Sotto il cielo cremonese regna la massima confusione dopo la triste performance del gay pride di sabato. È un mix di ignoranza (in senso latino), di conformismo di maniera e di bertoldesca furbizia. Tutto ciò ha ovviamente consentito di guardare il proverbiale dito e non l’altrettanta proverbiale luna. C’è chi si è stracciato le vesti, con furia evangelica, perché il manichino rappresentante la Vergine mostrava i seni nudi. Peccato che nelle chiese di mezza Europa vi sia l’icona della Madonna del latte che mostra a tutti le sue grazie e in alcuni casi, vedasi l’arte fiamminga, anche con un velo di malizia. Credo che nessuno, davanti a quelle immagini, abbia mai gridato alla blasfemia. Anzi si sarà inginocchiato devotamente. C’è poi chi ha condannato senza ‘se’ e senza ‘ma’ per un conformismo religioso che si volatilizza però davanti a qualsiasi pratica seria di vita cristiana. Resta la bertoldesca furbizia di chi condanna perché considera i gay e quel mondo solo di una parte specifica, altra castroneria.
In tempo di campagna elettorale però tutto va bene per raccattare voti. E qui si arriva al nocciolo della questione reale. La vera e tanto invocata blasfemia è utilizzare tutti i segni del sacro per altri scopi, soprattutto nell’agone civile e politico. È segno di un’insufficienza antropologica che nonostante l’Illuminismo, il Razionalismo e il Cattolicesimo impegnato, regna sovrana. Una limitatezza intellettuale che si materializza nei rosari sventolati nelle piazze di partito. In consacrazioni farlocche a quello o a quell’altro santo, fino ad arrivare al manichino ‘nudo’ della Vergine portato in processione al gay pride. È questa la vera blasfemia: non aver ancora capito di non mischiare il ‘sacro’ con il ‘profano’.
Se poi, in futuro, si vorrà dire ancora una prece per riparare agli scandali, la si dica perché le menti capiscano questo concetto. Certo non sarà facile perché il viso di Bertoldo spunta da tutte le parti, con il suo sorriso beffardo.
Ghino di Tacco
2 risposte
Ma non vorrà paragonare la purissima, dolcissima Madonna del latte con quella agghindata con orpelli sadomaso che ha sfilato a Cremona ? Il solo accostamento è blasfemia.
Tardi, ma lo scrivo. La prima blasfemia è stata, antichissima, accostare l’umanissimo senso del sacro alla competizione per il potere. Operazione dalla quale sono nate molte strutture religiose fatte passare per sacro.