Trema il mondo politico dopo l’iscrizione del sindaco, dell’assessore alle Partecipate e del segretario comunale di Seregno nel registro degli indagati da parte della procura della Repubblica di Monza per l’aggregazione tra il gruppo Aeb e A2A. Giovedì scorso il consiglio comunale di Pavia ha rinviato per la seconda volta a stasera la discussione della delibera. A notte inoltrata la maggioranza di centrodestra aveva approvato la richiesta avanzata dal capogruppo del Carroccio Roberto Mura di rinviare il punto all’ordine del giorno per dare il tempo ai consiglieri comunali di leggere il parere legale consegnato ai consiglieri nel pomeriggio, parere chiesto dal sindaco leghista Sara Casanova alla luce della vicenda giudiziaria che ha investito i vertici del Comune brianzolo. Il tempo stringe sia per Pavia che per Lodi. Domani è convocata l’assemblea dei soci di Asm Pavia Spa, giovedì quella dei soci di Lgh e venerdì 8 ottobre quella di A2A. Il consiglio comunale di Pavia aveva chiesto di rinviare la discussione perché riteneva poco chiari i patti parasociali mentre il consiglio d’amministrazione dell’Aem di Cremona ha approvato senza batter ciglio la fusione che in realtà è una incorporazione perché Lgh sparirà all’interno di A2A, come di recente hanno sottolineato in una nota congiunta i consiglieri comunali di Forza Italia Carlo Malvezzi, Federico Fasani, Saverio Simi e la consigliera di Viva Cremona Maria Vittoria Ceraso. Il Movimento 5 stelle cremasco ha chiesto massima collaborazione ai sindaci per aiutare Anac e Corte dei Conti a ricostruire le responsabilità. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa sabato 2 ottobre dal consigliere regionale del M5S Marco Degli Angeli, dal portavoce comunale M5S di Crema Manuel Draghetti e dagli ex consiglieri comunali cremaschi Christian Di Feo ed Alessandro Boldi che hanno presentato i contenuti dell’esposto presentato all’Anac e alla magistratura contabile.
Il nocciolo della questione è la vendita delle azioni di Lgh – società alla quale fanno capo tra le altre la cremonese Aem e la cremasca Scrp – senza un’asta pubblica, attraverso una trattativa diretta con A2A. A sostegno di questa decisione, si sostenne il principio dell’infungibilità, vale a dire dell’assenza di un potenziale partner alternativo ad A2A sul territorio in cui opera Lgh. A Cremona il centrodestra ha manifestato dubbi sulla legittimità lungo tutto il corso dell’operazione, dubbi confermati prima dall’Autorità Nazionale Anticorruzione sulla cessione del 51 per cento di Lgh ad A2A, poi dal Tar Lombardia sull’aumento di capitale operato da A2A in AEB Seregno e infine dal Consiglio di Stato sulla medesima operazione.
Smontata la tesi dell’infungibilità dell’acquirente, emerge il timore della fungibilità delle responsabilità patrimoniali di chi ha condotto e concluso la trattativa. La rinuncia al bando d’asta e quindi alla concorrenza tra potenziali acquirenti avrebbe escluso la possibilità di ottenere un’offerta economica più vantaggiosa per le aziende municipalizzate socie di Lgh, tra cui Aem e Scrp. Il Comune di Cremona aveva l’urgenza di rimpinguare le casse esangui dell’Aem, appesantita da un debito di circa 100 milioni di euro ma con un patrimonio che all’epoca garantiva quell’esposizione e scongiurava il rischio di una procedura concorsuale. Non incombeva il pericolo dell’amministrazione controllata.
Dopo la sentenza del Tar sul caso Seregno, fungibile in tutti i Comuni confluiti con le loro municipalizzate in A2A attraverso Lgh, Forza Italia a Cremona aveva chiesto in consiglio di sospendere l’operazione che avrebbe portato alla fusione di Lgh in A2A, cioè alla cessione del restante 49 per cento del pacchetto azionario, in attesa del pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato. Il centrosinistra cremonese ha respinto questa proposta come pure la richiesta di un ulteriore parere all’Anac alla luce degli orientamenti giurisprudenziali che si andavano consolidando.
Siamo fuori tempo massimo per tornare alla casella di partenza, ma incombono responsabilità su chi ha concepito e condotto l’operazione, responsabilità che potrebbero rivelarsi di natura penale e patrimoniale e che già attengono alla sfera morale. La scomparsa dell’Aem nella galassia bresciano-milanese A2A significa la perdita di un’azienda pubblica che ha gestito servizi essenziali – acqua, luce, gas e trasporto locale – contribuendo allo sviluppo economico e sociale di Cremona. Si disperde un patrimonio umano e industriale, così come inopinatamente è accaduto con l’Azienda farmaceutica municipalizzata, già cassaforte del Comune, ceduta per incapacità gestionale al gruppo tedesco Gehe e poi passata di mano.
Vittoriano Zanolli
3 risposte
Era ora che questi fatti venissero alla luce; noi cittadini dobbiamo sapere anche se molti non sono certo armati da spirito bellicoso e nemmeno polemico.
Basta con gli scippi ai danni di Cremona! Cerchiamo di intervenire per impedirli!!!
Milanesi fornigoniani e bresciani ciellini GO HOME!!!!!