Durante l’ultimo consiglio comunale di Crema del 27 settembre scorso non è stato trattato il punto inerente la costituzione di un’Associazione Temporanea di Scopo per promuovere il Masterplan 3c, uno studio ed un programma inerente diverse tematiche (infrastrutture, energie, formazione ecc. ecc.) per la provincia di Cremona. La fretta è davvero una cattiva consigliera: iscritto all’ordine del giorno del consiglio comunale, è stato sospeso perché, giustamente, alcuni sindaci del territorio hanno chiesto alcune modifiche del documento. Il M5S Cremasco non avrebbe affatto votato a favore di quel documento così com’era stato presentato in riunione dei apigruppo. Sono almeno quattro i punti critici:
1. Innanzitutto, si vuole promuovere un Masterplan scritto tre anni fa, pre-pandemia, contenente quindi elementi ormai anacronistici e superati, nel bene e nel male, da ripensare e rivalutare alla luce degli accadimenti degli ultimi tempi e alla luce di come il mondo è completamente cambiato dopo la pandemia (solo un paio di esempi: progetto ERCAM, affossato dalla maggioranza che governa Crema, non più attuale; Fiera di Cremona, da ripensare completamente). Il Masterplan va rivisto e aggiornato, per conciliarlo con gli obiettivi strategici del PNRR finanziato con gli oltre 200 miliardi di euro che Giuseppe Conte è riuscito a portare in Italia.
2. Non è ammissibile l’articolo 9 dell’associazione: com’è possibile che ‘tutta la documentazione e le informazioni di carattere tecnico e metodologico, fornite da uno dei soggetti attuatori ad un altro, dovranno essere considerate da quest’ultimo di carattere riservato?’ Un piano del genere va promosso, va reso trasparente ogni passaggio, va coinvolta il più possibile la cittadinanza tutta, oltre a tutti i sindaci del territorio, fino ad ora non sufficientemente ascoltati. La riservatezza cozza totalmente con quelli che dovrebbero essere gli obiettivi di questa associazione temporanea di scopo.
3. Serve più collegialità nel prendere le decisioni. Gli effetti di una mancanza di condivisione sono sotto gli occhi di tutti: il punto all’ordine del giorno è stato sospeso per avviare un confronto, che non c’è stato in precedenza. Serve aprire un periodo temporale (dai 3 ai 6 mesi) per raccogliere, analizzare e confrontarsi su tutte le proposte di sindaci, associazioni, stakeholders, cittadini. Credere che sia possibile gestire un’associazione temporanea di scopo sul rilancio di una provincia così eterogenea e variegata come la nostra, senza un profondo e trasparente momento di confronto e collegialità, porta solo a sbattere.
4. Le quote associative annue per ciascun soggetto facente parte dell’Associazione dovrebbero essere riviste in chiave di maggior equilibrio ed equità per quanto riguarda i Comuni, sulla base dell’effettivo numero di abitanti. Ora auspichiamo che si possa rivedere la versione attuale con modifiche che recepiscano queste indicazioni. Nel frattempo, diciamo a Bonaldi, Galimberti, Bongiovanni e Signoroni che un metodo come quello che hanno applicato fino ad ora, senza un’azione collegiale e trasparente, fa solo il male di tutta la nostra Provincia.