Le foto dell’elevatore anti barriere collocato all’obitorio dell’ospedale maggiore di Cremona, testimoniano l’incuria e la mancanza di programmata manutenzione, Al verificarsi della prima ruggine, l’intervento manutentivo si sarebbe risolto con un costo molto ridotto rispetto alla spesa che si dovrà affrontare oggi per rendere usufruibile l’elevatore. Un banale esempio che traslato a tutto l’immobile ospedaliero testimonierebbe non solo lo spreco di risorse, ma sopratutto lo stato di degrado non strutturale, ma di origine antropica, sulle superfici di architettura. E’ un ospedale nel quale i pazienti e i visitatori, entrando, hanno la sensazione visiva di incuria e mancanza preventiva di manutenzione e “rammendo” ,ma si rendono anche conto di essere in un immobile che non presenta nessun segno evidente che porti alla necessità della demolizione.
Il Maggiore è stato consegnato il primo agosto 1964. L’Ospedale Civile di Brescia venne inaugurato il 10 dicembre 1950. L’Ospedale Gaslini di Genova fu inaugurato nel 1938. Cito solo questi nosocomi per averli frequentati, ma sono molti altri in Italia, non solo più vecchi, ma in condizioni tali che è un generoso eufemismo chiamare ospedali.
La posizione di chi ritiene che la demolizione del Maggiore necessaria perché non è una costruzione antisismica, è smentito dalle nuove tecnologie in grado di mettere in sicurezza immobili in caso di sismi. Nel caso specifico il recupero dell’esistente si affronta con una progettazione, tecnologie e materiali adeguati. Non può sfuggire una riflessione sul parco scuole di Cremona: la maggior parte non sono antisismiche e presentano carenze abitabili non degne di ospitare i nostri studenti. Da anni si dibatte sulla necessità di intervenire sulle scuole, ora è l’occasione di investire risorse, come priorità. Non si può giustificare la demolizione dell’Ospedale maggiore solo perché non è antisismico .Allora che facciamo? Demoliamo tutte le costruzioni che non sono antisismiche, anche il Torrazzo, il Museo del violino, l’Auditorio eccetera.
Ritengo di avere acquisito sufficienti competenze ed esperienze nel campo della progettazione e recupero del patrimonio edilizio esistente, con decine di interventi con dei partner di alto profilo professionale, che mi permettono di affermare che il recupero del nostro Ospedale non solo è possibile, ma si eviterebbero moltissimi inconvenienti dovuti alla demolizione. Si può intervenire a stralci, senza sospendere l’attività ospedaliera e con risultati eccellenti, sia estetici che funzionali.
Prima di progettare un ospedale, sia nuova costruzione o recupero ,è indispensabile conoscere le esigenze sanitarie del territorio. Mi sembra che lo studio per determinare dimensioni e caratteristiche siano ancora molto evasive.
Giorgio Mantovani
6 risposte
Complimenti al Geometra Mantovani per la competenza,l’intelligenza e la professionalità degli argomenti trattati.
Condivido pienamente, stessa cosa per l’ex INAM di viale Trento Trieste
Non si può non concordare su di un’analisi tecnica indipendente e però si stanno fronteggiando la prepotenza e l’ignavia. Prepariamoci quindi ad un ospedalino di campagna, ad un polo logistico di cui nessuno sente la necessità, alla devastazione del territorio persino all’interno del parco del Morbasco, ad iniziative fintamente benefiche. Il tutto mentre i cremonesi stanno a guardare.
Sono stato tra i primi ad esprimere seri dubbi sulla effettiva opportunità di demolire l’ospedale di Cremona, considerato che per analoghe strutture, persino più vecchie, i programmi di intervento in atto o programmati, non prevedono radicali demolizioni dell’intero complesso. L’impressione più fondata è che, in realtà, la Regione Lombardia, nota negli ultimi decenni per la sua scarsissima capacità di programmare seriamente gli interventi pubblici, faccia certe proposte con il solo intento malcelato di “disarmare” completamente la struttura sanitaria pubblica esistente sul nostro territorio, e ciò a tutto vantaggio delle strutture private, Decisamente preoccupante è lo scarso dibattito che le categorie interessate, i sindacati e le forze politiche hanno sviluppato sull’argomento, evidenziando un cinismo che non promette nulla di buono, anche in materia sanitaria, per il futuro del nostro bistrattato territorio. Mi congratulo pertanto con coloro, come fa oggi Mantovani, cercano di mantenere, in argomento, almeno aperto il dibattito
Poco più sopra ho riconfermato il mio personale parere, da sempre completamente contrario alla singolare proposta di demolire una importante e valida struttura, ancora relativamente giovane, come l’ospedale pubblico di Cremona.
Sono mesi che protesto per questa decisione incomprensibile. Ritengo che ci sia solo un vantaggio economico per chi realizzerà la struttura. Possibile spendere soldi per una muratura e non investirli nel potenziamento dei reparti che stanno disintegrando si? Area donna chiuso…. Guardia medica chiusa, dobbiamo andare a Brescia e Mantova a farci curare? È uno schifo.