Il Papa e l’appello ad accogliere i migranti. Tre obiezioni e un invito: Vaticano città aperta

2 Settembre 2024

GLI EDITORIALI DI ADA FERRARI

Stato laico, libero di autodeterminarsi o protettorato ecclesiastico? Il dubbio può sorgere di fronte al quotidiano incalzare del romano pontefice che prospetta castigo divino a chiunque respinga i migranti. Ovvio che, non trattandosi di articolo di fede bensì di materia opinabile, la coscienza dei credenti non è vincolata alla famosa infallibilità papale. E la questione potrebbe chiudersi qui. Senonché il comune buon senso, che nessun nuovo catechismo ha per ora iscritto fra i vizi capitali, esige di dire la sua. A partire dalle più ovvie evidenze.
Primo: una esecuzione letterale dell’esortazione ad accogliere tutti, senza se e senza ma, rapidamente ci condurrebbe al tracollo delle finanze pubbliche. Senza, per giunta, minimamente incidere sulle gigantesche criticità di un continente di cui il cieco Occidente ha a lungo sottovalutato il potenziale esplosivo di scandalose povertà.
Secondo: le risorse necessarie a fronteggiare l’ emergenza profughi, di cui il capitolo dei minori non accompagnati è voce di crescente onerosità, non si attingono da fondi neri o celesti, moltiplicazioni di pani e pesci, ma progressivamente riducendo la già ridotta coperta assistenziale destinata a chi maggior diritto ne avrebbe dopo una vita di lavoro e consistenti versamenti previdenziali. E qualcosa ne sanno le stremate risorse dei nostri Comuni. Per dirla chiaramente, l’astratto richiamo all’universale fratellanza diventa spesso nella sua concreta declinazione amara beffa scaricata sulle spalle dei più deboli.
Terza considerazione. Nessuno sottovaluta il prezioso contributo dato al nostro Paese da chi approda da noi in sincera ricerca di lavoro e dignità, meritando di trovare sia l’ uno che l’ altra. Ma di altrettanta evidenza è che l’ Italia è ormai costretta a misurarsi con una inquietante massa di arroganti e imprevedibili sbandati che non puntano né a integrazione né a fusione bensì a una sostituzione etnica cui non è affatto estraneo un disegno di supremazia islamica. Stupisce come la Santa Sede sorvoli, almeno apparentemente, sul paradosso della situazione: una catechesi cattolica così indiscriminatamente ‘accogliente’ sta di fatto facilitando il lento ma ineluttabile processo di islamizzazione di quel che resta della civiltà cristiano occidentale. Problema sicurezza alle stelle e battuta d’arresto della acquisita libertà delle donne di girare sole quando e dove gli pare. Femministe in rivolta? Macché. Zitte e mosca.
L’attuale pontificato davvero appare un salto nel totalmente altro rispetto a tutto il precedente decorso di una dottrina sociale cattolica tradizionalmente abilissima nel bilanciare slanci e azzardi della dimensione profetica col prudente realismo suggerito dal contesto storico. Un sapiente intreccio di realismo e profezia che ha sempre cercato l’accordo con la razionalità umana: anche in questa provvidenziale attitudine sta il segreto di una straordinaria longevità istituzionale.
Quanto più limpida e credibile apparirebbe la catechesi sui migranti se, con uno slancio da molti auspicato, il pontefice decretasse il Vaticano ‘città aperta’, in prima linea nell’ accoglienza. Le risorse di cui dispone non si contano: mezzi finanziari, sterminate proprietà immobiliari, palazzi apostolici, il sostegno di un’autorevole rete diplomatica mondiale da mobilitare per la distribuzione internazionale dei migranti. Ma, al momento, assistiamo a tutt’altro, ponendoci non poche domande. Riguardo per esempio all’alto rango fiduciario riservato dal Papa all’attivista no global Luca Casarini, figura discussa e a suo tempo attenzionata per indizi circa la natura affaristica del suo zelo umanitario: champagne ad ogni Ong straniera che forza con successo le nostre acque territoriali. Poi non stupiamoci se le chiese si vuotano e il gettito del 5 per mille s’avvia a fase calante.
Ada Ferrari

16 risposte

  1. Discorso CHIARO ILLUMINATO e semplicemente REALISTICO della situazione a cui stiamo a grandi passi andando incontro. Brava Ada

  2. Sono assolutamente d’accordo con quanto scritto nell’articolo di Ada Ferrari; posso solo aggiungere che rimane inascoltata anche la voce dei presuli del continente africano, i quali esortano i giovani a non abbandonare la loro terra, ricchissima di risorse, alla ricerca di un futuro incerto.
    Giovani che spesso hanno già un lavoro e sprecano così somme ingenti, che potrebbero essere proficuamente impiegate per migliorare la loro situazione in patria.

    1. Anch’io ricordo, quando prestavo volontariato presso i missionari, che quello che loro cercavano di insegnare ai giovani africani era di cercare di costruirsi un futuro in patria. Che questo era possibile. Il contrario di quanto si fa adesso in nome di una pseudointegrazione e di un ideologico e insensato “siamo tutti fratelli”o “c’è posto per tutti”, che in realtà riflettono spesso loschi traffici e abominevoli cupidigie.

