Come sarebbe l’aria della Lombardia se gli effetti del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico non subissero una decisa inversione di tendenza? Hanno provato a immaginarlo gli attivisti di Legambiente che, con un’iperbole, hanno inscenato momenti di vita quotidiana in un contesto urbano dall’aria divenuta irrespirabile per l’uomo. Grandi maschere antigas per uscire a fare la spesa, mangiare al bar, fare una passeggiata, prendere i mezzi pubblici. Il flashmob organizzato all’Arco della Pace e in parco Sempione per la campagna europea Clean Cities, nell’ambito delle iniziative della Youth4Climate in corso a Milano vuole sottolineare lo stretto legame tra emissioni climalternati ed inquinanti in città, le loro pesanti conseguenze sul clima e sulla vita dei cittadini.
L’azione punta a sollecitare le autorità nazionali e regionali ad agire, attivare finalmente le misure risolutive per la lotta alle emissioni di CO2 e alle emissioni inquinanti (PM10, PM2,5, ossidi d’azoto ed ozono), due tipologie di inquinamenti atmosferici da debellare con urgenza. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono 400mila i decessi prematuri in Europa per inquinamento atmosferico, oltre 50mila in Italia, uno dei Paesi più esposti anche a causa delle troppe auto circolazione. Da novembre 2020 siamo stati condannati dalla Corte di Giustizia “per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti (PM10), in modo continuato, dal 2008 al 2017” e negli anni successivi sino al 2021.
‘Da oggi si apre il cosiddetto periodo critico dell’autunno e inverno durante il quale l’innalzamento dei livelli di polveri sottili è ormai una costante che si ripete ogni anno – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. È chiara la necessità di cambiare rotta per ridurre le emissioni climalteranti e l’inquinamento in atmosfera, ma per farlo servono politiche serie e coraggiose, a partire dalla mobilità’.
Il presidente Legambiente Stefano Ciafani ha chiesto alla Commissione Europea di intervenire su governo e regioni perché prendano i provvedimenti promessi per evitare la multa prima della verifica di fine anno. La Commissione ci ha prontamente risposto che ‘spetta principalmente alle autorità nazionali competenti monitorare e garantire la corretta attuazione e conformità alla legislazione dell’Ue anche in materia di qualità dell’aria e che, dopo le procedure di infrazione e la condanna, la Commissione europea continua a seguire da vicino la situazione in Italia, come a dire che la multa sta per arrivare. Legambiente ha scritto anche al presidente del Consiglio Mario Draghi e per conoscenza a tutti i ministri competenti. Siamo in attesa di risposta.
Ormai è chiaro che le chiacchiere stanno a zero, ma le emissioni no! Abbiamo scritto alla Commissione Europea per segnalare l’inazione e i ritardi nell’applicazione dei provvedimenti d’emergenza e dei piani di risanamento dell’aria, sia da parte del Governo nazionale che delle regioni coinvolte. Se le nostre autorità non si decideranno a vincere la guerra all’inquinamento la Commissione, sulla base degli allarmanti dati che arrivano dalle città italiane, chiederà alla Corte di giustizia Europea di definire l’ammontare delle sanzioni» sottolinea l’associazione.