i dirigenti della Asst.
Come punto fermo in questi 10 mesi di lotta del Movimento contro la decisione di costruire un nuovo ospedale è consegnare ad ogni incontro con la dirigenza Asst delle firme raccolte tra la gente e anche il 29 maggio abbiamo consegnato molte firme che con le precedenti portano la somma a circa 6.000 di cremonesi a favore della nostra petizione.
Come ci eravamo ripromessi nel primo comunicato riguardante quell’incontro, il Movimento chiede ancora ospitalità al suo giornale per approfondire ulteriormente quanto abbiamo discusso con i dirigenti dell’Asst e tramite la sua testata informare sempre più nel dettaglio le criticità del nuovo ospedale e i vantaggi che ci sono per la comunità se si dovesse decidere di riqualificare l’attuale ospedale
Dei primi due nodi da sciogliere abbiamo già detto (tempi di realizzazione molto diversi tra il nuovo e la ristrutturazione dell’attuale, e il costo enormemente maggiore del nuovo rispetto a riqualificare l’attuale).
Una terza discordanza che si può oggettivamente rilevare nell’agire in questi anni da parte dei responsabili politici e gestionali dell’Asst è dovuta alla non corretta pianificazione delle spese sanitarie e strutturali riguardanti l’ospedale di Cremona.
Dopo importanti lavori eseguiti negli anni ’90 e nei primi anni del nuovo millenio (tra i quali l’ampliamento del bunker della Radioterapia, della Fisica sanitaria, la “colonna” delle nuove sale operatorie aggiunta a nord-ovest, il nuovo centro trasfusionale, le scale antincendio a metà della lunghezza delle quattro braccia della H del corpo dell’ospedale e l’installazione delle porte taglia-fuoco, importante è stata anche la costruzione della palazzina del CUP e del centro TAO..e altri interventi minori), i lavori di ammodernamento sono rallentati fino a fermarsi, e non sono stati attuati finanche delle manutenzioni ordinarie portando così molti reparti a un evidente trascuratezza.
Il dottor Belleri ci ha assicurato che l’impianto antincendio ad ora non è a norma e che si interverrà con una prospettiva limitata in quanto la previsone della demolizione dell’ospedale non può permetterci di attuare un impianto anti incendio molto costoso dovendo poi tra qualche anno demolire l’intera struttura ospedaliera.
A questo proposito, Direttore, vorremmo commentare lo stanziamento di 30 milioni per la demolizione dell’Ospedale a fronte di quanto sopradetto.
C’è una evidente schizofrenia fra quanto la legge impone per adeguare gli attuali impianti non a norma (antincendio, antisimicità degli edifici del complesso ospedaliero: il corpo principale dell’ospedale, ma anche degli otto edifici che lo circondano, tra cui gli Infettivi, l’Hospice, la Psichiatria e la stessa palazzina della Direzione Generale) e quanto “sarà possibile attuare” …sempre pensando che poi si demolirà tutto.. spendendo 30 milioni di euro…
A queste spese di gestione minimale del nosocomio, o forse grazie agli stanziamenti ( 24 milioni ?) già disponibili in questi anni e non spesi per interventi importanti… sempre forse con l’obiettivo, ora non più recondito, di costruire un nuovo ospedale, si dovrà dar inizio ad interventi non procrastinabili.
Per alcune situazioni come per il Pronto Soccorso, vista l’assoluta inedeguatezza mostrata negli anni, e soprattutto nel periodo della pandemia da covid, si è dovuto procedere a una riqualificazione, iniziata da qualche settimana.
A fronte di tutto questo il Direttore generale ci ha confermato che una ristrutturazione complessiva sarebbe molto più costosa che costruire ex novo, e che le difficoltà di gestire i lavori e aver cura contemporaneamente dei pazienti comporterebbe un lavoro improponibile. Gli abbiamo fatto notare che le due competenze, sanitaria e ingenieristica, non sono da accollare a una sola équipe…la sua, e che la ristrutturazione di un edificio a 10 piani con parti separate e ben distinte come sono le “quattro braccia” della H del corpo principale dell’ospedale permettono interventi su un settore completamente vuoto, e isolato dagli altri, sia di pazienti sia di lavoratori sanitari.