  3. Secondo me l’avrebbe scritto molto meglio il caporale Vannaci, da cui ha scopiazzato, peraltro malamente, alcune idee.

    1. Lei è l’ ultima persona con la quale accetterei un confronto pubblico constatando che i suoi unici argomenti sono l’attacco personale e la calunnia. Ma grazie davvero: forma e sostanza delle sue obiezioni sono il miglior sostegno involontario alle mie ragioni.

  4. Ada Ferrari scrive molto bene e quando esprime il suo pensiero senza dilungarsi leggo volentieri perché c’è sempre da imparare. Chiedo però se non le sembri esagerato pensare a un progetto di sostituzione etnica e islamizzazione. Questo mi pare un po’ azzardato.

  5. Grazie Paola Pieri per la sua consueta attenzione. Comprendo la sua perplessità ma occorre anche prendere atto che il nostro crollo demografico determina, anche in relazione alle esigenze del sistema produttivo, vuoti che la manodopera straniera, con funzione preziosa che occorre riconoscerle, sta via via colmando. Il che aiuta noi e loro. C’è tuttavia in atto un ulteriore processo che per bocca dei suoi stessi attori punta a fare dello spopolamento del Paese il punto d’appoggio di una progressiva sostituzione etnica già leggibile peraltro nei numeri della popolazione scolastica. Io semplicemente credo che ognuno debba avere a cuore il portato positivo della propria civiltà nei suoi traguardi civili, culturali, artistici, nei suoi stili di vita e nella faticosa marcia delle donne verso una parità tuttora a rischio. Mi sento orgogliosamente occidentale, senza alcun sottinteso di superiorità verso altre civiltà. Credo che dichiarare i propri valori apertamente e con argomenti ragionevoli sia la condizione per un dialogo non servile né ipocritamente compiacente con chi sceglie di vivere da noi e con noi. Se poi il signor D’Avossa vede ovunque tracce di fascismo e razzismo il problema è, ahimè, tutto e solo suo.

  6. Non conosco il generale Vannacci, ma solo il caporale Vannaci. D’altronde, devo concludere, vedo che il razzismo e la volgarità abbondano. Questione di gusti. Avvviso alla signors Ferrari: mi mostri chi ho attaccato personalmente e soprattutto chi ho mai calunniato. Diversamente mi vedrò costretto a difendere la mia.onorabilità. Licio D’Avossa

  7. Le considerazioni della professoressa Ferrari toccano un campo minato e lo dimostra la reazione inelegante di qualcuno. Non posso nascondere il mio travaglio interiore di cattolico praticante per il fatto di non essere allineato con il papato e la gerarchia cattolica su alcuni argomenti in materia sociale tra cui l’immigrazione. Ho l’impressione che la chiesa voglia abdicare in nome di un fantomatico universalismo alla sua funzione missionaria in alcune zone caratterizzate da una forte islamizzazione. Il mantenere continui focolai di guerra che facilitano esodi di massa fa parte di un piano di islamizzazione del globo elaborato alcuni anni fa da teologici islamici fra cui il noto El Turabi. Per la sua opera di proselitismo l’islam si avvale di svariati mezzi compreso il sovrano degli ismaeliti Aga Kan da noi noto per la Costa Smeralda ma in realtà fervente finanziatore di iniziative musulmane come ospedali, scuole e giornali in Africa e altre parti del mondo. Comunque non mi faccio prendere dal pessimismo ricordando le parole di Gesù Cristo a Pietro: “Non prevarranno”.

  8. Che il fascismo in Italia non sia mai passato lo asseriscono personalita’ molto piu’ autorevoli di me. Che poi in Italia ci sia il piu’ becero dei razzismi basta chiedersi perche’ e’ stata fondata la Lega Nord. Forse non ho capito bene il passaggio sul servilismo. Comunque per sua notizia sappia che il sottoscritto e’ diventato funzionario di banca da attivista, sottolineo attivista, del Partito Comunista Italiano, una banca privata. Le do l’ultima notizia che lei dovrebbe conoscere: secondo una proiezione scientifica gli Italiani saranno minoranza, in Italia, nel 2.050. Se ne faccia una ragione gent.sig.ra Ferrari, e cerchi di prepararsi in tempo.
    Licio D’Avossa, cittadino del mondo

  9. Nessuno le ha chiesto di render conto del suo curriculum. Quanto al mio la informo di avere un ordinariato di Storia contemporanea. Mi capirà pertanto se la invito a mollare la presa non essendo interessata né abituata al livello polemico cui sta tentando di portarmi.

  10. A Cremona la chiesa e e i suoi bracci armati accolgono e raccolgono migranti da decenni, probabilmente son passati almeno 3 Papi, ma ci si lamenta solo del nuovo, perché non si appoggia la sua dottrina…

  11. Gent. Prof. Ferrari, mollo la presa (questa si’ espressione poco elegante) solo per il buon rapporto che ho con Vittoriano al quale mi lega una profonda stima che non voglio incrinare per nessuno motivo.

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