In Italia ormai è sempre più emergenza siccità. Dal 2020 a metà maggio 2024 nella Penisola si sono registrati 81 danni da siccità prolungata. Lombardia (15), Piemonte (14) e Sicilia (9) le regioni più colpite in questi anni seguite da Sardegna (6), Emilia-Romagna (6) e Trentino-Alto-Adige (6).
A scattare questa fotografia è Legambiente, che in vista della Giornata Mondiale dell’ambiente con tema “ripristino del territorio, desertificazione e resilienza alla siccità”, fa il punto della situazione con i nuovi dati del suo Osservatorio CittàClima lanciando al tempo stesso un doppio appello al Governo Meloni e all’Europa in vista della prossima legislatura europea.
La Lombardia (nella foto centrale il Po a Ponte Gerola in provincia di Pavia) è quindi la regione più colpita dalla siccità, ma gli effetti della crisi climatica possono andare anche oltre, se non si adotta una strategia di adattamento.
“Dopo due primavere di siccità estrema, nei primi 5 mesi del 2024 è caduto in Lombardia oltre il doppio della precipitazione media,” spiega Damiano Di Simine, resposbile scientifico di Legambiente Lombardia. “Se nel 2022 e 2023 la siccità ha fatto venir meno le scorte irrigue per il mais, quest’anno gli agricoltori hanno avuto problemi a seminare il mais su terreni perennemente coperti di fango. Occorre fare i conti con il cambiamento climatico, riducendo la fragilità che caratterizza una agricoltura che fino ad oggi ha fatto dell’estrema specializzazione il suo punto di forza. Aumentare la resilienza e la differenziazione delle colture è il modo per limitare i danni legati ai fenomeni climatici estremi, ma anche per aumentare la sostenibilità di una agricoltura che, specialmente in Lombardia, è allo stesso tempo la prima vittima ma, anche, una delle principali cause del cambiamento climatico”