”I timori che avevamo espresso l’estate scorsa sul futuro dell’aeroporto si stanno rivelando fondati. La pista è chiusa. Riaprirà?”. Serpeggia il pessimismo tra i soci dell’Aero Club Cremona dopo i due comunicati, in gergo aeronautico NOTAM, che hanno imposto lo stop ai voli, diramati in sequenza dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. NOTAM è l’acronimo della dicitura inglese NOtice To AirMen col quale si indicano gli avvisi ai piloti di aeromobili ed elicotteri per aggiornarli sulla situazione in un determinato aeroporto o in una certa are
Del primo NOTAM il presidente dell’Aeroclub di Cremona, Angelo Castagna, ha informato i soci col seguente comunicato: ”Come comunicato ai soci il 13 febbraio scorso, i funzionari dell’Enac hanno eseguito un’ispezione per esaminare i lavori eseguiti la scorsa estate. In attesa delle necessarie verifiche strumentali, la pista dell’aeroporto rimarrà chiusa. L’Enac provvederà a emmettere un nuovo NOTAM. A partire dal 16 febbraio le attività di volo sull’aeroporto di Cremona/Migliaro sono per il momento sospese. Sono consentiti voli di Stato, militari, servizio medico di emergenza con elicotteri. Voli di aviazione generale e manutenzione sono ammessi contattando 24 ore prima il gestore aeroportuale via mail oppure telefonicamente. Il gestore portuale assicurerà la fornitura di ogni informazione per lo svolgimento in sicurezza delle operazioni”.
Il secondo NOTAM dell’Enac, datato 16 febbraio, ha imposto la chiusra totale dello scalo fino al primo marzo quando sarà diramato un nuovo NOTAM. Intanto non è consentito a nessuno l’utilizzo della pista del Migliaro che non è sicura. ”Anche il capo dello Stato non può atterrare” chiosa un socio.
Il presidente Castagna rassicura i soci sui tempi di riapertura ma non si sbilancia sulla causa del blocco. Gli ispettori avrebbero ravvisato irregolarità negli interventi di allungamento della pista, da 650 a 800 metri, che adesso arriva a 30 metri dalla strada creando una situazione di pericolo sia in fase di atterraggio che di decollo. Da est a ovest, lato lungo il quale corre la strada in questione, non è infatti possibile né atterrare né decollare. E’ stata rimossa la recinzione lunga la strada, che deve essere ripristinata e ciò determina la necessità di arretrare la soglia ovest per garantire un sufficiente margine di sicurezza agli aeromobili in atterraggio. Per ripristinare condizioni di sicurezza, occorre inoltre ridisegnare i segni sulla pista ai quali fanno riferimento i piloti. Sono operazioni costose, si apprende da fonti interne, che devono essere affrontate dalla Migliaro srl proprietaria dello scalo. Intanto i piloti che pagano più di mille euro l’anno di quota associativa all’Aero Club non possono volare e si chiedono se saranno rimborsati.
E’ stata invece ultimata, ma non ancora utilizzata, la pista deputata ai test delle gomme dei camion. L’accordo con la cinese Prometeon Tyre Group per la locazione di spazi interni è stato presentato lo scorso giugno, “E’ un bellissimo progetto – ha dichiarato Alexandre Bregantim, chief technical officer di Prometeon Tyre Group -. Il contratto prevede la realizzazione di una pista per i nostri test di sviluppo delle gomme e l’allungamento della pista di atterraggio. E’ un progetto utile per entrambe le parti”. Peccato che per tre giorni alla settimana non si possano effettuare voli perché la pista è a disposizione del locatario. Per i prossimi nove anni Cremona avrà un aeroporto dimezzato, ammesso che riapra.
Intanto venerdì primo marzo alle 20,30 all’aeroporto è in programma l’incontro con un reporter d’eccezione, Fabrizio S. Bovi, giornalista aeronautico, che parlerà de ‘L’avventura del volo’.Ottimo! Il malcontento serpeggia tra i soci che non hanno mai ricevuto spiegazioni dettagliate sulle ragioni ( vere) per la chiusura dell’aeroporto.
L’incontro con Bovi è stato organizzato dal Club frecce tricolori 133 Cremona. E’ stato scelto il ristorante “ Al Volo” anche per compensare il calo di fatturato registrato dalla chiusura dell’ aeroporto.
Vittoriano Zanolli
2 risposte
Spero che l’aeroporto venga riaperto al più presto, e per 6 giorni la settimana. Metterlo a disposizione del locatario per le prove dei pneumatici, oltre al giorno di chiusura e a periodi episodici di qualche giorno, per 3 giorni la settimana non ha senso e dubito anche sul fatto che sia necessario. Se così fosse, non la vedo affatto bene per il futuro dell’infrastruttura.
Si sa qualcosa? C’è qualcosa che non torna: il confine del tratto della pista che è stato allungato è davvero molto vicino alla strada comunale. Magari la mia è una sciocchezza ma penso che o debba essere chiuso il transito della strada comunale e ciclabile oppure si dovrà atterrare e decollare solo dal lato del Boschetto. Ma è fattibile una cosa del genere?