Il centro deposito rifiuti nella zona di Santa Maria a Crema, trasferito da via Colombo, è da sempre stato ritenuto un grave errore da parte del M5S Cremasco. Abbiamo combattuto, da soli, in Consiglio comunale per mettere in evidenza tutta una serie di problematiche riferite a questo progetto voluto da A2A, avallato politicamente da sempre anche dall’Amministrazione comunale, che è stata informata dell’operazione durante la primavera di un anno fa. Abbiamo combattuto in mezzo a schiere di “politici” che si stracciavano le vesti se qualcuno osava pronunziare la parola “discarica”, senza concentrarsi sui reali problemi, sollevati da tutti gli imprenditori della zona. Ai cittadini e agli imprenditori non importa niente del termine tecnico da utilizzare: quel che interessa è che verrà a crearsi a pochi metri da abitazioni e da attività produttive, operanti anche nel settore del terziario e dell’alimentare, un deposito che ospiterà rifiuti perennemente, continuamente rinnovati, scaricati da camion che arriveranno in zona PIP pieni di tutti i rifiuti della raccolta differenziata, frazione organica compresa.
Linea Gestioni, alias A2A, non ha intrapreso fin dall’inizio nessun percorso di reale confronto con le attività produttive della zona e con i residenti, forse perché consapevole e sicura dell’avvallo politico dei soggetti coinvolti? Ci chiediamo se questi soggetti avrebbero avuto il coraggio di analizzare compiutamente l’operazione, con quei seri interrogativi che non possono essere elusi grazie a qualche studio commissionato, guarda caso, proprio da chi vuole il progetto.
Nonostante teoricamente e sulla carta non vi sarà alcun problema, nella pratica tutti i mezzi che ora scaricano in via Colombo si riverseranno in zona PIP: ci saranno presumibilmente file ed ingorghi al sottopassaggio di via Indipendenza e al semaforo di via Bramante. Inoltre, è stato garantito che non ci saranno ulteriori odori, in aggiunta a quelli già ora provenienti dal deposito mezzi adiacente, ma i dubbi sono molti, anzi moltissimi. Le autorità competenti dichiarano che effettueranno campagne di monitoraggi odorigeni successivamente all’avvio dell’impianto, quando tornare indietro sarà pressoché impossibile. Si legge nel decreto n. 57 della Provincia di Crema che “si ritiene opportuno, al fine della verifica delle assunzioni prese dell’attività a regime, la redazione di idonea valutazione post operam di impatti emissivi, tramite campagne di misurazione dislocate sul territorio, da ripetersi in più fasi (estate/inverno). Ciò consentirebbe di confermare l’assenza di disturbo emissivo, come da assunzioni e modelli presentati dal Proponente”. E se invece non fosse così?
Stupisce poi come il consigliere comunale della Lega si dichiari ora assolutamente contrario al progetto: il M5S Cremasco e l’allora consigliere comunale Manuel Draghetti aspettavano il suo appoggio e quello dei suoi compagni di partito in consiglio comunale un anno fa, quando ancora si poteva agire concretamente per evitare questo progetto nefasto per la città. Agitarsi ora, quando è possibile solamente stracciarsi le vesti sui giornali, con scarse, se non nulle, possibilità di tornare indietro, ha poco senso, se non quello di apparire come difensori di un’idea che non si è mai voluto difendere prima.