Le porte automatiche di Erone di Alessandria, l’odometro del tardo ellenismo, il mulino ad acqua, la ruota idraulica citati da Filone di Bisanzio, il distributore automatico a monete, sempre di Erone, la circonferenza della terra calcolata da Eratostene (con pochi metri di differenza rispetto alle moderne misurazioni) (nella foto centrale), la sveglia e poi ancora l’orologio, l’energia eolica, la prima macchina a vapore (eolipila) e tante altre, sono i prodotti tecnologici concepiti da grandi menti del periodo ellenistico in un tempo compreso fra il primo secolo avanti Cristo e il terzo secolo dopo Cristo.
È difficile comprendere come la mente umana abbia potuto raggiungere livelli progettuali estremamente elevati avendo a disposizione solo due strumenti: l’intelligenza e l’osservazione. Se oggigiorno noi fatichiamo a distinguere un uomo che esiste da una macchina che funziona è perché ci siamo affidati ad un solo tipo di intelligenza, definita attiva (che i greci chiamavano metis), perdendo così – anche da un punto di vista linguistico – l’idea di un’intelligenza contemplativa (nous). È proprio quest’ultima che fa la differenza: Aristotele dice nella sua Metafisica: ”Se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercano la conoscenza solo al fine di sapere e non per ottenere qualche utilità pratica” (traduzione di Giovanni Reale, Rusconi 1997). In estrema sintesi una conoscenza che non serve a nulla non può piegarsi a nessuna servitù (oggi non è così, credo).
Ad eccezione degli specchi ustori, della vite di Archimede e di poche altre invenzioni, la componente ludica della scienza ellenistica è stata preminente. Molti di questi scienziati ante litteram affermavano che le loro scoperte dovevano destare meraviglia e sorpresa (la meraviglia del sapere, secondo Aristotele); in generale non pensavano ad applicazioni pratiche e non erano interessati allo sviluppo tecnologico.
Per dovere di completezza, appare giusto sottolineare che ai tempi di Erone, grazie alla schiavitù, gli “intellettuali” potevano godere di molto tempo in cui pensare. Non esisteva un metodo scientifico e l’esperimento, inteso nel senso moderno del termine, era sostituito dall’osservazione intelligente che, da sola, non ha consentito uno sviluppo sistematico del sapere. Si doveva attendere Galileo, Copernico, Vesalio e altri personaggi di grande caratura, per assistere al progresso della scienza in senso moderno. Tuttavia è innegabile il ruolo precursore del pensiero ellenistico; si potrebbe dire,scherzando, che la civiltà europea si è ispirata alle intuizioni di costruttori di giocattoli per sviluppare la moderna tecnologia, che oggigiorno ci sta mettendo nei guai, ma questa è un’altra storia.
Giuseppe Pigoli
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Riflessioni assolutamente condivisibili