Da medico plurivaccinato non posso sottovalutare le parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a proposito delle misure adottate per l’infezione Covid 19, vaccini in particolare : ” Prese misure senza basi, scienza non è religione” (Adnkronos). Analogamente non sottovalutai le parole, di significato diametralmente opposto, del precedente premier Mario Draghi: “Chi non si vaccina si ammala, muore contagia e fa morire”. “Visti i tempi, verrebbe da pensare “scherzetto o dolcetto”? Si, ma da parte di chi ? Siamo solo agli inizi. Vengono riammessi nei posti di lavoro i sanitari novax dal primo, vennero esclusi dal secondo. La scienza a fondamento della scelta vaccinale viene messa in discussione dal primo, venne imposta come dogma dal secondo. Chi ha ragione? E quali criteri adottare per stabilire chi ha ragione?
Quello della maggioranza dei sanitari schierati apertamente dall’una o dall’altra parte? Ma questo varrebbe se ci fosse stata libertà di coscienza sempre, cosa che proprio non si può dire nella prima fase, quando i sanitari furono obbligati a vaccinarsi pena la sospensione dal lavoro o il licenziamento. Tra i criteri più cavalcati ,quello della tutela della salute pubblica che dovrebbe prevalere sulla libertà individuale. Per coerenza, dovremmo però vederlo esteso ad un’infinità di altri ambiti e alla fine rischieremmo di impantanarci, tanto strenua diventerebbe la lotta tra i due schieramenti opposti. Ed effettivamente ho l’impressione che, da qualsiasi angolatura voglia affrontare il problema, mi troverei ad inoltrarmi in un ginepraio sempre più intricato. Eppure la verità non dovrebbe essere un arcano così difficile da chiarire. Già, ma cos’è mai la verità? Ha ancora senso in ambiti come questo ove la realtà è estremamente mutevole, quindi difficilmente controllabile, prova ne sono i frequenti cambi di atteggiamento anche da parte di uomini di scienza tra i più gettonati? Se mai questo suggerirebbe prudenza, toni miti e non da caccia alle streghe. Ma la situazione è drammatica, o magari lo è stata soprattutto nel primo anno. Se tutta quella gente fosse stata vaccinata, si racconta, certamente non sarebbe morta.
Io fui tra quei medici che a domicilio andava per la maggiore, centinaia di pazienti visti da novembre 2019 a fine
febbraio 2020, quando fu scoperto a Codogno il primo paziente covid. Ovviamente si andava per malati o per morti senza alcuna protezione, vaccino compreso allora inesistente, perché nulla si sapeva. Per un’insondabile congiunzione astrale, non feci un giorno di malattia. Negativo al tampone molecolare, mi fu riscontrato a distanza un lieve movimento anticorpale: troppo basso mi dissero per essere attribuito ad un’infezione significativa pregressa; testimone comunque di un contatto avvenuto. A tanti altri andò peggio, molto peggio. Mistero. Venni quindi a vaccinarmi e, già con la terza dose in corpo, mi beccai l’infezione. Non fu una passeggiata in carrozza, eppure era una variante molto più mite rispetto a Wuhan1, la più temibile, quella della prima ondata, che mi aveva semplicemente sfiorato. Febbre alta per tre dì e poi una grande stanchezza per diversi giorni, ed un senso di stordimento. Il tampone che tardava a diventare negativo. Mah, non riuscii neppure a capire come me l’ero beccata e forse neppure sul lavoro, visto come andavo bardato rispetto alla fase iniziale. A tanti altri non vaccinati è andata ancora meglio, non hanno fatto neppure quella. Mistero ancora più fitto. Certo, si sa che gli anticorpi protettivi nel giro di pochi mesi tendono vistosamente a calare, ma ricordo pure che agli inizi le Agenzie regolatorie parlavano di una dose vaccinale unica, per tutta la vita.
