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Amare riflessioni nell’85° anniversario della promulgazione delle Leggi Razziali

22 Novembre 2023

Il 17 novembre è stato l’anniversario della promulgazione delle ‘leggi razziali” del 1938, di cui abbiamo già più volte narrato in altri editoriali. E anche quest’anno i documenti sul Censimento degli Israeliti custoditi da Cittadella sono ospitati ed esposti al Memoriale della Shoah di Milano.

Proprio la sera prima della ricorrenza mi trovavo al Memoriale alla presentazione del libro dell’onorevole Emanuele Fiano dedicato al padre Nedo “Lezioni dalla Shoah”, e con lui a parlarne c’erano nientemeno che Liliana Segre e Fabio Fazio.

Inutile dire che aleggiava su tutti lo spettro gelido della guerra in Palestina, in un misto di imbarazzo di parte del pubblico ma di grandissima delicatezza da parte dei relatori.

Due frasi della Segre hanno centrato in pieno la questione: la prima è che i bambini sono tutti uguali. Mai come in questo conflitto ahinoi abbiamo visto protagonisti i bambini: Hamas ha scientemente utilizzato il deliberato sgozzamento dei piccoli israeliani filmandolo davanti alle madri coi loro cellulari e mandando i video alle nonne a volte in diretta. Questo a noi occidentali non è stato praticamente mostrato, ma è accaduto e rappresenta un innalzamento del livello di ferocia deliberata e voluta che non ha molti eguali nella Storia, come bene e ha più volte detto Paolo Mieli. Dovunque invece abbiamo visto le immagini dei piccoli inermi bimbi palestinesi terrorizzati dai bombardamenti o peggio ancora morti a decine sotto le macerie dei bombardamenti israeliani. Orrore su orrore, che lascia veramente increduli.

Concedetemi però una considerazione molto personale e forse discutibile, ma mostrare o non mostrare quei bimbi morti per me conta, a me dice di un rapporto un po’ diverso con la morte tra una parte e l’altra, ma mi fermo qui…anche perché non cambia il dato tragico che i bambini stanno morendo.

Un tempo già un gigante della Chiesa come Giovanni Paolo II durante la guerra di Bosnia ebbe a tuonare “fermatevi davanti al bambino!”…ma la guerra è guerra e non bada agli appelli. Non lo fece allora, non lo fa oggi e credo che non lo farà mai. Viene alla mente, e vengono i brividi a pensarci, l’Antico Testamento: Dio che punisce gli egiziani sterminando tutti i loro primogeniti, Erode che fa uccidere tutti i bimbi di Betlemme temendo la venuta di Gesù, Re dei re..è come se il bambino fosse tragicamente destinato ad essere protagonista nella storia incredibile di questo popolo.

La seconda frase della Segre è ancora più amara: “Vedendo quello che succede, mi pare di aver vissuto invano”. Ed il riferimento è senza dubbi alla nuova ondata di antisemitismo che questo conflitto ha scatenato nel mondo, davanti alla quale vani paiono gli anni di straordinaria testimonianza di Liliana.

Per la verità, quello che ha stupito chi scrive non è tanto una certa revanche antisemita, quanto una diffusissima e stupefacente vicinanza dell’Occidente alla Palestina e per estensione al mondo arabo.

Mi hanno veramente impressionato le tante manifestazioni fluviali pro Palestina, che hanno fatto impallidire quelle pro Israele, così come mi ha davvero colto di sorpresa sui Social la stragrande maggioranza di post, storie e commenti decisamente a sostegno della causa palestinese.

Molto probabilmente è per lo più dovuto alla convinzione che i palestinesi siano deboli e inermi assaliti e gli israeliani i potenti e vendicativi assalitori, ed anche al dato di fatto che in Occidente ormai dimorano milioni di musulmani che scendono in piazza a rivendicare identità e appartenenza in terre lontane dalla loro, ma confesso che continuo a trovare un po’ incauta per l’Occidente questa vicinanza a una cultura ancora così radicalmente diversa dalla nostra e che non ha mancato di generare frange di seria minaccia terroristica contro di noi, anche recentissime.

Sarà che forse essendo quasi di mezza età ragiono con dei canoni superati, sarà che i ventenni (in grandissima parte pro Palestina) vivono già in un mondo diverso e globalizzato dove Occidente e Oriente sono due entità superate, ma dall’incontro dell’altra sera sono uscito con la certezza che una cosa non è cambiata, è cioè che ancora una volta Israele, che più che uno Stato è un corpo vivo e una entità umana che travalica decisamente i propri confini geografici, combatte unicamente per la propria esistenza fisica, non per altre ragioni che invece sono quelle sulle quali noi europei dibattiamo e prendiamo posizione. Se questo diritto di esistere giustifichi quanto sta accadendo è davvero difficile dirlo, ed è altrettanto difficile immaginare che quel diritto di esistere debba periodicamente passare per il martirio di un altro popolo che è quello palestinese.

Io che mi occupo di Memoria da anni ho maturato la convinzione che più importante della Memoria è la Verità, e che la verità coincide forse con l’Esistenza.

Mi fermo qui, perché mi sento profondamente inadatto a dare dei giudizi, ma l’anniversario delle Leggi Razziali non poteva essere ricordato senza almeno accennare a quanto accade nel mondo oggi ad ‘am’ , come nella Bibbia è chiamato il Popolo Eletto.

 

Francesco Martelli

sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

docente di archivistica all’Università degli studi di Milano

 

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