E’ però fondamentale che ci sia un progetto organico complessivo e che siano chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Come sarebbe stato auspicabile se i lavori ora in Pronto Soccorso fossero stati fatti seguendo un progetto complessivo di riqualificazione! Progetto che si sarebbe dovuto fare, e che avrebbe evitato, nel caso di scelta, obbigata o no, di ristrutturare e non di costruire ex novo, di demolire fra qualche anno ciò che ora si migliora per un settore isolato e non collegato razionalmente con gli altri settori come sono i locali del Pronto Soccorso.
A nulla è servito, e non dimostra nulla che il dottor Belleri ci dica che attualmente molti settori (Terapia intensiva al 7° piano, Farmacia sotto il locale della mensa, ecc.) siano disarticolati, non coerentemente e facilmente collegati, e portino ad una inefficienza sia per gli operatori sanitari e conseguentemente a una ridotta efficacia per le cure ai pazienti ricoverati!
Ci potremmo chiedere perché negli anni siano state prese decisioni così improprie. Anche decenni fa si sarebbero dovute fare delle scelte più intelligenti, proiettate al futuro. Ma come non fu possibile allora prevedere ogni modifica e pianificare il futuro, anche per il nuovo progetto millantato come “futuribile” sarà necessario intervenire fra qualche anno con delle modifiche anche strutturali… oppure decidere ancora una volta di demolire e ricostruire un nuovo ospedale. Perché no, se ci sono tanti soldi a disposizione?
Ora come allora non c’è e non c’era un progetto finalizzato a una soluzione “d’avanguardia” anche solo dal punto di vista medico. Non per questo per risolvere il problema si deve ritenere intelligente fare “tabula rasa” e, con i nostri soldi di comuni cittadini, costruire un nuovo ospedale, demolendo ciò che con intelligenza e tenacia si può “riparare”.
Per questo motivo, al di la del “forse già attuato studio di fattibilità di un progetto di ristrutturazione dell’attuale ospedale” abbiamo chiesto che venga messo a gara un progetto di riqualificazione.
Il dottor Belleri si è detto sorpreso e ci ha avvisato che la procedura, ammesso che si possa/voglia fare, è costosa. Ma a fronte di un risparmio certo di 30 milioni per la demolizione, e a fronte di un costo maggiore (molte centinaia di milioni in più) del nuovo rispetto alla riqualificazione, non è prudente seguire questa strada e confrontare i risultati ottenuti dai due progetti in concorrenza tra loro?
Movimento per la riqualificazione dell’ospedale di Cremona
Leggi e firma la petizione
4 risposte
Tutto giusto e però avete dimenticato che la colonna delle sale operatorie è stata costruita storta nel silenzio e nella indifferenza generale. Tanto erano soldi dei cittadini.
Cosa intende per costruita storta?
Sempre di più disgustata dalle motivazioni della costruzione del nuovo ospedale e non la riqualificazione. Finiremo come in meridione dove i nuovi ospedali non sono finiti per mancanza di soldi. Costa troppo fare un preventivo per la riqualificazione ? Saremo poi sicuri del costo preventivato per la costruzione?
Se posso, pur non essendo nessuno e un esperto, vorrei suggerire una nuova e diversa strategia al Movimento: la Regione può costruire un ospedale nuovo invece che ristrutturare il vecchio perché ha lo spazio per farlo, e questo spazio è un piccolo polmone verde, un parco che affianca e parzialmente cinge l’attuale ospedale; non sarebbe possibile fermare l’operazione con un ricorso al Tar o qualcosa di simile facendo dichiarare il parco come zona non edificabile e fondamentale per il benessere della popolazione che abita in zona? In fondo siamo la città più inquinata d’Europa, ogni albero conta.
Saluti