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Lettera al dg Rossi: ‘Riveda il progetto del nuovo ospedale’

30 Aprile 2022
Signor Direttore, leggo purtroppo in ritardo la sua del 26 aprile a proposito del nuovo ospedale che si vorrebbe costruire in sostituzione del vecchio. Mi pongo e le pongo una prima domanda; può considerarsi vecchio un ospedale inaugurato nel 1971? Ricordo ancora molto bene il plastico esposto al centro della Galleria 25 Aprile che i cremonesi hanno apprezzato a lungo. A mia memoria non ricordo un esempio simile di trasparenza e di soddisfazione della nostra cittadinanza. Correva l’anno 1965 o giù di lì. Si dice, ma non ci voglio credere, che quella fu l’ ultima operazione politica ‘pulita’. Se però pensiamo che il presidente del Consiglio di Amministrazione del tempo era un galantuomo come l’avvocato Priori dobbiamo crederci. Il nostro vecchio ospedale andava in pensione dopo una lunga, preziosa presenza durata alcune centinaia di anni. I cremonesi gli sono grati.
E ora veniamo alla vicenda assurda, non chiara, del nuovo ospedale che dovrebbe essere costruito di fronte al ‘vecchio’ (?!) inaugurato, ripeto, nel settembre 1971 col primo reparto di oculistica condotto dal dottor Luciano Scotti. Poi, via via, seguirono gli altri. Notai che in altre città venivano costruiti altri nosocomi con le stesse fattezze, ma non mi risulta che nessuno di essi sia stato abbattuto perché obsoleto o non più in grado di svolgere al meglio le sue funzioni. Mi viene un dubbio: siamo certi che a Cremona sia stata eseguita una manutenzione adeguata? Ho dei seri dubbi. Ho assistito spesso ad episodi di trascuratezza. Ne cito uno per tutti, che sembra quasi una barzelletta. Agnese Moro, figlia di Aldo, era con noi in riunione nell’ufficio a pian terreno, vicino agli ascensori di destra. Ad un certo punto si reca nei servizi igienici proprio di fronte alla nostra sede e, al ritorno, mi fa notare che la lampadina del bagno era bruciata. Preso atto, informo il destinatario della questione. Quindi me ne sto tranquillo. Esattamente un anno dopo si ripete la stessa scena. Agnese Moro, durante la riunione, si reca nello stesso bagno. Ne ritorna esclamando testualmente: ‘Licio, non è possibile che dopo un anno non sia stata sostituita la lampadina!!”.. Da questo infinitamente piccolo episodio possiamo concludere che la manutenzione del nostro ospedale sia stata, vogliamo dirlo, alquanto carente. Un edificio di quelle dimensioni avrebbe avuto bisogno di ben altre attenzioni. Ma tant’è.
Ed ora il DG Giuseppe Rossi convoca l’assemblea dei sindaci per comunicare la ‘buona novella’. A costo di ripetermi, sono stati invitati gli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti? O il dottor Rossi pensa di poter fare a meno di una loro consultazione se non addirittura di un loro concreto coinvolgimento? Va bene che oggi è il tempo dei tuttologi, ma a tutto c’è un limite. Non so se il Centro per i diritti del Malato funzioni ancora, ma nel caso funzionasse è stato invitato?
Ai tempi del DG Felice Majori questa era prassi normale, ma quelli erano veramente altri tempi, dove, dopo essere stati invitati, potevamo assistere a veri e propri scontri di opinioni che alla fine trovavano la soluzione civile auspicata. Quella, e qui mi rivolgo direttamente al dottor Giuseppe Rossi, si chiamava collaborazione della quale oggi non c’è più traccia.
Egregio dottor.Rossi, Le ha mai detto nessuno che il DG dottor Majori, ogni domenica, ripeto ogni domenica, si recava in ospedale e visitava i reparti dei degenti ai quali chiedeva se tutto andava bene, se c’erano problemi da risolvere e così via? Le sembrerà fantascienza ma le assicuro che tale non era, anzi. In compenso quando vengo in ospedale e chiedo agli operatori sanitari di tutti i livelli se il Dr. Rossi si fa vedere nei reparti, ricevo sempre una risposta negativa. Per i più, egregio dottor Rossi, Lei è un oggetto misterioso. Che tristezza.
Concludo invitandoLa a riconsiderare il progetto del nuovo ospedale, giustamente paragonato ad un Pronto Soccorso, evitando di caricare i cittadini di nuove tasse. Non è certo questo il momento!
Abbiamo di fronte un futuro, spero di sbagliarmi, con nubi nere abbastanza vicine, foriere di tragedie inimmaginabili. Perciò, egregio dottor Rossi, La invito caldamente a cancellare il progetto del nuovo ospedale. Così facendo eliminerebbe i legittimi dubbi dei cremonesi  che non vedono chiarezza in questa operazione considerata inutile e assurda dalla cittadinanza.
Licio D’Avossa
(Cremona)
cofondatore e presidente del Tribunale per i diritti del Malato
e del Centro Tutela diritti del Malato, di cui è ancora membro.

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