Martedì 26 luglioi 2022 la società cremasca di servizi Scrp ha pagato 3 milioni e 600 mila euro ai Comuni di Soncino, Casale Cremasco Vidolasco, Casaletto di Sopra, Palazzo Pignano, Romanengo, Salvirola, Ticengo, Trescore. Comuni che avevano fatto valere il diritto di recesso dalla società. La cifra corrisponde alla liquidazione delle loro quote azionarie e relativi interessi legali. Contestualmente Scrp ha versato 4 milioni di euro di dividendi ai soci rimasti nella società. La notizia si evince in un comunicato di Consorzio.it, presente nella cartella consegnata ai partecipanti dell’assemblea dei sindaci dell’Area Omogenea, che si è tenuta oggi, a Villa San Michele, in Comune di Ripalta Cremasca. Assemblea convocata per presentare i programmi futuri dell’organismo, e alla quale ha partecipato Fabio Bergamaschi,
neosindaco di Crema.
«Lunedì scorso – si legge nel comunicato diffuso da Consorzio.it – il Consiglio di amministrazione ha presentato la relazione che illustra la proposta di aumento di capitale della società. Operazione finalizzata anche a far entrare nella compagine societaria della nuova società gli otto Comuni che avevano esercitato il diritto di recesso da Scrp e che, con apposita lettera, avevano chiesto di poter aderire a Consorzio.it. L’aumento di capitale sarà definitivamente approvato dall’assemblea dei soci prevista per l’inizio di settembre». La nota stampa spiega il meccanismo attraverso il quale l’operazione sarà realizzata. In sostanza, con un’apposita perizia, è stato stabilito il valore patrimoniale aggiornato di Consorzio.it pari a 27.854.500 euro, attraverso il quale è stato fissato l’ammontare dell’aumento di capitale complessivo pari al 5% del capitale attuale, cioè 100mila euro. Il relativo sovrapprezzo azioni risulta essere quindi pari a 1.292.725 euro. «Tale aumento – precisa il comunicato – verrà sottoscritto in quota parte dai Comuni recedenti di Scrp (per 500.000 euro complessivi) mentre la restante quota verrà
sottoscritta da altri Comuni, anche al di fuori del territorio cremasco (in questo caso per una quota massima attribuibile a ciascun ente pari allo 0,05%), interessati ad accedere ai servizi erogati da Consorzio.it».
La vicenda inizia il 21 giugno 2018. In quel giorno l’assemblea straordinaria dei soci di Scrp delibera di modificare l’articolo 2 dello statuto sociale. I Comuni di Soncino, Casale Cremasco Vidolasco, Casaletto di Sopra, Palazzo Pignano, Romanengo, Salvirola, Ticengo, Trescore, dissentono dalla decisione assembleare e, in base ad una norma del codice civile, comunicano a Scrp di recedere dalla società. Scrp viene messa in liquidazione il 17 dicembre 2018, ma nel frattempo non provvede a liquidare, nei tempi previsti dalla legge, la somma corrispondente al valore delle partecipazioni azionarie degli otto Comuni recedenti.
I Comuni recedenti, assistiti dall’avvocato Raffaella Bordogna di Bergamo, propongono di risolvere la questione con un lodo arbitrale. Scrp accetta. Il tribunale di Cremona nomina arbitro l’avvocato Marco Gamba. Il 5 agosto 2020 l’arbitro si pronuncia a favore degli otto Comuni e impone a Scrp il pagamento pro quota della somma complessiva di euro 3.602.390,40, oltre gli interessi al saggio legale.
Il 15 settembre 2020 il liquidatore di Scrp, assistito dallo studio legale Osborne e Clarke di Milano, impugna il lodo innanzi la Corte d’Appello di Brescia, che fissa per il 29 giugno di quest’anno l’udienza per la discussione. La svolta avviene all’inizio di quest’anno quando tra Consorzio.it e gli otto Comuni si instaura un dialogo finalizzato a trovare una soluzione concordata alla vicenda. L’interlocuzione avviene tra Bruno Garatti, amministratore delegato di Consorzio.it, e gli otto sindaci compatti dei Comuni recedenti. Compattezza mai venuta a mancare anche quando in due Comuni c’è stato un cambio di amministrazione.
