A dirlo è Marco Degli Angeli, consigliere pentastellato di Regione Lombardia, il quale ha poi precisato: ‘Rimango stupito dall’immobilismo e dal silenzio delle istituzioni comunali e provinciali. Non bastano convegni e inglesismi green: tutta la provincia di Cremonese deve affrontare con coraggio la questione ambientale e sanitaria. Servono da subito tavoli provinciali tra presidente della provincia, sindaci e Ats per prendere insieme decisioni forti’.
Aggiunge il consigliere: ‘Lo stato di salute in tutta la provincia è fortemente compromesso. Le cause principali sono da ricercarsi nell’inquinamento non solo dell’aria, ma anche delle falde acquifere e del suolo. Non comprendo come sia possibile che lo studio epidemiologico iniziato ormai anni fa dal professore Paolo Ricci, ex direttore dell’Osservatorio epidemiologico di Cremona, non sia stato mai completato e come non ci siano mai stati approfondimenti sanitari anche nel Cremasco e Casalasco. Non comprendo questi forti ritardi negli interventi né mi capacito del perché Regione Lombardia non sia (ancora) intervenuta in merito. Tutto procede a rilento, mentre Cremona e la sua provincia soffocano. I sindaci sono prima autorità sanitaria, serve un’azione corale’.
Numeri alla mano, a Cremona e in provincia ci sono 44 aziende a carattere industriale e 145 aziende a carattere zootecnico con autorizzazione AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). ‘Andrebbe posta particolare attenzione a questi numeri – chiosa Degli Angeli – e in modo particolare alle aziende all’impatto cumulativo delle emissioni: non solo, stando alle informazioni trasmesse da Arpa e Provincia, non è stato possibile calcolare il flusso di massa (il rapporto tra la massa di sostanza inquinante emessa e il volume dell’effluente gassoso ndr). Praticamente nelle conferenze di servizi autorizzative di nuovi impianti si viaggia ad occhi chiusi, bendati e nella nebbia’.
Secondo uno studio ancora in corso finanziato da fondazione Cariplo e intitolato ‘Inhale’ l’ammoniaca sarebbe ‘l’indiziata’ numero uno, ossia la principale causa dell’alta concentrazione di particella PM10 e PM 2,5 in atmosfera. ‘Il tema è caldo – sottolinea il consigliere -, soprattutto in una provincia come la nostra, considerato che il 95% delle emissioni in atmosfera di ammoniaca (Nh3) deriva dall’agricoltura e dallo spandimento agricolo di liquami. Va considerato l’impatto cumulativo di tutte le attività antropiche presenti nei nostri territori’.
E mentre i dati parlano chiaro, in provincia di Cremona i giorni di superamento delle Pm10 nel 2021 sono stati pari a 66, 64 nel 2020 (nonostante il primo lock down ndr) e 65 nel 2019 quando invece il limite massimo consentito è pari a 35 giorni l’anno, Degli Angeli precisa: ‘Stando ai dati forniti dalla stessa Ats Valpadana e facenti riferimento agli anni 2014-2019 (tasso standardizzato per 1.000 abitanti), l’intero distretto di Cremona registra 11.750 casi di ospedalizzazioni dovute a ricoveri inerenti l’apparato respiratorio. I decessi dovuti a malattie inerenti l’apparato respiratorio sono 594, mentre sono 632 i decessi causati per tumore ai polmoni’.
Lo stesso panorama è quello fotografato a Casalmaggiore e a Crema. Se il primo distretto registra un’ospedalizzazione per ricoveri all’apparato respiratorio pari a 2.554 casi, una mortalità pari a 185 casi per malattie respiratorie e 138 casi di tumore ai polmoni, il distretto di Crema registra un’ospedalizzazione dovuta a ricoveri all’apparato respiratorio pari a 9.882 casi. Al contempo la mortalità registra 534 casi di malattie respiratorie e di 542 decessi dovuti ad un tumore ai polmoni.
Conclude Degli Angeli: ‘Ormai la situazione è diventata insostenibile. Per questo motivo i Comuni di Crema, Cremona e Casalmaggiore (comuni capofila dei 3 territori provinciali), la Provincia e Regione Lombardia devono intervenire. Adesso. I cittadini non possono più aspettare. Quando si parla di salute, non è possibile tapparsi le orecchie per non sentire’.