Al terzo incontro nell’ambito dei ‘Lunedì Virigiliani’, rassegna di conferenze sull’ambiente organizzata dalla scuola media Virgilio di Cremona, referente del progetto la docente di lettere Alessandra Fiori, oggi pomeriggio al Teatro Monteverdi è intervenuto il professor Grammenos Mastrojeni, diplomatico italiano, coordinatore per l’eco-sostenibilità della Cooperazione allo Sviluppo. È stato delegato alle Nazioni Unite, console in Brasile, consigliere politico a Parigi e, alla Farnesina, responsabile dei rapporti con la stampa straniera e direttore del sito internet del ministero degli Esteri. Da una ventina d’anni concentra la sua attenzione sui cambiamenti climatici del pianeta e nei suoi articoli dei primi anni Novanta già preannunciava il legame fra squilibrio ambientale e instabilità sociale, pace e sicurezza. Ha insegnato “Soluzione dei conflitti e materie ambientali” in diversi atenei, in Italia e all’estero, e nel 2009 la Ottawa University in Canada gli ha affidato il primo insegnamento attivato da un’università sulla questione ‘ambiente, risorse e geo-strategia’, materia che continua a insegnare. Collabora da tempo con il Climate Reality Project, fondato dal premio Nobel per la pace Al Gore. Fra le sue ultime pubblicazioni Vola Italia. Ridare le ali a un paese insostenibile (2023), il libro “Effetto Serra Effetto Guerra”(2019), scritto insieme ad Antonello Pasini, che spiega il legame fra i cambiamenti climatici globali e le crisi ambientali e geopolitiche che stanno avvenendo o potrebbero accadere nel nostro pianeta; precedentemente altre importanti pubblicazioni: Effetti farfalla 5 scelte di felicità per salvare il pianeta (2020); L’arca di Noè Per salvarci tutti insieme (2013) ; L’ecorivoluzione necessaria (2008); I segni dei tempi (2006).
L’equazione della terra: ambiente= giustizia= pace
Nel suo ultimo libro “Ridare le ali a un paese insostenibile ” Mastrojeni afferma che l’Italia ha disperato bisogno di una prospettiva nuova. A parte i numerosi sondaggi, è facile constatare che ci consideriamo paralizzati, per la prima volta da molto tempo, col sentimento che il futuro riserva solo un peggioramento e una progressiva erosione delle sicurezze e del benessere. Se non strettamente in termini economici, quantomeno siamo in decrescita morale e di fiducia e non crediamo di avere le forze e le condizioni per superare il sistema che blocca ogni tentativo di voltare pagina. Qualcosa manca, manca davvero: un programma di rilancio, di trasformazione, comprensibile e aggregante, sostiene ancora il professore, un orizzonte, un modello diverso di nazione, che vada oltre i provvedimenti mai sistemici ma sempre contingenti sino ad oggi adottati. Manca la seconda parte del fare politica: oltre l’abilità ad aggrapparsi al timone e – nel migliore dei casi – tappare le falle della barca che affonda, il progetto di una barca nuova che possa navigare spedita.
Del resto siamo entrati nell’epoca della “sostenibilità”, una prospettiva tanto citata quanto poco compresa, ma tagliata su misura per il potenziale di crescita e benessere del nostro Paese. Cerchiamo allora di capire insieme cosa significa diventare un Paese sostenibile, se ne vale la pena, se davvero la sostenibilità può da sola rappresentare un cammino di rilancio generale per l’Italia, e cerchiamo di capire come riuscirci. In sostanza, la sostenibilità può da sola diventare un programma politico? L’idea proposta nelle pagine del suo ultimo libro è semplice: l’Italia deve assolutamente imboccare il cammino della sostenibilità per diverse ragioni: poiché lo esige l’urgenza di scongiurare il collasso sociale, economico e ambientale che incombe a livello globale. Non si può più attendere e anche l’Italia deve fare la sua parte: è nel nostro interesse, altrimenti entro pochi decenni ci crollerà intorno l’intera organizzazione umana assieme alla natura che la sostiene; è ormai chiaro che la sostenibilità rappresenta il contrario del sacrificio, un percorso di espansione economica e contemporaneamente – le due cose non sono più inconciliabili – di miglior qualità della vita.
Altri popoli, che hanno molto meno di noi per fare di un territorio sostenibile il motore di un benessere infinitamente moltiplicato, si sono già impegnati nella trasformazione e ne stanno già cogliendo i profitti. E noi? Noi, afferma Mastrojeni, quelli che ne trarrebbero i maggiori vantaggi, possiamo permetterci di perdere il treno? Anzi… l’aereo: potremmo volare davvero in alto!
Le ultime due conferenze:
Giovanni Damiani e Maria Rita Signorini 18 marzo “Gli alberi: nostri alleati contro la crisi climatica”
(presidente G.U.F.I. – Gruppo Unitario Foreste Italiane, già direttore di Anpa e già Direttore tecnico di Arta Abruzzo)
Francesco Casella 25 marzo “L’importante ruolo delle comunità energetiche nel processo di abbattimento delle emissioni climalteranti”
Ingegnere, docente del Politecnico di Milano, esperto di Modellazione e Controllo di Sistemi Energetici.