“L’autonomia dell’ospedale di Crema è a rischio?” questa è la domanda preoccupata che il consigliere regionale Marco Degli Angeli ed il candidato sindaco di Crema Manuel Draghetti mettono sul tavolo. “Due giorni fa Attilio Fontana a Crema non ha chiarito come intende rilanciare la sanità cremasca. Nessuna tempistica sulla casa di comunità, ubicata senza razionalità in via Gramsci, e nulla su come Regione Lombardia voglia valorizzare e potenziare il nostro ospedale all’interno della rete sanitaria territoriale della nostra Regione. Solo parole di circostanza e niente più” sottolinea Draghetti. “Significativo il fatto che il governatore abbia voluto sottolineare che ogni altra soluzione diversa dalla casa di Comunità in via Gramsci sarebbe costata troppo e che i soldi sono pochi. Quello a Crema è lo stesso Fontana che la scorsa settimana ha staccato un assegno di 280 milioni per l’ospedale di Cremona? I rappresentanti istituzionali leghisti pensano di farsi sentire o per loro è più importante difendere l’indifendibile solo per questione di bandiera?”
Incalza Degli Angeli “Per il capoluogo gli investimenti e gli accantonamenti di bilancio anche per opere ed infrastrutture folli come l’autostrada Cremona-Mantova o investimenti alla cieca come il nuovo ospedale non mancano. Per Crema ed il nostro territorio, al contrario, i soldi e la programmazione rimangono sempre fuori dalla porta.”
Nel 2015, i sindaci cremaschi, compatti e con una azione trasversale, fecero piegare la testa a Maroni, e lo obbligarono ad istituire l’Asst di Crema, e garantire l’autonomia al nostro ospedale. Sottolinea il consigliere regionale:”Questa peculiarità, sicuramente mal digerita dai vertici regionali del centrodestra, sembrerebbe essere invisa anche al parlamentare cremonese del Partito Democratico, Luciano Pizzetti, che in una recente intervista in merito al riconoscimento del Dea di 2° livello dell’ospedale di Cremona, spiega che ‘Mantova è in vantaggio perché ha una popolazione più elevata e tutti si riconoscono nel capoluogo, che ha una sola Asst, mentre Cremona, provincia allungata, ne ha due, una nel capoluogo e una a Crema‘. La frase è sibillina.” Quindi l’Azienda sanitaria di Cremona, a causa dell’Ast di Crema, è la metà di quella mantovana, di conseguenza svantaggiata in questa ‘competizione’ sanitaria.
Draghetti incalza e chiede: “Cosa ne pensano i rappresentanti locali del partito di Pizzetti? Cosa ne pensa il candidato sindaco Bergamaschi? In questi anni il PD cremasco ha dimostrato sudditanza nei confronti del deputato ed ex sottosegretario del Governo Renzi ed ha accettato di tutto in nome di equilibri di partito. Ci hanno sfilato il tribunale, l’università, gli investimenti infrastrutturali. Anche i corsi dell’ITS Meccatronica son finiti a Cremona, quando sappiamo che le aziende del settore sono principalmente nel Cremasco. Qualche parola a difesa della nostra autonomia ospedaliera non guasterebbe, visto che c’è rimasta solo questa.”
Altro piccolo tassello del mosaico, non di poco conto e che vale la pena ricordare: il vicesegretario di Fontana è Pier Attilio Superti, delfino di Pizzetti, ex segretario dei Ds di Cremona, capogruppo e consigliere provinciale. “La situazione ed i silenzi ci preoccupano non poco, se non per quest’anno che precede le elezioni regionali del 2023, sicuramente dal giorno successivo ai risultati elettorali. Casalmaggiore con il suo punto nascita ne sa qualcosa” concludono i due esponenti del M5S Cremasco.
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