Caro direttore,
faccio seguito all’ottimo articolo di Antonio Grassi per esprimere il mio punto di vista frutto della mia esperienza di vita e di politica.
In riferimento alla mia rimpianta Prima Repubblica, ricordo che tutti i partiti avevano sezioni che normalmente coincidevano con i quartieri delle città o con il singolo piccolo Comune. Riunioni tutte le settimane; era come andare a scuola, si imparava, i migliori venivano promossi ai livelli superiori (comitati cittadini, provinciali, esecutivi regionale e nazionale) alla fine nascevano i leader e ogni tanto uno statista (ci voleva competenza e carisma).
Ora la politica assomiglia alle melonaie, con tanto di “padron della melunera”, gente senza arte né parte, nemmeno tanto istruiti con una serie di servi nominati dal “padron” che all’occorrenza alzano prontamente la manina. ” ghe sunti padron” .
Ecco come è ridotta la politica e di conseguenza la nostra Italia. I parlamentari e i vari livelli elettivi venivano decisi tramite consenso popolare che si esprimeva con le preferenze, scegliendo i migliori, i più capaci e legati al territorio.
Ora abbiamo, in buona parte, lacchè di personaggi, qualche volta, anche da fumetti. Aggiungo, come sapete, che l’ideatore stesso della Legge che fa eleggere i nominati la chiama “Porcellum” . È così che ci ritroviamo sindaci, assessori, presidenti di Regione, ministri e capi del governo incapaci, siano essi di destra, di sinistra o di centro, salvo sparute eccezioni. Povera Italia. Amen
Ettore Manes
2 risposte
Aggiungo anche un’altra piccola osservazione. Molti “politici” non hanno MAI lavorato!!! Quindi oltre a non avere preparazione specifica, come descritto nella lettera, non hanno provato con mano che cosa significhi tirare la carretta! Un tempo quasi nessuno nasceva e cresceva esclusivamente nel partito. Ora il contrario. Senza esperienze di alcun tipo. E chi abbandona il suo lavoro per mettersi a disposizione della politica, credendo di farla, si trova così bene che poi non torna più alla sua vera occupazione. Chissà perché…
Bravissima