«Questa mattina è uscito l’ultimo report Inail con gli aggiornamenti degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali. La fascia di età maggiormente interessata a incidenti e malattie è quella tra i 25 e i 39 anni con un aumento di segnalazioni da parte dei lavoratori extracomunitari. Uno dei dati più in risalto è sicuramente quello che vede la Lombardia, ancora una volta, con i maggiori aumenti in assoluto». A spiegarlo è Ferdinando Alberti, consigliere regionale del M5S. «L’insieme di tutti questi dati negativi non aiuta certo a creare luoghi e ambienti di lavoro sicuri. Nonostante le tecnologie e le conoscenze maturate negli ultimi decenni, si continuano a non vedere decrescite né per gli infortuni né per le malattie professionali. Il problema è esteso a livello nazionale, certo, ma i numeri negativi della Lombardia vedono coinvolte in prima persona le istituzioni del territorio regionale. Dai dati si dovrebbe fare una valutazione per singoli settori specifici da cui trarre gli elementi utili per impedire il manifestarsi dei medesimi incidenti o malattie. Si dovrebbero cioè individuare le motivazioni per le quali si verificano infortuni e malattie professionali al fine di poterle prevenirle. Purtroppo, tutto questo non avviene perché la Regione e tutti gli enti competenti non dialogano tra loro e non sono in grado di mettere a frutto l’enorme mole di dati. Saper leggere e rielaborare questi dati consentirebbe una reale prevenzione e porterebbe una maggiore e più efficace sicurezza sul lavoro. E non si può solamente limitarsi a controlli e sanzioni che ovviamente non bastano a limitare il problema».
«Nell’attesa che tutto questo accada – conclude laconico il consigliere pentastellato – limitiamoci, come sempre, a stupirci e ad inorridire di fronte a questi numeri drammatici».