Il raduno nazionale di ItaliaAdozioni, che si è tenuto dal 12 al 15 ottobre a Roma e Velletri (nella foto centrale i volontari), è stato caratterizzato dall’incontro della presidente Ivana Lazzarini e di alcuni volontari con la Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza e la stampa.
Durante l’incontro, organizzato dalla senatrice Simona Malpezzi, la presidente ha presentato le proposte che l’Associazione ritiene utili per migliorare il processo adottivo.
Riguardano i Tribunali per i Minorenni, il rapporto genitori-figli, la cultura e la società.
Di seguito una sintesi.
Tribunale per i Minorenni
- I 29 Tribunali per i Minorenni esistenti sul territorio nazionale hanno stabilito una procedura e una richiesta di documenti che varia significativamente.
Sarebbe auspicabile revisionare e uniformare la documentazione richiesta alle coppie aspiranti all’adozione.
- Altrettanto auspicabile è la compilazione da parte degli aspiranti genitori della domanda di disponibilità all’adozione alla fine del percorso con i Servizi Sociali Territoriali e non prima, quando la coppia sa poco o nulla dell’adozione.
- Fornire un feedback alla coppia dopo i colloqui conoscitivi con il giudice per l’eventuale abbinamento con il bambino.
- Interpello da parte del figlio adottato, compiuto il 25° anno di età, per la madre che abbia dichiarato di non voler essere nominata.
Dal compimento del 25° anno di età, il figlio non riconosciuto alla nascita può chiedere al Tribunale per i Minorenni che ha decretato l’adozione, l’avvio del procedimento di “interpello” della madre biologica, ai fini della revoca dell’originaria dichiarazione. Occorre che il modello e la prassi giudiziaria siano uniformati sia per quanto riguarda i figli, sia per quanto riguarda il modo in cui la madre biologica può essere contattata.
- Accompagnare con personale qualificato la consegna del fascicolo personale dell’adottato adulto che ne fa richiesta, al compimento del 25° anno di età.
La persona adottata che chiede di venire in possesso del fascicolo personale, che contiene informazioni assai delicate riguardanti l’origine della sua storia, per quanto possa essere pronta a ricevere queste notizie, necessita di una situazione che lo aiuti ad affrontare le emozioni correlate a elementi sconosciuti e traumatici della propria vita passata. Succede che il fascicolo venga consegnato da personale della segreteria, mentre è auspicabile che la consegna sia mediata da uno o più colloqui con un giudice togato (psicologo o assistente sociale).
Genitori e figli
- Parto in anonimato. Essere a conoscenza di tutto ciò che riguarda la familiarità delle patologie e la salute della madre biologica – e in particolare durante la gravidanza e la nascita – permette ai genitori adottivi di poter curare al meglio i propri figli. Le informazioni anamnestiche diventano ancora più importanti quando una donna adottata affronta a sua volta una gravidanza.
Nel caso del parto in anonimato il ginecologo, l’ostetrica, l’operatore sanitario, che assiste la donna che sceglie di non essere nominata, secretati i dati sensibili che possono consentirne l’identificazione, deve compilare una scheda contenente tutti i dati sanitari relativi alla madre e al neonato. La scheda deve essere consegnata ai genitori adottivi quando ricevono in adozione il figlio.
- Implementazione di risorse umane e investimenti nei servizi post-adozione
I servizi che si occupano del post-adozione sono troppo pochi e sottodimensionati rispetto alle richieste.
Un elemento negativo, inoltre, è rappresentato dal continuo turn over degli operatori nel Servizio Pubblico, a causa di assunzioni precarie, a progetto, a breve scadenza: tutto ciò comporta mancanza di riferimento e destabilizzazione delle famiglie e dei figli.
Occorre un ampliamento dei servizi pubblici del post-adozione; una presenza più stabile degli operatori; il potenziamento delle Unità Operative di Neuropsichiatria per l’Infanzia e Adolescenza e la disponibilità di nuovi centri diurni e comunità alloggio per minori.
Cultura e società
- Inserire nel corso di studi di assistenti sociali, psicologi, educatori professionali, e insegnanti lo studio dell’adozione e dell’affido. Se l’adozione è un long life process, occorre che a fianco dei figli, dei genitori e delle famiglie ci siano operatori competenti e preparati e ambienti accoglienti.
- La Scuola
Applicazione delle Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dicembre 2014; Nota ministeriale n. 1589 dell’11 aprile 2023)
In particolare, tra le tante carenze nell’applicazione di questa disposizione, si segnala quale priorità la nomina dell’insegnante referente d’Istituto, in quanto riferimento importante per alunni, genitori e insegnanti.
Il concorso L’adozione fra i banchi di scuola.
Promosso ogni anno, dal 2014 ad oggi, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, del territorio nazionale.
L’iniziativa ha coinvolto oltre 12.000 studenti, dai 3 ai 19 anni.
L’obiettivo di far conoscere il mondo nell’adozione alle nuove generazioni attraverso la scuola, coinvolgendo oltre agli alunni e agli insegnanti, le famiglie e i loro contesti di vita, ha contribuito a diffondere una migliore cultura dell’adozione nella società, che rappresenta la mission della nostra Associazione.
Si chiede che l’iniziativa possa essere sostenuta dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
- I media – Oltre che nella scuola, si ritiene importante la promozione di tutte quelle iniziative che diffondano la corretta conoscenza dell’adozione, affinché la società possa essere più accogliente e preparata.
Ci riferiamo a tutti gli operatori della comunicazione che possono svolgere un ruolo importante al riguardo: giornalisti, conduttori televisivi, registi e sceneggiatori nella realizzazione di film, fiction e documentari.
Il caso del neonato che ha visto protagonista Ezio Greggio è un esempio paradigmatico di come l’adozione sia percepita e di quanti stereotipi sia pervasa. L’eccellente comico, nell’intenzione di aiutare la madre che aveva abbandonato il figlio nella culla termica alla Clinica Mangiagalli a Milano, ha inanellato in poche frasi una quantità inverosimile di pregiudizi: è riuscito sia a creare madri di serie A, quelle biologiche, e madri di serie B, quelle adottive, sia a ridurre l’abbandono del neonato a una mera questione economica.
Veicolare questi messaggi è pericoloso. Sarebbe auspicabile una campagna che informi sulla corretta conoscenza dell’adozione.