C’è correlazione tra inquinamento ambientale, anche lieve, e malattie respiratorie e patologie tumorali. Il rapporto è dimostrato a livello generale e confermato nel territorio cremonese. A questo risultato è giunta l’Azienda territoriale sanitaria Valpadana che oggi nella Saletta Mercanti della Camera di commercio ha presentato la seconda e terza linea dello studio epidemiologico. In precedenza era stata fatta la mappatura dell’esposizione nel distretto di Cremona; poi il calcolo dei decessi attribuibili all’inquinamento per cause naturali, oncologiche e respiratorie; infine lo studio sugli eventi respiratori nei bambini. L’Indagine era stata avviata con la stesura del protocollo d’intesa tra l’Ats e i Comuni di Cremona, Bonemerse, Gerre de’ Caprioli, Stagno Lombardo, Spinadesco e Sesto ed Uniti. L’obiettivo è fornire informazioni ai cittadini e indicazioni utili agli amministratori locali a fronteggiare una situazione oggettivamente preoccupante dal punto di vista sanitario.
Le risultanze di questa parte dell’Indagine epidemiologica riguardano l’“Associazione tra inquinamento atmosferico ed eventi avversi alla riproduzione nel Distretto di Cremona” e “Associazione tra inquinamento atmosferico da polveri sottili e leucemia acuta nella provincia di Cremona”.
Alla presentazione sono intervenuti il direttore generale dell’Ats Salvatore Mannino e l’epidemiologo Marco Villa che ha chiarito: ”Adesso vedremo di completare lo studio con l’associazione tra inquinanti e alcune sedi tumorali, fermo restando il fatto che i comportamenti individuali scorretti sono decisivi nell’insorgenza di determinate patologie”.
Oggi sono stati presentati dati relativi all’impatto dell’inquinamento atmosferico da polveri ultrasottili (PM2.5) e biossido di azoto (NO2) sulla riproduzione nella popolazione tra il 2010 e il 2019 nei pressi di Cremona e la relazione tra polveri sottili (PM10) e l’incidenza di leucemia acuta in provincia di Cremona. Sono stati utilizzati i dati del Registro Tumori nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018.
Linda Guarda, dirigente statistico dell’Osservatorio Epidemiologico dell’Ats, ha spiegato come tra il 2010 e il 2019 le donne nel primo trimestre di gravidanza siano state esposte ad una concentrazione di inquinanti atmosferici superiore ai limiti di legge nel 26,6% dei casi per l’NO2 e nel 60,9% dei casi per il PM2.5. Comunque si registra la riduzione progressiva dell’esposizione agli inquinanti atmosferici per gli abitanti del distretto di Cremona.
L’analisi ha permesso di osservare effetti, anche se limitati, dell’esposizione al PM2.5 e dell’NO2 sull’abortività spontanea e sulla prematurità, mentre più marcata è risultata la relazione tra PM2.5 e peso molto basso alla nascita. Nessun effetto si è rilevato invece sulla natimortalità. “Complessivamente, il nostro studio suggerisce un’associazione, seppure di limitata entità, tra esposizione a inquinanti atmosferici e alcuni esiti avversi della gravidanza – ha sottolineato Guarda -. Al contrario, sono apparsi molto più rilevanti i determinanti socioculturali, come il livello di studio, la cittadinanza e l’età materna”.
Per quanto riguarda gli effetti sulla leucemia acuta, presentati da Paola Ballotari , statistico dell’Osservatorio Epidemiologico di ATS, i risultati dello studio suggeriscono un lieve incremento del rischio all’aumentare della concentrazione di PM10, in particolare per quanto riguarda le leucemie mieloidi nelle donne.
“Proprio per la necessità di avere un numero sufficiente di eventi per poter fornire stime più robuste – ha evidenziato Ballotari – poiché nel distretto di Cremona erano stati registrati solo 129 casi negli 11 anni presi in considerazione, si è deciso di ampliare lo studio all’intera provincia, dove sono stati osservati 269 casi. Rale scelta ha comportato l’utilizzo delle stime dell’inquinamento di EPISAT, progetto di rilevanza nazionale che per l’intero periodo 2o08- 2018 fornisce dati solo sul PM10. Il nostro studio ha numerosi punti di forza, quali la profondità storica del periodo di osservazione, l’accuratezza delle diagnosi grazie al Registro Tumori dell’ATS e la ricostruzione georeferenziata della storia residenziale.”
I due studi condotti sono in continuità con i lavori già pubblicati (relativi alla prima ed alla seconda linea progettuale) e vantano il contributo del Comitato Scientifico che la Direzione Generale di ATS ha istituito ad hoc a supporto dell’attività di ricerca dell’Agenzia in epidemiologia ambientale.
I report completi sono consultabili sul sito di ATS della Val Padana al seguente link https://www.ats-valpadana.it/indagine-epidemiologica-cremonese.
“Questi risultati – ha concluso Salvatore Mannino, Direttore Generale dell’Ats della Val Padana – sanciscono il completamento di un percorso di ricerca che come Direzione ci siamo impegnati a garantire entro fine mandato, per una migliore comprensione di un tema – quello dell’associazione tra ambiente e salute – rilevante in sanità pubblica e particolarmente sentito in questo territorio, caratterizzato da una forte pressione antropica in una condizione atmosferica di sostanziale stagnazione dell’aria. Mi piace sottolineare come averlo fatto con il supporto di un Comitato Scientifico di indiscutibile profilo e terzietà conferisca ai risultati un significativo valore aggiunto, a beneficio dei decisori sulle politiche di sviluppo del territorio”.