La CIA all’origine della fortuna di Caprotti, fondatore dell’Esselunga

21 Febbraio 2024

La Guerra Fredda è uno dei protagonisti ricorrenti di questi editoriali, sopratutto la guerra tra spie e tra i due principali Servizi di Intelligence della Storia, la CIA e il KGB. Questo perché chi scrive è fermamente convinto che la maggior parte dei cosiddetti “misteri italiani” in realtà non ha nulla di misterioso ma è proprio frutto di quella contrapposizione tra Servizi che fu la vera guerra fredda, combattuta prevalentemente proprio qui nel nostro Paese.

E dato che non ci si poteva scontrare in campo aperto, la guerra tra spie divenne sempre più ideologica e strategica, invadendo ogni campo della società, perfino quello alimentare.

Ebbene sì, anche la concorrenza tra supermercati fu oggetto di scontro tra USA e URSS.

Il Cooperativismo in Italia nasce nella seconda metà dell’800 in ambito socialista e cattolico, scindendosi progressivamente in cooperative di consumo rispettivamente “rosse” e “bianche”, ma sarà quello “rosso” a conoscere dal 1947 uno sviluppo straordinario fino alla realizzazione dei giganteschi ipermercati degli anni ‘90, che di fatto sono andati ben oltre lo spirito cooperativo iniziale e hanno spostato appieno il sistema dell iperconsumismo globale.

Delle e sulle “cooperative rosse” è stato detto di tutto, nel bene e nel male, dai rapporti con le amministrazioni locali fino ai presunti finanziamenti sovietici che ne avrebbero favorito lo sviluppo su scala nazionale: Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, diede alle stampe ‘Falce e Carrello”, un libro che fu un vero e proprio best seller e che accusava le coop rosse di ogni genere di scorrettezze.

Caprotti fu un vero e proprio simbolo dell’anticomunismo italiano, e il suo gruppo fu il più acerrimo nemico delle grandi coop rosse, un vero e proprio baluardo atlantico i cui soci di maggioranza erano nientemeno che i Rockefeller con la loro IBEC, gigante globale dei supermarket mondiali made in USA.

Ma proprio all’origine di Esselunga c’è lo zampino della CIA. I Caprotti erano ricchi tessutai, e fu grazie all’amico imprenditore Brunelli che a metà anni ’50 decisero di investire nel nuovo business dei supermercati. A proporre loro l’affare fu James Hugh Angleton, il direttore italiano della NCR, multinazionale americana dei registratori di cassa, che abitava a Milano fin dagli anni ’30 in corso Venezia dove conobbe il Brunelli.

Ebbene dopo la guerra ebbe il compito di selezionare su mandato dei Rockefeller imprenditori italiani affidabili e di sicura fede anticomunista da far soci nella “colonizzazione” alimentare che sarebbe stato il carburante del boom economico italiano.

Angleton, ufficiale decorato dell’esercito americano, era nientemeno che il padre di James Jusus Angleton, il braccio destro del generale Donovan fondatore di quella OSS da cui poi nascerà la CIA: Angleton Jr sarà il capo della stazione CIA in Italia, fino a diventare il capo del controspionaggio mondiale americano e il numero due della CIA per oltre 29 anni, uno degli uomini più potenti del mondo cui si deve la nascita dei Sevizi segreti italiani ad opera dal prefetto Federico Umberto D’amato, che di Angleton fu per anni il pupillo.

La cosa in realtà non deve stupire più di tanto: anzitutto ai suoi albori la CIA selezionava i propri agenti tra le famiglie più ricche bianche e protestanti, in modo che non fossero facili da comprare e di sicura fede americana familiare.

E nemmeno devono stupire i rapporti stretti tra CIA e grandi multinazionali americane: Allen Dulles, il più potente direttore della CIA, era il fratello del grande capo della United Fruit Company Americana, per favorire i cui interessi in Guatemala la CIA del fratello arrivò perfino al colpo di Stato.

