Se Atene piange, Sparta non ride. Se il Pd è acciaccato, Forza Italia non scoppia di salute.
Il 20 luglio, Massimiliano Salini, parlamentare europeo azzurro, punta di diamante della compagine, il più a modo, ha presentato alla Commissione europea un’interrogazione prioritaria p-002320/2023 sul rum cubano.
Oggetto: indicazione geografica ‘Cuba’. Due le domande poste.
La prima: la commissione ha intenzione di non riconoscere l’indicazione geografica Cuba? La seconda: la commissione ha intenzione di proteggere il sistema delle indicazioni geografiche come strumento per promuovere i diritti umani e politici e il libero commercio? (https://www.europarl.europa.eu/meps/it/125670/MASSIMILIANO_SALINI/other-activities/written-questions-other#detailedcardme).
All’eurodeputato forzista girano le palle che il marchio IG possa essere incollato sulla bottiglia del rum cubano. L’incertezza gli pesa molto. Lo irrita quanto una piattola parcheggiata nelle parti intime.
Non è il solo a patire questo tipo di allergia. Nei giorni scorsi Graziano Baldassarre, da metà maggio sindaco di Vaiano Cremasco, non tollera che una via del Comune sia dedicata a Ernesto Guevara. Medico e icona mondiale del guerrigliero, il Che è stato uno dei protagonisti della rivoluzione cubana. Il profilo fa incazzare Baldassarre che intende sfrattarlo e, al suo posto, piazzarci un santo: San Francesco. L’opposizione è agguerrita. La lotta contro l’eliminazione del Che è dura e senza paura.
Come per l’europarlamentare, il brodo di coltura del neosindaco è il centrodestra. Non è un tesserato di Forza Italia, ma apprezza il colore azzurro.
Se due indizi sono una coincidenza e tre una prova, Agatha Christie insegna, allora sorge il dubbio che la cubite colpisca soprattutto gli orfani di Berlusconi e che, dopo la sua morte (13 giugno), il virus si sia svegliato dal letargo.
«Dal punto di vista politico – scrive Salini nell’interrogazione – il riconoscimento dell’IG Cuba sarebbe in contrasto con i diritti fondamentali riconosciuti dal diritto dell’Unione europea: il regime cubano ha espropriato, confiscato ed esiliato le prime aziende e famiglie produttrici di rum e continua a violare i diritti umani e politici dei propri cittadini. Inoltre, Cuba è un alleato fedele della Federazione russa nell’aggressione all’Ucraina. Dal punto di vista commerciale, il riconoscimento dell’IG “Cuba” comporterebbe una situazione di concorrenza sleale e danneggerebbe tutte le realtà produttive e commerciali presenti nell’Unione europea che non hanno creato joint venture con il regime dittatoriale di Cuba».
L’1 settembre, il presidente della commissione agricoltura, risponde a Salini. Lo infilza con eleganza.
Il polacco Janusz Wojciechowski ricorda al crociato italiano che la domanda di IG Cuba è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 22 febbraio di quest’anno. Che la procedura è ancora in corso. Che «Le indicazioni geografiche sono una forma di proprietà intellettuale che identifica un prodotto come originario di una zona geografica specifica, associata a qualità, reputazione o caratteristiche attribuibili a tale territorio. La Commissione continuerà a proteggere attivamente le IG come mezzo per promuovere la conservazione del patrimonio culturale, il commercio equo e solidale e i diritti dei produttori».
Una lezione di precisione e stile. Di equilibrio. Un trattamento da barbiere provetto. Pelo e contro pelo con mano leggera.
La rum war anti IG Cuba è una notizia. Curiosa. Stupefacente. Non un colpo di genio per come è stata posta. Evidenzia un manicheismo di fondo. Un giacobinismo da cattolico integralista. Rivela il Dna ciellino che alberga in Salini, non mascherato dai suoi encomiabili sforzi per apparire – sempre e ovunque – disponibile e accomodante. Palesa la formazione politica iniziata, imprinting indelebile, presso l’università del professor Roberto Formigoni. Università frequentata dal 1998 al 2000, in qualità di membro dello staff dell’allora presidente della Giunta regionale.
Prendere cappello per la richiesta del riconoscimento del marchio IG per l’Havana Club o altra etichetta di rum cubano mira a difendere gli interessi dei produttori europei del prodotto. Nessuno lo discute. Nessuno si scandalizza. Anzi, è legittimo. Nessuno lo nega. Fa parte delle regole del gioco.
Sostenere che la protezione del marchio IG promuove i diritti umani e politici è la favola di Santa Lucia e Babbo Natale, dispensatori di regali ai bambini buoni. Di carbone per quelli cattivi. E per l’eurodeputato azzurro i cubani rientrano in questa categoria.
Salini avrà ragione da vendere per incazzarsi per il rum IG socialista, ma dovrebbe usare lo stesso criterio con il piazzale dell’ospedale di Crema, intitolato alla brigata medica cubana Henry Reeve. Una scelta dell’Amministrazione comunale per ricordare l’aiuto fornito alla città da 52 sanitari dell’isola caraibica, durante l’emergenza covid. Per coerenza con il rum, l’eurodeputato forzista dovrebbe chiedere a gran voce la cancellazione dell’intitolazione a causa della continua violazione di Cuba dei diritti umani e politici dei suoi cittadini.
