“Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.” (Italo Calvino)
La spedizione italiana a Parigi 2021 si è conclusa ieri. L’ultimo samurai azzurro Berrettini ha perso ai quarti di finale, lottando contro un Djokovic deluxe e particolarmente nervoso nel finale, segno della buona prova dell’azzurro. Ma il bilancio italiano è davvero positivo. Non ci sono solo singoli exploit meteoritici, settimane di grazia per poi tornare nella giungla dei primi turni, ma solidi risultati collettivi. Il movimento italiano ha finalmente trovato un suo equibrio vincente, una costanza di risultati. Sinner, Musetti e Berrettini: 3 italiani agli ottavi a Parigi. Non succedeva dal 1962.
Il video di un Djokovic isterico dopo un bel punto di Berrettini.
Segnali dal futuro
Erano ben 11 gli italiani al via al primo turno dello Slam parigino, di cui 10 in pianta stabile nei primi 100 al mondo. Sono 15 invece, le partite complessive vinte dagli azzurri, il nuovo record italiano in un torneo dello Slam. Si è rivisto Andreas Seppi, che ha sbattuto fuori la talentuosa testa di serie n°20 Auger-Alliassime. Fognini si è fatto scappare una ghiotta opportunità di ottavi, perdendo dall’abbordabile Del Bonis. Cecchinato ha perso un derby maratona con Musetti. L’unico colpo basso è stata l’uscita al primo turno di Sonego, reduce da un sogno romano che lo aveva portato in semifinale al Masters 1000 di casa. Ma alla fine a tenere alta la bandiera italiana sono stati proprio gli enfant prodige del tennis azzurro: Musetti, Sinner, Berrettini.
Partite che contano, giovani in costruzione
Solo i due giocatori più forti del pianeta hanno fermato le ambizioni di gloria degli azzurrini: Djokovic e Nadal. Il serbo ha sudato freddo, sotto di 2 set contro Musetti, con Lorenzo che gli è stato superiore prima di ritirarsi al quinto per una preparazione fisica ancora non da Slam. Ai successivi quarti di finale, Djokovic ha tremato ancora per altri due set, con un Berrettini agguerrito che gli ha strappato un terzo set famelico, di pura volontà, prima di cedere al fotofinish del quarto. Altra storia per Sinner, semplicemente annicchilito da un Nadal straripante.
L’impressione però è positiva: questi ragazzi lottano ogni punto, non “sciolgono” la partita, cercano di stare in campo il più possibile a questi livelli (grande scuola d’esperienza), scendendo in campo per vincere e non solo per fare bella figura. Sono segnali di tennisti in costruzione. La differenza sembra stare sempre più nell’esperienza di questo tipo di match, nell’interpretazione dei punti importanti, e sempre meno nella qualità tecnica degli azzurrini, migliorabile ma già molto elevata. Un gap tecnico con i Fab Four che invece era evidente nella generazione precedente, nei giovani Fognini, Volandri, Seppi e co., quasi mai in grado di fare partita pari con Federer, Nadal e Djokovic, specie negli Slam.
Il calendario ATP prosegue in direzione prati di Wimbledon. Terreno mai troppo familiare a noi italiani terraioli, ma che, per quanto visto finora e per le caratteristiche offensive dei nostri, forse potrà regalarci delle sorprese.
Marco Massera