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L’eccellente sanità privata può scegliere le prestazioni più redditizie

9 Agosto 2023

Esiste una apparente contraddizione nella sanità lombarda: se da un lato viene definita “eccellente” ed è in grado di attirare molti pazienti da fuori regione, al contrario la nostra esperienza quotidiana si scontra con lunghe liste d’attesa, carenza di medici, di personale, di attrezzature, scarsa copertura del territorio, assenza del medico di base e molto, molto altro ancora. Ma allora, di quale “eccellenza” stiamo parlando?

Per rispondere a questa domanda è necessario fare alcune considerazioni: la prima è che il termine “eccellente” viene in genere riferito ad alcune strutture private/strutture pubbliche/universitarie di grande prestigio e che effettivamente costituiscono la meta di viaggi della speranza da tutta Italia. Non è sempre così invece per la maggioranza degli ospedali pubblici, che spesso faticano persino nell’attività ordinaria. Un secondo aspetto, forse più importante, riguarda la possibilità, offerta solamente alle strutture private, di poter scegliere i malati e le malattie più “redditizie” ed investire su strumentazione e professionisti di alto livello, al contrario di una sanità pubblica che invece non ha alcuna possibilità di scelta. Qualche esempio può aiutare a chiarire il concetto: negli ospedali pubblici si concentrano tutte le malattie comuni, dalle emorragie cerebrali (75%) alle leucemie (87%), dagli aborti (90%) alle tonsille (80%) alle appendiciti (85%), dai calcoli (80%) alle cirrosi (86%) alle polmoniti (78%), alle psicosi, agli incidenti stradali, alle ustioni, ai trapianti, alle ferite da ricucire e così via all’infinito. L’ospedale pubblico deve insomma fornire tutte le prestazioni possibili e immaginabili, da quelle più semplici (e che non rendono nulla dal punto di vista economico) a quelle più impegnative (ad alto costo).

Al contrario la sanità privata accreditata può scegliere di cosa occuparsi e troppo spesso si concentra sulle prestazioni assai convenienti dal punto di vista economico. Forse non tutti sanno che tutta l’attività ospedaliera viene rimborsata dalla Regione secondo una vera e propria “tariffa” stabilita da un listino prezzi e che gli interventi vengono pagati a seconda della loro complessità (da pochi euro a decine di migliaia di euro). Su questa base, l’eccellente sanità privata spesso sceglie a cosa dedicarsi e magari si concentra su prestazioni “redditizie” mentre la sanità pubblica, obbligata a coprire le esigenze della popolazione a 360 gradi, non ha alcuna possibilità di scelta.

A questo punto il normale cittadino che lamenta febbre, qualche dolorino, deve controllare il diabete o ha avuto un incidente stradale dovrebbe sapere che la eccellente sanità privata spesso non si occupa di queste “bazzecole” e che quando ha la necessità di una protesi ortopedica e si rivolge all’ospedale pubblico, può sentirsi dire che c’è una lunga lista d’attesa. Prima di arrabbiarsi, protestare e mandare messaggi in rete dovrebbe sapere che il personale dell’ortopedia ospedaliera non si occupa solo di protesi d’anca, anche se lo fa benissimo, ma deve fare prima l’ambulatorio per i traumi, poi ingessare le fratture, poi seguire il Pronto soccorso, poi operare i femori rotti, poi fare l’ambulatorio, le visite di controllo……tutte cose “normali” che però la eccellente sanità privata non sempre è disposta a fare.

Ovviamente ci si potrebbe chiedere se tutte le prestazioni ad alto costo garantite dalla sanità privata siano davvero necessarie/indispensabili oppure se qualche volta si possa ipotizzare una scelta dettata non tanto dalla clinica quanto dal rendimento economico di quella prestazione. Un grave problema già emerso in alcune vicende quanto meno imbarazzanti e del quale Regione Lombardia è del tutto consapevole.

Dal momento che l’ospedale pubblico non è invece destinato a produrre reddito e si deve occupare di malati veri e malati immaginari, di poveracci e di benestanti, di prestazioni “normali” e prestazioni altamente specialistiche, di Covid e di febbre del Nilo, di crisi di astinenza e di  infarto, la definizione di “eccellenza” gli sta pure stretta.

