Il governatore lombardo Attilio Fontana avrebbe causato “la diffusione dell’epidemia” in Val Seriana con un “incremento stimato non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati” se fosse stata “estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio 2020”. Lo scrive la Procura di Bergamo in un’imputazione per epidemia colposa di cui risponde anche l’ex premier Giuseppe Conte, la cui posizione è stata trasmessa, però, al Tribunale dei ministri. Per Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo (in foto) Gallera non censì nemmeno i posti letto Non avrebbe adottato “le azioni per garantire trattamento e assistenza”, tra cui “censire e monitorare i posti letto” di “malattie infettive”, “no aggiornandoli mensilmente in violazione di quanto previsto dal Piano Pandemico regionale”. E’ la contestazione di epidemia colposa per l’ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, che compare nell’avviso di conclusione indagini dei pm di Bergamo. Gallera è anche accusato di rifiuto d’atti d’ufficio per la mancata attuazione di quel piano regionale.
Lo stesso Gallera non avrebbe verificato “tempestivamente la dotazione di Dpi”, tra cui mascherine, tute e guanti, né garantito “l’adeguata formazione del personale sanitario”, come previsto anche dal Piano pandemico nazionale, seppur datato al 2006. Condotte che avrebbero, come quelle degli altri indagati per l’epidemia, causato, secondo la Procura, una “diffusione incontrollata” del virus covid19. Tutte contestazioni, quelle di epidemia colposa ricostruite negli atti, che la Procura fa partire dal 5 gennaio 2020, ossia dal primo allarme lanciato dall’Oms.
Una risposta
E a Cremona è stato fatto tutto quanto era possibile? Anche qui i contagi e i morti non sono stati da meno…