Molto è cambiato nella conoscenza, nella consapevolezza. Soprattutto da parte mia ho maturato la consapevolezza di rimanere piccolo, molto piccolo, senza grandi pretese di dettar legge sul tema e soprattutto di non ergermi censore di chi aveva fatto una scelta diversa dalla mia, i cd “untori”, termine di sinistra medievale memoria che proprio per questo squalifica di più chi lo usa contro gli altri, piuttosto di chi lo subisce. Anche perchè, se qualche verità possiamo dirla, il
nobile appellativo è tutt’altro che appropriato e corrispondente ad una valutazione seria del problema. Il mio caso è evidente, da vaccinato mi son contagiato, e questo è successo a tanti altri. Rispetto alla trasmissione dell’infezione, infatti, non vaccinato non è sinonimo di infetto. L’infezione te la devi beccare, e non te la becchi perché decidi di non vaccinarti, ma perché ti esponi più o meno consapevolmente a situazioni a rischio, che tu sia vaccinato o meno. La convinzione di dipingere i novax da untori ha portato in realtà all’errore di rendere i vaccinati a loro volta più suscettibili al contagio e
quindi alla possibilità di trasmetterlo in quanto convinti di essere superprotetti dal vaccino, almeno rispetto alla malattia grave, ma ben poco si può dire in realtà rispetto alla capacità di trasmettere la malattia, che si sia vaccinati o meno. Uno dei criteri fondamentali diventa allora quello di essere sintomatici. E’ evidente che una sintomatologia delle vie aeree in atto, imporrebbe quantomeno un tampone. Ma anche qua potremmo incorrere in grandi tranelli. Se si risulta positivi subito, si rimane in isolamento per il tempo dovuto, e l’unico problema è quello di curarsi. Ma se il tampone è negativo, ci si può illudere di essere covid free e questo può essere grave. Diverse persone sono risultate positive al terzo mtampone ma negative ai primi due,e l’illusione di non essere covid in precedenza, a fronte di una sintomatologia modesta, poteva loro sì renderli veramente facili veicoli di diffusione del virus, indipendentemente dal loro stato vaccinale.
Se poi consideriamo quante persone non si tamponano nemmeno rispetto a sintomatologie importanti, o affollano il Pronto Soccorso per i più svariati motivi, o frequentano senza più alcuna protezione individuale perchè ne è caduto l’obbligo in particolare ambienti affollati, ci rendiamo conto di quanto sia puro delirio da parte di qualcuno attribuire ai sanitari novax la responsabilità di diffondere l’infezione, al punto da minacciare di querela per danni le strutture sanitarie che reintegrano tali operatori, nel caso dovesse risultare positivo al covid dopo un eventuale ricovero.
Stefano Araldi
4 risposte
Nulla da eccepire, purtroppo l’evidenza dei fatti conferma che il cosiddetto vaccino è solo un bluff montato ad arte da individui danarosi che possono foraggiare un esercito di indecenti pifferai che trascina verso l’abisso un gregge di pecore,incredibilmente numeroso che non ha o non fa uso di neuroni.
A nome dell’esercito di *pecore” che, afflitte da malfunzionamento neuronale, si sono lasciate trascinare nell'”abisso” vaccinale mi permetto di invitarla a più prudente e meno apocalittico linguaggio. Sarebbe il colmo se, dopo il covid,
dovessimo anche subire una specie di guerra civile unilateralmente dichiarata al popolo dei vaccinati da parte di quello dei no vax. A titolo informativo aggiungo che finora non ho avuto ragione di lamentarmi del comportamento dei miei neuroni.
Il pifferaio, quello di Hamelin, non venne mai pagato e la storia finì ben peggio di come viene raccontata. Comunque non si è mai vista alcuna pecora dietro alcun pifferaio. Topi e bambini sì, pecore no.
Invece sul migliore impiego dei nostri neuroni dovrebbe venire garantita la libertà di scelta.Cè anche chi usa i neuroni specchio per schiacciare i brufoli
Vero e falso. La verità andrebbe ricercata nelle evidenze scientifiche se non fosse che talvolta chi scrive o chi pubblica è vittima di conflitti personali (cosa che, di solito, si nega). Ecco allora che esiste più di una verità. Abbiamo creato un’armata legalizzata di vaccinati super protetti ai quali era concessa qualsiasi cosa: quando poi verificare che la carica anticorpale di costoro era spesso irrisoria e, al contrario, quella di alcuni no vax fortemente elevata…
Purtroppo, si è detto altre volte, il denaro ha condizionato la percezione di una verità che, in altro modo, sarebbe apparsa diversa.