Il riconoscimento per l’ospedale di Cremona di Dea di secondo livello, inscindibilmente unito alla realizzazione della nuova struttura ospedaliera, rappresenta il futuro per i prossimi decenni della sanità dell’intero territorio cremonese. E sempre come coalizione abbiamo sostenuto questo progetto. Non sono quindi ammessi errori, superficialità o vaghe rassicurazioni.
Apprendiamo dal direttore generale del welfare della Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, che è in corso l’istruttoria per il riconoscimento di Dea di secondo livello anche all’ospedale di Cremona, oltre al medesimo riconoscimento per l’ospedale Carlo Poma di Mantova, che la giunta lombarda voterà oggi. La nota di Pavesi ci sembra tuttavia un po’ troppo vaga e generica.
Va infatti ricordato che in questo momento l’ospedale di Cremona dovrebbe chiedere al ministero (a cui spetta la competenza) una deroga non solo sul numero di abitanti del bacino di utenza (almeno 600.000) ma anche sulle specialità attualmente non presenti (non vi è menzione ad esempio di aprire una cardiochirurgia con annessa rianimazione, né riaprire la TIN).
A che punto siamo con le interlocuzioni con il ministero? Oppure si stanno ipotizzando altri interventi?
Vanno costruite tutte le condizioni affinché la sanità del territorio cremonese diventi un modello vincente e integrato con la sanità del territorio.
Sollecitiamo pertanto il presidente Fontana e l’assessore al welfare Bertolaso a dare ai cremonesi informazioni aggiornate e complete su tutti gli aspetti della questione, fornendo insieme tempi e scadenze definite, affinché anche l’ospedale di Cremona abbia tale riconoscimento.
Dottor Marco Loffi (Fare Nuova la città – Cremona Attiva)
Dottor Riccardo Merli (Fare Nuova la città- Cremona Attiva)
Dottoressa Cinzia Marenzi (Fare Nuova la città- Cremona Attiva)
3 risposte
Chiedo scusa ai medici di ” Fare nuova la città”, ma i cremonesi che vogliono essere informati in modo corretto e rispondente alla realtà dovrebbero ormai sapere che il treno cominciava ad essere perso quando la TIN è stata spostata da Cremona a Brescia. Le mamme che l’avevano sperimentata si opposero, manifestarono, raccolsero firme. Il professor Poggiani in particolare combatté al loro fianco. La TIN andò alla Poliambulanza. La cardiochirurgia non è mai stata tra i reparti del nostro ospedale e non si sa se sarà prevista nel nuovo ospedalino, di cui si sa che sarà un centro meraviglioso di relax e benessere, ma sui reparti previsti è buio totale. Perché mai ora dovrebbe essere ripristinato ciò che ci è stato scippato (dov’erano allora i medici e Fare nuova la città???), e istituire reparti che non sono mai esistiti a Cremona? Dov’erano quando è iniziato l’iter del nuovo ospedalino, ottava meraviglia del mondo, lanciato dalla giunta lombarda ma non osteggiato di certo né dal sindaco, né dal PD e ovviamente appoggiato dal centro destra? Forza Italia, in particolare l’europarlamentare Salini, ne ha rivendicato orgogliosamente la paternità. Ora si svegliano tutti quanti, ma perché mai dovrebbe essere concessa una deroga proprio a Cremona? La verità è che non solo non si è lottato adeguatamente e strenuamente per mantenere ciò che già esisteva, ma non si è neppure data importanza a quello che stava accadendo. Tutti lì zitti, fino a qualche giorno fa. Ora sia il PD, on. Pizzetti a parte, e la lista del sindaco si agitano scompostamente e, a mio avviso, inutilmente. La toppa è peggio del buco, dottori! Mentre il centrodestra continua a tacere colpevolmente restando nell’angolo a guardare. Vergognoso! I cremonesi sono stati lasciati soli e abbandonati al loro destino! Il Comitato esprime la contrarietà della cittadinanza, ma prima nessuno ha interpellato i cittadini: il “bene” del territorio è stato deciso oppure subìto silenziosamente da chi ci rappresenta. Tutti! Un’altra dimostrazione della mancanza di peso politico di Cremona e del suo territorio.
L’unica cosa che possiamo fare è NON dimenticare quando andremo a votare!
Sarà un caso, ma dopo il rinnovo anticipato rispetto alla scadenza prevista dal contratto del sovrintendente del Teatro Ponchielli voluto fortemente dal sindaco e non approvato dall’on. Pizzetti, sembra che tutti i gruppi che gravitano intorno al PD prendano le distanze dal loro precedente ” Faro” ispiratore… Sarà una strana coincidenza o un’ ulteriore dimostrazione di divorzio? O forse semplicemente tutti nodi che vengono al pettine e suggeriscono di intraprendere strade diverse. Salvo poi riconvergere quando serviranno i voti di tutti insieme. Ricordiamoci dei teatrini di questi ultimi tempi. Anche se, per ora, nulla di interessante si profila all’orizzonte in tema di rappresentanza politica. In che mani finiremo? Peggio di così?