‘L’isola’: la solitudine di una coppia matura che si ritrova

21 Giugno 2025

“Se non fosse stato per me, saremmo ancora qui a rovistare in eterno nell’immenso profondo dei nostri ricordi senza concludere nulla”. E invece Enza, la protagonista del nuovo romanzo di Fernando Cirillo, nata e vissuta sulla “sua” isola che l’ha vista crescere e invecchiare, dopo più di trent’anni decide di scrivere una lettera al suo amico delle vacanze, quello dei giochi estivi sulla spiaggia del suo paese. 

‘L’isola’ è stato presentato nei giorni scorsi all’Antica Osteria del Fico di Cremona, presenti l’autore e il giornalista Vittoriano Zanolli. ‘L’isola’ completa la serie di romanzi aperta da ‘Il sentiero per il lago alto’ e proseguita con ‘Dog’ e ‘Il buio’, riproponendo temi cari a Cirillo quali la solitudine, il tempo, i ricordi e l’impossibilità di modificare un destino ineluttabile.

Enza non ha cambiato abitudini, non ha cambiato indirizzo di casa e spedisce la lettera all’unico recapito che ricorda del suo amico, che la riceve e le risponde. Hanno molto da dirsi, una vita da raccontare e da ricomporre ordinatamente. E forse Enza avrebbe dovuto farlo prima, senza spendere troppo tempo “per pensarti e immaginare, inerte, un futuro diverso che ci avrebbe visto, presto o tardi, insieme”. Perché talvolta i desideri restano nel cuore delle persone e altre volte, dopo tanto tempo, cambiano forma e passano in prescrizione.

La lettera arriva a destinazione perché anche lui, l’amico delle vacanze, non ha cambiato né recapito, né abitudini. Avrebbe potuto essere chissà dove, avrebbe potuto non rispondere. Con una lettera? “A una lettera si può rispondere solo con una lettera”. In un’era dove la tecnologia digitale ti permette di comunicare con tutto il pianeta, Enza è rimasta una donna analogica. “Le lettere ci mettono un bel po’ di tempo prima di arrivare a destinazione; ci si impiega tanto per scriverle per poi leggerle, e per rileggerle con più attenzione prima di spedirle”. Enza ha sempre mal sopportato la velocità e quel continuo correre senza un attimo di respiro, “senza dare una valida spiegazione a tutta questa frenesia e a tutto quello che vorremmo cercare, nella corsa, di portare a termine”.

Ma Enza è così, un’isola nella “sua” isola. Una perla rara, diversa da qualsiasi altra cosa. Non ha bisogno di tecnologie per vivere la sua giornata in sintonia coi suoi ricordi, con quelle nostalgie di un tempo che non c’è più tutte racchiuse nel perimetro della “sua” isola. Non ci sarà nulla che potrà allontanarla dalle sue radici che si riveleranno decisive anche nelle scelte sentimentali, neppure la più che minima esitazione anche quando il ricordo di un tempo passato potrà provare a dialogare col presente. Perché il ricordo è patrimonio del tempo e, come tale, irripetibile. Il presente, al contrario,  non ha ricordi: è tutto da vivere.

Nella foto centrale Zanolli e Cirillo

 

 

Una risposta

  1. La solitudine, caro dottore, che brutta bestia! Il proliferare dei social ne è la dimostrazione. Non abbiamo la possibilità di comunicare e ci buttiamo in questi vortici di illusoria attenzione. Ci si rifugia nel ricordo perché il presente è vuoto. Le persone vicine non hanno tempo da dedicare, prese come sono da se stesse. La solitudine spegne.

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