«La chiusura della vicenda – sottolinea il comunicato – nasce dalla volontà di Consorzio.it (su specifico mandato dei sindaci soci) e degli otto Comuni receduti da Scrp di ricomporre l’unità territoriale sulla base di un accordo, non meramente economico, ma basato sulla condivisione di nuovi progetti per il territ0rio stesso dal punto di vista della sostenibilità e dei servizi offerti da Consorzio.it». E così è avvenuto.
«Il dialogo – si legge ancora nel comunicato – è stato faticoso, ma la disponibilità di entrambe le parti ha portato al risultato definitivo che ciascuno dei soggetti coinvolti auspicava, con la certezza diffusa che la ritrovata unità permetterà al nostro territorio di affrontare con maggior forza e più ottimismo le sfide dei prossimi anni, il tutto in coerenza con il rilancio e gli indirizzi dell’Area Omogenea cremasca».
«L’accordo – spiegano Gabriele Gallina, Antonio Grassi, Roberto Moreni, Giuseppe Dossena, Attilio Polla, Nicola Marani, Riccardo Vitari, Angelo Barbati – è stato raggiunto grazie alla volontà di entrambe le parti di riavere un territorio unito. Grande merito va a Garatti, che si è interfacciato con noi senza pregiudizi e attento a considerare le nostre ragioni. Ma anche il liquidatore Giovanni Soffientini ha messo del suo. In questa circostanza, che vede la chiusura di un capitolo doloroso della storia del nostro territorio, non possiamo dimenticare di ringraziare anche gli ex sindaci Rosolino Bertoni e Luca Cristiani che hanno ceduto il posto ad altri due colleghi e Mauro Agarossi che purtroppo ci ha lascito per sempre».
Garatti commenta: «Quest’accordo dimostra che il territorio ha capito che deve cambiare rotta e si è convinto che l’unico modo per riuscirci è l’unità e la collaborazione. Dimostra soprattutto la maturità e il senso di responsabilità dei sindaci, sia di quelli rimasti in Scrp, sia dei recedenti. La conciliazione non solo chiude un capitolo tribolato della nostra storia, ma soprattutto sancisce un patto per la rinascita e il rilancio del Cremasco».
Una risposta
La coerenza e la determinazione alla fine hanno pagato.
Grazie all’azione degli 8 sindaci “dissidenti”, alla fine hanno tratto vantaggio anche gli altri comuni che beneficiano dei dividendi della cessata SCRP.
Fra questi ci sono anche coloro che hanno criticato l’operazione e che ora incassano in silenzio….senza ringraziare e riflettere.
Al di la dell’aspetto economico credo sia bene tener presente l’aspetto Politico.
Gli amministratori pubblici del nostro territorio in conseguenza di quanto precedentemente avvenuto devono assumersi l’onere e l’onore di riprendersi
il dovere della guida del Cremasco e non cederlo più agli “organi tecnici” come fatto precedentemente.
Dalle parole emerse dal neo sindaco di Crema sembrerebbe che si voglia dare un nuovo impulso all’area omogenea (senza nulla togliere, ringraziandolo, chi l’ha preceduto in questo ruolo).
Ora, dopo le tante belle parole si attendono i fatti.
I Cremaschi si meritano dei Sindaci che, nell’interesse e per la crescita del nostro territorio, la smettano di “litigare” a causa dei loro legami partitici (e vale anche per coloro che sono alla guida di liste “civiche di fscciata”) e sappiano confrontarsi e fare sintesi sulle proposte che favoriscano la crescita del Cremasco.
Fiduciosi auguriamo a tutti buon lavoro ricordando che i Cremaschi prediligono i fatti alle parole.