L’ultima spiaggia prima della canna del gas sono i santi. Giovedì scorso Comune di Cremona, Provincia, Camera di commercio, Reindustria Innovazione, CremonaFiere, si sono rivolti a Sant’ Anchè. Daniela Santanchè, ministro del turismo. Formula standard. Niente extra. Delegazione educata e ossequiosa, cappello in mano e bacio della pantofola. Richiesta d’aiuto. Interlocutrice attenta. Qualche promessa. Orgasmo dei questuanti. Foto d’ordinanza con le belle statuine venute dalla campagna, vestite della festa, attorno alla ministra. Comunicato stampa al rosolio, festival dello scontato e delle banalità.
«Elemento centrale è stata la presentazione al ministro di un progetto di attrazione turistica collegato con le iniziative fieristiche Cremona Musica e Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona che caratterizzano l’intero territorio che si estende anche oltre i confini della provincia cremonese». (Vittorianozanolli.it, 23 giugno).
Botta di depressione per i lettori. Nessuno che abbia chiesto: in soldoni che cosa avete ottenuto?
Non era necessario porre l’interrogativo. Il documento era già esaustivo. La trasferta ha fruttato un canestro di parole, che non sono del signor Hood, caro a Francesco De Gregori.
Concentrato di frasi per riempire uno spazio, il comunicato è propaganda a buon mercato. Ottimo per informare di una sagra di paese. Oppure per lanciare una Way of shit delle vacche con l’impronta del sedere delle vincitrici. Iniziativa da affiancare alla già programmata Way of milk con il calco dello zoccolo delle miss. Accoppiata da migliaia di turisti.
Fumo. Nebbia in val Padana, si diceva un tempo.
«L’incontro – si legge nella nota stampa – è stato molto positivo e costruttivo, il Ministro, in particolare ha messo in evidenza la forte necessità di incrementare sia l’offerta ricettiva di strutture alberghiere sia la qualità dei servizi a fronte dell’accresciuta attrattività». Minchia, straordinario. Lampo di luce nel buio cosmico. Oasi nel deserto.
Il pellegrinaggio non ha compiuto il miracolo. Il rosso di un milione di euro nel bilancio del 2022 di CremonaFiere resta intatto e i soci dovranno ripianarlo. E per l’anno in corso, non basta la visita alla Santanchè per dormire tranquilli. Non bastano le manovre maldestre per coinvolgere il Cremasco nella compagine azionaria. Non basta usare il Masterplan 3 c come cavallo di Troia per avere un socio in più con il quale dividere i rischi (Il nuovo Torrazzo,24 giugno). Non basta dichiarare che «serve avere un approccio glocal dove si uniscono l’esperienza fieristica e l’esperienza sul territorio» (Cremonasera, 19 giugno). Non basta, però glocal è molto fico. Non basta che il sindaco Gianluca Galimberti, il quale del territorio se ne è sempre bellamente strabattuto, salga in cattedra e spieghi: «CremonaFiere può ricoprire un ruolo di collegamento al territorio aprendosi anche verso il Cremasco» per risolvere il problema di un ente che ha radici profonde (vittorianozanolli, 23 giugno).
La legge di Murphy ha complicato il pellegrinaggio. Lo ha reso comico. O azzardato. Dipende dai parametri di giudizio. Secondo Murphy «Se qualcosa può andare storto, lo farà», e così è avvenuto. Spiace per i pellegrini, ma loro non hanno brigato molto per evitare che capitasse.
Tre giorni prima, lunedì, su Rai 3 Report aveva mandato in onda un servizio con protagonista Santanchè, donna d’affari. Un’inchiesta che evidenziava alcuni comportamenti della manager incongruenti con la condizione di santità. Un esempio di giornalismo con carta vetrata e nessun ammorbidente. Un servizio contestato dalla Santanchè con relativa minaccia di querele.
Una fregatura per postulanti cremonesi.
Il rinvio dell’incontro li avrebbe esposti ad una possibile critica per appiattimento sull’inchiesta di Report che non è un giudice e non è super partes. La conferma, li esponeva alla possibile critica per scarsa prudenza.
Una situazione difficile da gestire, con un unico punto fermo per limitare le conseguenze di Murphy: mantenere riservato il rinvio dell’incontro, oppure la conferma.
Il punto fermo è saltato. Sono state diffuse foto e comunicato stampa. E’ stata suonata la grancassa. Sono intervenute anche le trombe di Gerico ed è crollato il muro della riservatezza.
Un suicidio mediatico. La smania di protagonismo non è buona consigliera. La necessità di dimostrare le proprie capacità operativa toglie lucidità. La sottovalutazione delle circostanze è incapacità di prendere decisioni ponderate. La necessità di incamerare consenso crea disastri.
La delegazione è andata fuori tempo. Ha stonato. Ha perso un’occasione per tacere. Per dimostrare che la sostanza conta più della visibilità. Apparire ed essere.
Non esenti da colpe i collaboratori. I consiglieri. Gli spin doctor. Tutti vegani. Non bevono latte di volpe a colazione. Non mangiano bistecche d’aquila a pranzo. Ma una dieta troppo rigida non sempre produce effetti positivi.
Queste considerazioni pongono il problema delle nomine nei posti di comando e di responsabilità. Nei ruoli dove i provvedimenti pesano e determinano il futuro del territorio. Pongono il problema della scelta di persone capaci a limitare le conseguenze della legge di Murpy. Abili a rendere la fortuna meno cieca e la sfiga un po’ più distratta. Pongono il problema di un nuovo modo di gestire la cosa pubblica e il bene comune. Affermazione generica, ma che nella pratica significa evitare tutto ciò che per i lettori di questa testata è diventato un mantra.
Significa totem, svendita di Lgh, nomina del consiglio di amministrazione di A2A, gestione della pratica biometano in via San Rocco, intervento nell’area ex Snum, sottovalutazione della pessima qualità dell’aria cittadina.
Significa l’imposizione di un presidente della provincia con metodo dittatoriale e ripetizione dell’elezione per imporlo. Significa mancanza di coesione tra Cremona, Cremasco e Casalasco.
Significa una sanità ospedalecentrica con la costruzione di un nuovo nosocomio.
Significa la rinuncia della politica al proprio ruolo di governo per delegarlo alle associazioni e ai potentati economici del territorio.
Significa CremonaFiere con il bilancio in rosso. Significa recarsi dai santi con il cappello in mano. Significa molti slurp e poca concretezza. Significa tante parole e poche palle. Significa favorire la legge di Murphy.
E’ lungo il cammino per la redenzione.
Antonio Grassi
2 risposte
Senza pudore
Dietro a tutti i “significa” elencati da Grassi, ai quali aggiungerei la costruzione dell’autostrada e la proposta della costruzione del terzo ponte sul Po ( per restare in tema di cementificazione e incremento del traffico su ruota/inquinamento ), c’è la persona di fronte alla quale alcuni cremonesi si stanno recando pure loro con il cappello in mano, pronti a baciare l’anello. La persona a cui si chiede il sacrificio di immolarsi per il bene di Cremona impegnandosi nella sua rinascita. L’onorevole Pizzetti è sicuramente un politico esperto avendo vissuto in politica fino all’altro ieri. Ma è altrettanto sicuramente favorevole e fautore di molti dei “significa” cui Grassi fa riferimento. Non lo dimentichino i cremonesi.