Egregio Direttore,
ieri, il centrodestra in Consiglio regionale ha respinto una mozione presentata dal gruppo del Partito democratico che impegnava la giunta a chiedere al Governo una proroga del mercato tutelato.
Il provvedimento deciso dal Consiglio dei ministri coinvolge circa cinque milioni di persone che risulterebbero quindi ‘scoperte’ nei confronti dei rincari delle bollette di luce e gas. Per Arera la differenza fra libero mercato e maggior tutela è oggi dell’8% in più per l’elettricità e del 30% per il gas, il tutto con un mercato dell’energia estremamente instabile. E questo, a fronte del fatto che, secondo una valutazione pubblicata dal Comitato paritetico di controllo del Consiglio regionale, già nel 2021, in Lombardia, le famiglie in povertà energetica erano 230 mila, poco più del 5% del totale.
Per questo, con la nostra mozione, oltre alla proroga chiedevamo di reintrodurre meccanismi specifici per calmierare le bollette delle utenze domestiche, sia per il gas, sia per l’energia elettrica, con particolare attenzione ai nuclei con reddito più basso.
È vero che l’impegno è contenuto nel Pnrr, ma il Piano è stato pensato quando ancora i conflitti oggi presenti nel mondo non erano nemmeno immaginabili e il costo dell’energia non era ancora lievitato. Il Governo avrebbe potuto rinegoziare il passaggio con l’Unione europea per avere il tempo di costruire in modo graduale il percorso di passaggio al mercato, ma non l’ha fatto e per il centrodestra lombardo va bene così. In realtà, questo non è mercato libero, ma un trasferimento di una massa di utenti verso altri fornitori. Non si sta creando libero mercato, ma si sta distruggendo un soggetto in grado di garantire una maggior equità di prezzo per l’utente.
Matteo Piloni
consigliere regionale PD