Gregorio Mammì (M5s): «La proposta presentata dall’assessore regionale all’Housing Christian Rizzi, ovvero cercare un’intesa con Aler per garantire alloggi ai professionisti della sanità che vengono a lavorare a Milano, assomiglia più al gioco delle tre carte che ad una soluzione concreta. Con decine di migliaia di cittadini aventi diritto in attesa di un alloggio popolare, che senso avrebbe permettere al personale sanitario di saltare la graduatoria? I medici devono essere pagati il giusto, non sottopagati ma con una casa popolare sottratta peraltro a chi ne avrebbe maggior diritto. Il personale sanitario è vessato ogni giorno da gestioni politicizzate delle strutture, sottopagato, costretto a doppi e tripli turni, ma le risposte che arrivano da Regione Lombardia sono: “assunzione di medico tramite cooperative” e ipotetiche “case popolari per sanitari”. Mi chiedo se questi benefici saranno estesi anche per i sanitari delle strutture private? Basta con la campagna elettorale a spese di medici, infermieri e pazienti, basta con l’inaugurazione di “Case della comunità” vuote, il centrodestra prenda atto del proprio fallimento».
Così il consigliere regionale Gregorio Mammì, in merito alla delibera di Giunta per effetto della quale si propone di sviluppare le politiche abitative per il personale sanitario, tramite la messa a disposizione di alloggi a canone calmierato, e valorizzare il patrimonio ad uso non abitativo delle Aler per la sanità territoriale, attraverso l’erogazione dei servizi sociosanitari e, per i presidi territoriali, attraverso l’erogazione di servizi di prossimità.