Che l’Italia debba essere schiava di qualcuno è talmente evidente da essere messo a chiare lettere perfino nel suo inno nazionale. Ci avete mai fatto caso? Siamo quasi certamente l’unica nazione al mondo che nel proprio inno si definisce schiava in senso positivo. Certo, Mameli con schiava di Roma intendeva richiamare all’italia divisa e dominata dagli stranieri l’orgoglio di quando essa dominava il mondo conosciuto e insegnava la civiltà ai barbari…ma pur sempre schiava l’ha definita.
E quanto fu geniale Umberto Bossi a scegliere come inno della sua Lega quel Va pensiero di Verdi, vero canto del popolo schiavo che sogna la sua liberazione? Personalmente ho sempre pensato che il Va pensiero dovrebbe essere il nostro inno nazionale, con buona pace della marcia risorgimentale che nemmeno gli ingrati Savoia vollero adottare, tenendosi ben stretta la loro marcetta reale.
È inutile che ce lo nascondiamo, il Va pensiero ci si addice molto più di una marcetta rivoluzionaria, noi italiani senza gli stranieri non ci sappiamo stare. A parte il livello musicale indiscutibile, noi italiani siamo esuli in casa nostra da sempre. Spagnoli, austriaci, francesi, mori, normanni, inglesi, americani, greci e ora arabi, giapponesi, cinesi e indiani …trovatemi un popolo che non abbia piantato per un periodo la propria bandierina sul nostro suolo, o militarmente o finanziamente. Tanto che oramai siamo talmente avvezzi allo straniero che non possiamo farne più a meno, povero o ricco che sia. Siamo la preda più ambita di tutti, dai disperati sui gommoni ai nuovi mega miliardari, tutti sognano un pezzo di Italia.
E noi glielo vendiamo con voluttà porcina: chiunque in Italia possiede qualcosa pare non vedere l’ora che uno straniero pieno di soldi e con poco sale in zucca gliela comperi a tre volte il prezzo corrente.
Con il risultato che chi può vive di rendite, e chi non può rischia una vita miserabile.
Ormai in Italia per gli italiani che non possiedono è impossibile comperare una casa, è quasi un miraggio farsi le vacanze e tra un po’ lo sarà anche andare al ristorante, perché in questa corsa assatanata a sfruttare lo straniero siamo finiti per vivere in una economia da turisti di lusso con stipendi da fame.
L’Italia sta diventando una specie di gigantesco duty -free di un aeroporto internazionale tutto tax free per gli stranieri ricchi e tutto super tassato per gli italiani poveri.
Chiunque viva in Italia si accorge che manchiamo di gas e luce elettrica che infatti paghiamo a peso d’oro, i generi alimentari sono schizzati alle stelle, non bastano le case e persino l’assistenza sanitaria scarseggia …eppure solo nel 2025 dovremo spartire tutto questo non solo tra noi 60 milioni di italiani ma anche con altri 40 milioni di turisti. Ma davvero pensiamo che alla lunga tutto questo invece che una nuova economia non sarà un disastro di proporzioni devastanti?
In questi giorni sono circolate ovunque delle immagini incredibili di invasioni turistiche senza precedenti proprio in Lombardia, terra in cui il turismo era giusto appannaggio dei tedeschi sul Garda. Abbiamo visto Varenna e Sirmione (foto centrale) letteralmente assediate da orde di turisti che avrebbero messo in fuga perfino Brenno e i suoi Galli Senoni alle porte di Roma.
Nell’inno di Mameli l’Italia è schiava di Roma ma almeno s’è desta…noi siamo desti o rischiamo veramente grosso se non decidiamo di gestire con fermezza il fenomeno turistico.
La nostra Costituzione all’articolo 9 esplicita chiaramente che la Republica tutela il paesaggio e il patrimonio storico della Nazione, tutela l’ambiente anche nell’interesse delle future generazioni…ecco.
Vediamo di ricordarcelo, ché l’Italia è la nostra eredità e divorare un patrimonio e rimanere in bolletta è assai più facile di quanto immaginiamo….
Come diceva Dante della sua Firenze… la cieca cupidigia che vi ammalia simili vi ha fatti a fantolin che muore per fame e caccia via la bàlia….
sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
docente di Archivistica all’Università degli studi di Milano
3 risposte
Il turismo è uno dei pochi introiti che restano in Italia. Non è facile sopravvivere se gli italiani spendono il poco denaro che hanno in carburante per il fine settimana al mare o al lago, e tatuaggi che non possono mancare sulla pelle di un italiano che si rispetti. I turisti: ci servono ma sono troppi, rovinano, ma non possiamo rinunciare. Vanno a Como e a Sirmione, non si possono dirottare a Cavatigozzi. Non è esattamente la stessa cosa. E il territorio da rispettare è decisamente importante e dovrebbe essere maggiormente tutelato. Ma il dio denaro regna e impera. E nel nostro piccolo ne sappiamo qualcosa visto che in uno dei pochi spazi verdi di Cremona l’amministrazione comunale ha concesso di costruire un centro riabilitativo che si sarebbe potuto collocare altrove. Evidentemente c’era chi ci guadagnava , qualcuno a cui è proibito dire di no!
Il prof Martelli, il dottor Pigoli, il dottor Cavalli : grazie per gli spunti di riflessione che ci fornite. Senza parlarsi addosso come fanno altri, senza cercare effetti speciali, pur affrontando argomenti non semplici hanno il grande pregio di rendere i loro scritti fruibili per tutti. Leggo sempre volentieri.
Ma quel ” parlarsi addosso ” mi pare una critica negativa alquanto bizzarra. Quantomeno andrebbe chiarita. Ma se per parlarsi addosso si intende una sorta di autocompiacimento per quello che uno scrive, beh voglio vedere quanti scrittori resisterebbero a lungo a scrivere ciò che non piace loro, soprattutto se scrivono per diletto. Altra cosa è vantarsi per quello che si scrive,
ma se un autore ha delle informazioni che ritiene utili donare ai lettori, perché non farlo, evitando di non scadere in un’inutile ridondanza? Poi anche su questo termine, c’è da distinguere. Comunque sia un autore può piacere o non piacere, questo è normale, ma è un altro discorso.