Il liceo del Made in Italy, invenzione del governo Meloni, era partito col piede sbagliato anche a Crema dove conta un solo iscritto. Ed ecco che per evitarne il fallimento, al Munari il preside aveva deciso di costringerer i ragazzi ad aderire mediante sorteggio. Questa decisione aveva provocato la reazione del Pd e del Partito della Rifondazione Comunista. Ieri si è appreso che l’annunciato sorteggio non ci sarà. Il dirigente scolastico in questione ha fatto marcia indietro sull’estrazione a sorte.
Di seguito il comunicato del Pd, diffuso prima del ripensamento. .
“Quanto sta succedendo al Munari di Crema non è accettabile, la volontà di studenti e famiglie non può essere calpestata – dichiara il consigliere regionale lombardo del PD Matteo Piloni che contesta la scelta operata dal dirigente scolastico e comunicata alle famiglie degli iscritti all’istituto per l’anno 2024-25 -. Il Liceo del Made in Ital ha registrato in tutta Italia solo 375 iscrizioni. In Lombardia le scuole che hanno dato la disponibilità ad avviare il corso sono dodici, di cui una in provincia di Cremona, il Munari di Crema, che ha registrato un solo iscritto. Di fronte a questi numeri dovrebbe sembrare evidente a tutti il flop di una proposta che non aveva sostanza: nessun programma, nessuna linea guida, nessun indirizzo di formazione per gli insegnanti. Insomma, solo propaganda. Evidente a tutti tranne che a uno: il dirigente scolastico del Munari, il professor Pierluigi Tadi, che ha deciso di far partire comunque la classe del Made in Italy. Come? Due le opzioni: o gli studenti che si sono iscritti all’indirizzo “economico sociale” scelgono volontariamente di cambiare il corso oppure saranno estratti a sorte i ventiquattro studenti necessari per poter iniziare l’indirizzo del Made in Italy. Ancora una volta al Munari la volontà degli studenti e delle loro famiglie viene ignorata dal dirigente scolastico. Molte famiglie, e con loro alcuni insegnanti, stanno già criticando questa volontà e anche questa volta non saranno lasciati soli nel farlo” .
Ed ecco la presa di posizione congiunta del Partito della Rifondazione Comunisti e dei Giovani di Rifondazione Comunista di Cremona.
”Dal liceo Economico-sociale al liceo del Made in Italy: no al trasferimento forzato. Il Partito della Rifondazione Comunista di Crema e i Giovani Comunisti/e ritengono grave e inaccettabile la scelta del preside del Liceo Munari di estrarre a sorte 24 studenti tra coloro che si sono iscritti al primo anno dell’indirizzo Economico-sociale da “traslocare” nel neonato Liceo del Made in Italy a cui si è iscritto un solo alunno qualora non ci fossero volontari che cambieranno indirizzo di loro iniziativa. Cosa più logica sarebbe chiudere un corso con un numero insufficiente di aderenti che si sta tra l’altro rivelando un flop in tutta Italia: solo 375 iscritti. Esprimiamo solidarietà ai nuovi iscritti al Liceo Economico-sociale, invitiamo loro e le famiglie a non accettare tale diktat che costituisce una vera e propria violazione della libertà di scelta del proprio indirizzo di studio con possibili ripercussioni sul futuro post-scolastico e dichiariamo fin da subito che appoggeremo ogni iniziativa che verrà messa in atto per evitare che tale follia si concretizzi”.
2 risposte
scusate, nell’introduzione dell’articolo sono citati i “Comunisti Italiani” si intende il PdCI o come scritto successivamente nell’articolo Giovani Comunisti del Partito della Rifondazione Comunista di Cremona ?
grazie
Sono iGiovani Comunisti del Partito della Rifondazione Comunista di Cremona