Angleton lasciò la CIA alla fine degli anni 70, e gli è stato dedicato perfino un film da Robert De Niro, The Good Shepherd, mentre Bernardo Caprotti con una straordinaria capacità imprenditoriale rilevò la maggioranza delle azioni dai Rockefeller divenendo il re dei supermercati italiani.

Francesco Martelli

sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

docente di Archivistica all’Università degli studi di Milano

cremonasera.it

6 risposte

  1. Gentile Sig. Francesco buona sera,
    i suoi articoli sono sempre molto interessanti e ricchi di spunti di riflessione, soprattutto in un momento come questo in cui il nostro comparto agricolo sta subento un arrembaggio veramente duro, da soluzione finale..
    Mi piacerebbe molto leggerla su un tema al quale pensavo proprio in questi giorni e che fu molto attuale all’epoca del Gioverno di Matteo Renzi quando quasi per un pelo non fu varato e siglato da noi europei il TTIP, il famoso e famigerato Trattato Transoceanico relativo al Commercio ed agli Investimenti qui in Europa. Tentarono di farlo passare come una semplicissima e banalissima agevolazione per il commercio USA-Europa che abbassasse le tasse doganali in modo da favorire anche i piccoli commercianti ed imprenditori, foriero di benessere e prosperità collettiva.
    Chiaro ed evidente che di difronte ad un lampante interesse economico ed alimentare si celava uno strapotere Politico enorme e mondiale disposto a manovrare in qualsiasi modo pur di entrare in Europa con un enorme Cavallo di Troia, uno Tsunami alimentare di questa portata avrebbe ingrassato molti interlocutori sul mercato, applollaiati come avvoltoi, ma avrebbe avuto anche conseguenze devastanti sulla salute di tutti gli europei e le generazioni future sarebbero cresciute già “azzoppate”. La sanità sarebbe diventato un enorme affare collaterale ma no per questo secondario per qualcuno, per altri invece un inesorabile cammino verso un impoverimento senza ritorno.
    Le riporto qui di seguito un testo che fa ben fa capire a cosa voglio riferirmi.
    Grazie per la sua attenzione, cordialmente, Paolo Mauri.

    «Per esempio, l’Ue non permette le importazioni dagli Stati Uniti di carne proveniente da animali trattati con ormoni della crescita, perché questa pratica è stata collegata a casi di cancro o altri problemi di salute. Ma l’industria agroalimentare americana vede queste restrizioni come barriere al commercio. Questo significa inoltre che il TTIP potrebbe potenzialmente permettere l’accesso in Europa di molti più prodotti geneticamente modificati, e i cittadini potrebbero presto trovarsi a mangiare frutta e verdura ricca di pesticidi, carne da maiali e bovini trattati con ormoni della crescita, o polli trattati con cloro. Nel frattempo, i produttori europei sarebbero svantaggiati dalla presenza di prodotti più economici importati dagli Stati Uniti».

  2. Gentile Sig. Francesco buona sera,
    i suoi articoli sono sempre molto interessanti e ricchi di spunti di riflessione, soprattutto in un momento come questo in cui il nostro comparto agricolo sta subento un arrembaggio veramente duro, da soluzione finale..
    Mi piacerebbe molto leggerla su un tema al quale pensavo proprio in questi giorni e che fu molto attuale all’epoca del Gioverno di Matteo Renzi quando quasi per un pelo non fu varato e siglato da noi europei il TTIP, il famoso e famigerato Trattato Transoceanico relativo al Commercio ed agli Investimenti qui in Europa. Tentarono di farlo passare come una semplicissima e banalissima agevolazione per il commercio USA-Europa che abbassasse le tasse doganali in modo da favorire anche i piccoli commercianti ed imprenditori, foriero di benessere e prosperità collettiva.
    Chiaro ed evidente che difronte ad un lampante interesse economico ed alimentare si celava uno strapotere Politico enorme e mondiale disposto a manovrare in qualsiasi modo pur di entrare in Europa con un enorme Cavallo di Troia, uno Tsunami alimentare di questa portata avrebbe ingrassato molti interlocutori sul mercato, appollaiati come avvoltoi, ma avrebbe avuto anche conseguenze devastanti sulla salute di tutti gli europei e le generazioni future sarebbero cresciute già “azzoppate”. La sanità sarebbe diventato un enorme affare collaterale ma non per questo secondario per qualcuno, per altri invece un inesorabile cammino verso un impoverimento senza ritorno.
    Le riporto qui di seguito un testo che fa ben fa capire a cosa voglio riferirmi.
    Grazie per la sua attenzione, cordialmente, Paolo Mauri.