Salini ha usato in maniera impropria e strumentale argomenti di notevole impatto emotivo e ideologico per sostenere una crociata più o meno condivisibile. Sicuramente poco attinente con la promozione dei diritti umani e politici e il libero mercato. È una banale e concreta questione di quattrini. Di mercanti in fiera, posta in termini etici. Ma i soldi non solo non hanno odore, ma neppure morale. Sarebbe stato più apprezzabile avesse motivato la sua avversione all’Ig Cuba con un brutale: rompe i coglioni ai nostri affari. Punto e a capo.
Salini non è politico di primo pelo. Non è un temerario. Non parla a vanvera. Non si sbilancia, Salini è un calcolatore. Fiuta il vento. Sa cazzare la randa. Sa virare e cambiare rotta. Sa veleggiare in tutte le acque della politica. Nelle pozzanghere del nostro territorio. Nei mari nazionali. In quelli internazionali.
È stato presidente della Provincia. Favorevole alla privatizzazione dell’acqua, è stato costretto ad affondare in quella pubblica, ma non è annegato. È risorto. È stato promosso e spedito in Europa dal Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, grazie alla rinuncia al seggio di Maurizio Lupi. Quasi una vincita all’Enalotto. Il tempo di ambientarsi e, nel 2015, torna in Forza Italia, che lo aveva ospitato prima dell’esperienza con Alfano. Figliol prodigo, accolto dal presidente Silvio Berlusconi in persona, alle europee del 2019 viene ricandidato. Mantiene la poltrona a Strasburgo. Diventa commissario di Forza Italia per la Lombardia, ma a maggio dello scorso anno viene rimosso. Resta nel partito.
Relatore all’Europarlamento per il programma spaziale dell’UE, staziona nell’universo intergalattico. Trascura la sua terra. «La lontananza è come il vento che fa dimenticare chi non s’ama». Ma lui l’adora. A meno di un anno dalla consultazione per il rinnovo del parlamento europeo si ricorda di tanto affetto. «La lontananza spegne i fuochi piccoli. Ma accende quelli grandi». Evvai con Domenico Modugno e con l’affetto per i cremonesi suoi elettori. Non sono cubani. Sono Lombardi certificati IG. Sono accomodanti. Hanno la memoria corta.
Ricompare con molta parsimonia nel suo habitat. Rilascia qualche dichiarazione muscolare. Esagera. Perde la lucidità che lo distingueva: «Alle elezioni europee 2024 l’unico voto utile è a Forza Italia: solo con il movimento azzurro, che appartiene al PPE, la più importante famiglia politica europea, è infatti possibile difendere in modo efficace il nostro Paese» (vittorianozanolli.it, 1 ottobre).
Al primo posto la difesa dei produttori di rum europei dalla fregatura di ritrovarsi quello cubano con il marchio IG.
Se il Pd è acciaccato, Forza Italia non scoppia di salute. Ma fin che la barca va, lasciala andare, suggerisce la saggia Orietta Berti. Se collasserà ci penserà il nuovo ospedale a fare il miracolo. E un moijto con rum cubano o meno può resuscitare i morti.
Chiedere a Matteo Salvini, leader della Lega.
Antonio Grassi
10 risposte
Come Salvini questi piccoli politici si occupano di cose inutili. Andavano bene i medici cubani venuti ad aiutare i cremaschi nel primo covid? Ah, quelli si vero? La politica oggi fa pietà.
Ecco di che cosa si occupano i politici che sono stati eletti nel nostro territorio!!! Per carità: anche i produttori di ruhm hanno i loro diritti e vanno tutelati. Da una parte è meglio così. Infatti, da una parte e dall’altra quando si impegnano per noi c’è da avere paura. Se poi si mettono insieme…ma vuoi vedere che salta fuori una lista civica che unisce Forza Italia e una parte del PD, quello che sta zitto sui temi caldi del momento, quello che prende le distanze dal sindaco e da Fare nuova la città, con un candidato sindaco ‘forte’?
Grassi scrive così bene che l’oggetto diventa irrilevante.
A parte il fatto che, nel caso, pare esserlo.
Salvini ? non parliamone, pensate che è tra i pochi, con Renzo Piano, a potersi fregiare del titolo di PONTEFICE proprio degli imperatori romani.
Il protagonista della politica cremonese è il nulla che avanza. E ormai si tratta di una storia infinita.
È pieno, in Italia è pieno così di distillatori di Rum, soprattutto grazie alle nostre sterminate e famose coltivazioni di canna da zucchero!
Ce n’è uno, in Sicilia, che distilla canna da zucchero di produzione locale.
La coltivazione in Sicilia è iniziata da poco, creare una barriera alle produzioni estere per ciò mi pare ridicolo.
Gli altri ‘produttori’ italiani, ci sono, usano melassa importata, troppo poco per definirlo Made in Italy. Tipo la Bresaola IGP fatta con carne che viene da un altro continente.
Poi ci sta tutto, quello dell’onorevole è il gioco della politica.
Abbiamo ciò che ci meritiamo: l’aria inquinata, il degrado, le attività che chiudono e, causa o effetto, politici dal profilo così basso che più basso non si può.
Viviamo un momento politico veramente triste, grazie a “onorevoli” senza onore, che navigano nell’immenso mare dell’ignoranza con la presunzione di essere portavoce di una umanità disintegrata e facile da manovrare. Questa idea di mettere al bando il rum cubano va a braccetto con quella del sindaco di Vaiano che vuole cancellare il nome del Che. Idee molto povere di sentimenti, assurde e sintomatiche del vuoto culturale e sociale dei loro genitori. Non dobbiamo tacere di fronte a tanta arroganza. Vogliamo continuare ad essere amici sinceri e rispettosi del popolo cubano che lotta quotidianamente contro il criminale blocco statunitense.