Calendario come oggetto da conservare è un ossimoro. Nella società dei consumi, i valori materiali e immateriali hanno perso gran parte del loro significato originario. La moderna prassi quotidiana, dettata da un’economia che insegue l’imperativo della crescita continua, contraddice la legge della conservazione della massa: ‘Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’. Alla luce dei comportamenti individuali e collettivi, oggi Antoine Laurent de Lavoisier dovrebbe rivedere il suo postulato fondamentale che è alla base della meccanica classica, ma che non è più applicabile a una società ‘usa e getta’. Per questo e altri motivi era di per sé temerario già
all’epoca del suo concepimento il progetto di un calendario da conservare, avviato venticinque anni fa dai fratelli Palmiro, Mauro e Massimo Fanti e dai fotografi Mino Boiocchi e Giorgio Carboni. Era e resta una sfida innanzi tutto per il significato effimero che l’immaginario collettivo attribuisce a un prodotto che non vive oltre lo spazio temporale di dodici mesi. Era e resta una sfida perché lanciata su un mercato geograficamente e numericamente limitato che è quello di Cremona. Ma lo è soprattutto perché il progetto doveva superare le resistenze che in questa città ostacolano le novità in ogni fase e che il successo eventualmente raggiunto, foriero di invidia, successivamente rinfocola.
Il coraggio e la determinazione degli autori erano necessari ma non sufficienti a realizzare il progetto. Occorrevano idee sempre nuove che lo originassero e lo rinnovassero, e uno scopo, una ‘mission’ come usa dire oggi. Il filo rosso che percorre e unisce in un corpus omogeneo le edizioni pubblicate in questo quarto di secolo sono l’amore per la città e l’intento divulgativo. Anche il pubblico dei non addetti ai lavori ha conosciuto i segreti della Cattedrale, ha appreso le vicissitudini e il valore storico e artistico della Porta Stanga, ha ammirato scorci inediti del Po e dell’ambiente padano. Ha conosciuto personaggi celebrati dalla toponomastica urbana che hanno lasciato segni imperituri nella storia locale e nazionale, ma che per molti di noi sono nomi insignificanti.
Sabato 29 gennaio 2022 al Teatro Ponchielli di Cremona, in occasione della presentazione del calendario artistico 2022, per celebrare il venticinquesimo anniversario dall’inizio delle pubblicazioni, sarà distribuito un opuscolo a tutti gli ospiti, che pubblichiamo in anteprima in questa pagina.
2 risposte
Grazie Vittoriano per le belle parole che ci danno soddisfazione morale per il grande lavoro di qualità fatto nel celebrare Cremona attraverso libri e calendari in questi 25 anni dal 1998 al 2022 che pongono un sigillo alla bellezza della nostra città da noi documentata. Grazie Mino Boiocchi Palmiro Mauro Massimo Fanti nel ricordo di Giorgio Carboni
Grazie a te ai fratelli Fanti anche a nome di tutti i cremonesi