Tra le innumerevoli storie di ordinaria ‘follia’ burocratica di questa Amministrazione comunale, c’è quella del restauro dell’unica lapide che ricorda il luogo dove sorgeva la ‘vera’ casa di Stradivari in piazza Roma. La balzana vicenda tanto assomiglia al romanzo di Kafka ‘Il castello’ dove un uomo viene assunto come agrimensore ma tra mille telefonate e altrettanti scaricabarile non assumerà mai quel ruolo.
Ebbene da tempo i cittadini scrivono mail agli uffici comunali per chiedere almeno una ridipintura di quell’insegna a rispetto dell’illustre cittadino e sommo liutaio. Da quel momento è iniziato l’effetto Kafka. Tizio dice che tocca a Caio. Caio risponde che è di competenza di Sempronio . Ma Sempriono non ci sta. Scarica il barile sulle spalle di Pluto il quale si offende e accusa Topolino.
Tutti insieme indicano nell’Amministratore di condominio il vero responsabile dell’incuria dell’arredo urbano. Dal palazzo comunale, come dal castello kafkiano, promettono rapidi interventi, ma in realtà se ne fregano bellamente.
Gli anni passano e tutto resta uguale e ai cittadini come all’agrimensore resta solo un pugno di mosche in mano.
Ghino di Tacco

Una risposta
Uno dei tanti problemi liutari sollevati con richiesta di interventi da parte della Amministrazione comunale ma sempre disatteso