A ottobre saranno disponibili i nuovi vaccini per il covid. Moderna ha annunciato che Ema ha espresso parere positivo per la commercializzazione di Spikevax, il vaccino aggiornato che “contiene una forte risposta immunitaria contro le varianti circolanti, tra cui BA.2.86 (al momento della pubblicazione di questo articolo non ancora isolato in Italia, ndr), EG.5 e FL.1.5.1”. Uno sforzo notevole in termini di tecnologia del farmaco che con questo prodotto promette di creare una barriera al noto virus coronale anche se, come più volte ribadito dalle pagine di questo blog, covid – come peraltro tutti i virus che conosciamo – è in grado di sviluppare nel corso della sua vita un numero enorme di varianti e sottovarianti con lo scopo di mantenere alto il suo interesse verso l’ospite. Ma è anche vero che la fisiologica necessità di riprodurre una nuova immagine di se stesso va di pari passo col progressivo decadimento della sua virulenza, allo stesso modo come avviene per gli uragani che perdono potenza man mano che si avvicinano alla superficie terrena.
Ma il nostro virus non demorde. La dannata necessità di convivere con l’ospite lo porta ad una forte capacità di adattamento. Esattamente come fa la nostra tecnologia che, come in una partita a scacchi, attende la mossa dell’avversario per sapere come muovere il cavallo. Riuscire a sintetizzare un vaccino a prova di varianti e sottovarianti, come sostenuto dal californiano Eric Topol (vittorianozanolli.it, 7 settembre 2023), corrisponderebbe a una battaglia vinta a favore dell’umanità. Le nuove varianti sembrano essere più contagiose, come sottolinea Angelo Pan, direttore della nostra Unità Operativa di Malattie infettive (Mondo Padano, 15 settembre 2023): varianti, dunque, con una forte virulenza ma caratterizzate da una morbilità e una mortalità di gran lunga inferiori se confrontate col capostipite covid del febbraio 2020, come affermato da Iss (AdnKronos, 15 settembre 2023) e recentemente da Andrea Ammon, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che dichiara come “non vi sia assolutamente alcuna indicazione che l’infezione con le nuove varianti di Sars-CoV-2 possa causare malattie più gravi, o rendere i vaccini meno efficaci contro la malattia grave rispetto alle varianti precedentemente circolate” (Sanità24, 21 settembre 2023).
Che vi sia una recrudescenza della malattia virale è fuori di dubbio: il bollettino del giorno 15 settembre riporta un incremento di nuovi casi pari al 44.4% (con una flessione considerevole – 17.3% – nel corso della settimana in corso) e un Rt (indice di contagio) che passa da 1.20 a 1.08. Pan avverte di non abbassare la guardia: questo covid, quello di ultima generazione, non è un’influenza da prendere sotto gamba. I pazienti ricoverati da noi sono una decina – come riferisce Pan – ma nessuno in Terapia intensiva. Quadro sostanzialmente rassicurante. Resta l’imperativo di tutelare i soggetti più fragili e, al momento, il vaccino sembra essere per voce del governo lo strumento migliore. In varie regioni, come riportato da La Stampa di oggi 22 settembre, si sta già adottando una stretta che prevede lo svolgimento di mansioni lontane dai pazienti per quegli operatori sanitari positivi al tampone, anche se asintomatici. Ma questo prevederebbe il recupero del vecchio modello organizzativo con l’obbligo di sottostare al tampone, con costi e tempistiche impegnative che riportano l’orologio indietro di tre anni. Personalmente non credo che durante i mesi estivi il virus con le sue varianti non circolasse negli ospedali anche fra gli operatori sanitari asintomatici, e non credo non circolasse negli alberghi, nei ristoranti, nei resort esclusivi, sui treni, sugli autobus. Che sia una manovra per mettere paura e costringere a vaccinarsi è un’ipotesi molto vicina alla realtà, quando però in passato abbiamo già osservato l’inadeguatezza dei vaccini covid per la grande capacità del virus a creare varianti a ogni piè sospinto.
Un’altra questione resta ancora aperta: i vaccini saranno somministrati gratuitamente o saranno a pagamento? Ancora non è chiaro. I dispacci giornalistici ad oggi navigano nell’incertezza. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato di essere alla ricerca di nuovi investimenti per la sanità (Sanità24, 14 settembre 2023).
Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, in una intervista aveva dichiarato: “abbiamo visto che la scelta della gratuità ci ha fatto buttare via milioni di dosi perché molti italiani non hanno capito l’importanza di questi vaccini. Quindi è ora che aprano gli occhi sul fatto che lo Stato spende tanto sui vaccini, un investimento importante. Giusto quindi che il Servizio sanitario nazionale offra gratuitamente il vaccino alle categorie a rischio, ma gli altri lo paghino» (Sanità24, 21 agosto 2023).
La partita è ancora aperta.
Fernando Cirillo