    «Per esempio, l’Ue non permette le importazioni dagli Stati Uniti di carne proveniente da animali trattati con ormoni della crescita, perché questa pratica è stata collegata a casi di cancro o altri problemi di salute. Ma l’industria agroalimentare americana vede queste restrizioni come barriere al commercio. Questo significa inoltre che il TTIP potrebbe potenzialmente permettere l’accesso in Europa di molti più prodotti geneticamente modificati, e i cittadini potrebbero presto trovarsi a mangiare frutta e verdura ricca di pesticidi, carne da maiali e bovini trattati con ormoni della crescita, o polli trattati con cloro. Nel frattempo, i produttori europei sarebbero svantaggiati dalla presenza di prodotti più economici importati dagli Stati Uniti».

  3. Gentilissimo,
    anzitutto grazie per il Suo apprezzamento.
    Purtroppo devo ammettere tutta la mia ignoranza in materia di TTIP.

    Quello che posso dire è che di certo non sono un fan della globalizzazione, che se ci ha portato indiscutibili vantaggi nei primi anni oggi di fatto ci si sta ritorcendo contro. Ci sono nuovi ricchi. molto più ricchi di noi, che possono pagare per i migliori prodotti cifre per noi improponibili, ma questo certamente potrebbe essere un vantaggio per i produttori, se riescono a tenere molto alta la qualità ed entrare nei mercati di nicchia giusti. Quanto ad alimenti modificati, se è vero che nell’arco di 20 anni saremo 14 miliardi di persone temo che non ci sarà alternativa, per la popolazione media non ricca, che iniziare a consumare cibi diversi che richiedono meno acqua, che sono meno impattanti sull’ecosistema, che costano meno…

  4. Grazie professor Francesco per la sua gradita risposta, capisco. Certo che la sanità spalmata su 14 miliardi di persone fa pensare, a parte il problema degli obesi che in America è una circostanza molto attuale e problematica (economicamente), penso anche a quello dei tumori o altro tipo di malattie o disfunzioni, anche in età giovanile, un’alimentazione corretta e sana genera individui sani, e mi riferisco non solo al corpo ma anche e soprattutto alla mente, cioè al cervello. Diverremo degli automi? Ci penserà Elon Musk ad innestare qualche micro chip nel nostro cervello?

    1. E chi può dirlo …tutto è possibile, anche l’ipotesi di diete alimentari imposte su grande scala per risparmiare risorse e limitare le malattie per alleggerire i sistemi sanitari, limitare gli spostamenti fisici implementando la tecnologia allo stesso scopo…quanto ai chip nel cervello chissà, magari succederà anche quello ed è una ipotesi che spero mi sarà risparmiata

  5. Grazie Francesco per la sua risposta, certo che bloccare i nostri agricoltori per 20 anni, questa l’ultima ipotesi avanzata qui in Europa, fa pensare da dove dovrebbe arrivare il prodotto agricolo per sfamare la popolazione. Il TTIP potrebbe essere la risposta, in questo caso non si potrebbe attuare l’ipotesi di culture agricole su grande scala a km zero. La coltura dell’insalata in serra verticale (Vertical Farm) già presente sul Mantovano e sul Bresciano credo invece sia una piccola risposta al fatto che possano esistere soluzioni alternative in questo ambito.
    Grazie ancora e a presto!

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