Pizzighini (M5S Lombardia): «I pronto soccorso della Lombardia sono in costante affanno perché, nonostante la severa lezione impartita al nostro territorio dalla pandemia, nulla è stato fatto in Lombardia per potenziare la medicina territoriale. La riforma Fontana-Moratti, alla prova dei fatti, si è rivelata ciò che temevamo: una non riforma che non ha portato nessun risultato concreto. Le Case della comunità, in origine una buona idea, sono in Lombardia scatole vuote. Manca personale, manca organizzazione, manca un governo regionale capace di pensare alla nostra salute e non all’interesse del privato di turno. Mancano i medici di base e i cittadini, abbandonati, sono costretti a trovare assistenza all’interno di pronto soccorso ormai allo stremo delle forze. Anche il servizio di emergenza urgenza territoriale 118 è in affanno. In Lombardia, dove il numero delle centrali operative e dei medici sulle ambulanze è stato ridotto, serve un’inversione di marcia. In quest’ottica bisogna riprendere quanto prima a parlare della riforma del 118, una battaglia comune attesa da decenni. Una battaglia che fondi su due pilastri. Il primo: garantire ai cittadini di avere sempre accesso a un sistema di cure di qualità, la seconda tutelare la professionalità dei lavoratori. Distribuire milioni di euro nel tentativo di recuperare i ritardi accumulati nelle liste d’attesa non basta. Lo abbiamo visto in campagna elettorale. Fontana e Bertolaso fecero la stessa operazione. Oggi siamo al punto di prima, se non peggio. Serve il coraggio di affrontare con serietà temi e complessi» conclude la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle.