“A Simone Fernando Sacconi, benemerito dell’arte liutaria, sapiente divulgatore dei segreti di Antonio Stradivari”. Con questa formula, l’11 novembre 1972, il Consiglio comunale di Cremona conferì al liutaio italo-americano la cittadinanza onoraria. Con le stesse parole riconoscenti il Museo del Violino ha voluto, stamattina, intitolargli una sala e dedicargli una targa celebrativa. La cerimonia ufficiale ha visti gli interventi dell’assessore alla cultura Luca Burgazzi, della direttrice generale e conservatore del Museo, Virginia Villa e Fausto Cacciatori, e la presenza di alcuni maestri.
“La memoria – ha osservato Virginia Villa – ha a che fare con i musei e con le città che vogliono ricordare quanti, con la propria presenza, abbiano offerto contributi importanti. Cremona non poteva dimenticare Simone Fernando Sacconi. La memoria è un momento condiviso. Così è anche in questa occasione e voglio ringraziare il Comune, il conservatore Fausto Cacciatori e i maestri contemporanei, a iniziare da Wanna Zambelli e Marco Vinicio Bissolotti, promotori del comitato deputato alla celebrazione di Sacconi nel cinquantesimo anniversario della scomparsa”.
In piena sintonia l’assessore Luca Burgazzi ha sottolineato il valore di “fare memoria non solo come presidio del passato ma come presenza viva e traiettoria di futuro. Momenti come questo sono occasioni per radicare ulteriormente al territorio una realtà come il Museo del Violino, attiva a livello locale e parte del Sistema Museale, ma strategicamente molto proiettata in una dimensione internazionale. La targa e l’intitolazione della sala raccontano la città, la sua storia e le sue vocazioni e aumentano il radicamento del Museo”.
Anche la conclusione di Fausto Cacciatori ha voluto guardare al futuro: “Tra una settimana la mostra dedicata a Sacconi chiuderà. Ora ne resta traccia viva. Anche in funzione dell’intitolazione della sala, i pannelli informativi non saranno smontati e continueranno a raccontare la figura di Simone Fernando Sacconi e il suo contributo alla liuteria italiana del Novecento e alla rinascita della scuola cremonese. Il rapporto con la città si svolge con continuità a partire dalla catalogazione dei reperti stradivariani. Per certi versi dà continuità a un percorso più ampio, iniziato con Giuseppe Fiorini. Sacconi ne raccoglie l’eredità, indaga i segreti di Stradivari e li affida ai liutai. Questo ci conduce a oggi, con il riconoscimento Unesco, e guarda al futuro attraverso le azioni del piano di salvaguardia del saper fare liutario tradizionale”.