Non va sottovalutato però un altro elemento fondamentale e cioè che la sanità pubblica, con rare e lodevoli eccezioni, è talora gestita da individui il cui unico merito è troppo spesso la fedeltà ai loro padrini/padroni e per i quali la capacità di analisi, programmazione ed organizzazione è un requisito ritenuto non indispensabile.  E’ infatti sotto gli occhi di tutti l’attuale condizione della sanità pubblica, incapace persino di garantire l’assistenza di base sul territorio. Una situazione che quindi costringe molti cittadini ad affollare ulteriormente il Pronto Soccorso dell’ospedale pubblico, aggravando la situazione sopra descritta e perpetuando un circolo vizioso in cui il termine “eccellenza” sembra appartenere ad un altro pianeta. Proprio come l’idea di costruire nuove strutture edilizie senza il personale e le attrezzature per farle funzionare e gettare al vento i pochi soldi rimasti per la sanità pubblica.

Ripensare l’organizzazione sanitaria non è evidentemente nella testa di chi la dirige: se nulla cambia, il personale continuerà ad essere scarso, sofferente, malpagato, talvolta mal sopportato e troppo spesso non ascoltato. Non stupiamoci quindi se molti professionisti stanno abbandonando una nave che sta pericolosamente sbandando. Forse nessuno ha ancora capito (ed è questa la cosa più grave) che l’assistenza sanitaria la fanno gli operatori, non i muri e che investire nei professionisti, valorizzarne il merito e le capacità, magari pagarli il giusto e fornirli di strumentazione ed organizzazione adeguate appare l’unica soluzione per rimediare ad una situazione sempre più preoccupante e sempre meno sopportabile.

 

Pietro Cavalli

 

 

8 risposte

  1. C’è anche un altro fattore che non mi pare sia emerso nell’articolo. Pubblica o privata che sia la struttura,se hai bisogno di una visita o di un esame particolare e la chiedi gratis, devi aspettare mesi, se invece la chiedi a pagamento, in pochi giorni sei soddisfatto. Che poi in una struttura pubblica,da dipendenti, si faccia anche attività privata che entra in conflitto di interesse con l’attività pubblica che si svolge e per la quale si è assunti, mi pare un’aberrazione ad altissimo livello.

    1. In un’intervista televisiva, Silvio Garattini ha affermato che è assolutamente sbagliato consentire lo svolgimento dell’attività privata in una struttura pubblica e che i medici ospedalieri dovrebbero essere pagati di più.

    2. Mi hai tolto le parole dalla penna. È capitato a un mio conoscente per una protesi ortopedica per la quale si andava per le lunghe adducendo i motivi correttamente e condivisibilmente esposti da Pietro, leggi routine quotidiana ospedaliera. Poi, magicamente, facendo scivolare la cosa attraverso la prestazione privata, il mio conoscente è stato operato pochi giorni dopo. Quindi, nel ripensare alla organizzazione sanitaria bisogna considerare anche queste variabili. Capisco che sia il soldo ad allettare molti colleghi, ma in questo modo il pubblico come immagine ne ricava sempre meno.

    3. I problemi della sanità, pubblica e privata, sono molti e ovviamente non si limitano a quello che ho appena scritto. Se il Direttore è d’accordo, potrei affrontare il tema proposto da Stafano Araldi in termini un po’ più articolati. Non mi piace infatti rispondere senza motivare il mio pensiero. Le risposte da social media non giustificano la presenza di materia grigia nelle scatola cranica.

  2. “Non muri, sed mentes” scrisse anche S. Agostino. La persona che soffre elevata sul piedestallo della politica: sarebbe una vera rivoluzione! Si constata invece che oggi l’unico obiettivo che sta travolgendo il mondo intero è l’accumulazione e concentrazione capitalistica. A fronte degli scandali e delle inefficienze, la politica pare non avere la forza di raddrizzare la rotta. Purtroppo il meccanismo, a cui viene assoggettato tutto il settore sanitario, è oggi regolato dal settore privato e produce le gravi conseguenze denunciate con chiarezza dal dott. Cavalli. I meccanismi di risarcimento dei costi delle cure mediche, sempre più specialistiche, da parte del sistema sanitario nazionale, sono strumentalizzati da chi tende a privilegiare il guadagno, attento a chi può spendere di più.

  3. L’eterno problema pubblico/privato è alimentato dal fatto che a turno si è privilegiato l’uno a scapito dell’altro sulla base delle tendenze politiche del momento. Un errore grossolano in cui la classe politica è ripetutamente caduta in modo disarmante e ottuso. In un Paese civile la sanità pubblica DEVE funzionare senza se e senza ma, tuttavia non si deve togliere spazio a quella privata per non cadere nelle solite trappole ideologiche. Il problema non è di facile soluzione.

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