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Ospedale. Costruire, smantellare e al cittadino l’onere di pagare

14 Gennaio 2024

L’ospedale che «non accoglierà pazienti con qualsivoglia patologia, ma solo quelli più gravi e bisognosi di procedure complesse» richiederà il sacrificio di quello attuale.

Quelli bravi a far di conto sentenziano che è da rottamare. Non c’è acido ialuronico che possa togliergli le rughe. Neppure un lifting estremo. Neanche un trattamento di rigenerazione cellulare. Dosi massicce di anabolizzanti sarebbero sprecate. Il sildenafil, che raddrizza anche i morti, acqua fresca. E anche la Madonna di Caravaggio avrebbe problemi a mantenerlo in vita.

La scossa salvifica potrebbero fornirla gli stakeholder, ma dovrebbero rinunciare alla gallina dalle uova d’oro. 

La buona parola di alcuni partiti sarebbe un incoraggiamento per la grazia, ma sono affetti da mutismo selettivo. Da timore reverenziale. Da carenza di attributi virili.

Poi c’è Ezio Belleri. Il neo direttore generale dell’Asst ha le carte in regola per rallentare il treno in corsa. Ha dichiarato di essere esperto nell’avvio di cantieri. È ferrato in materia. È di fresca nomina. È incalzato da 4 mila firme che contestano l’operazione.

Quelli bravi a far di conto non hanno esitazione a pronunciare la condanna a morte di un lavoratore esemplare tra i cinquanta e sessant’anni. Per costoro è più conveniente rottamarlo che intervenire per rimetterlo in pista. Dogmatici e manichei, più spietati di Robespierre e più sicuri del Papa quando parla ex cathedra, i caterpillar della distruzione non ammettono deroghe. Pollice verso, senza attenuanti e scappatoie.

Di parere opposto i bucanieri del Movimento per la riqualificazione dell’attuale ospedale. Ottimisti, credono ancora ai film di Frank Capra, con Gary Cooper che cede la propria eredità milionaria ai derelitti e si scontra con l’establishment, contrario alla donazione. Fiduciosi, reputano che il baby pensionato meriti un restauro e una resettata per permettergli di continuare a vivere ed essere ancora utile alla comunità.   Risparmiosi, giudicano uno spreco la costruzione dell’ospedale galattico e la demolizione del Calimero esistente.

I bucanieri sono i Susan Saradon impegnati a salvare Sean Penn Dead Man Walking – che attende di essere giustiziato, mentre la colonna sonora manda Bruce Springsteen che canta «Sorge un nuovo giorno e i miei sogni sono pieni, stanotte».  

Diffidenti, non si filano o si filano poco gli stakeholder altezzosi e tendenti alla tracotanza.  

Umili, ma non troppo, non apprezzano e crea loro prurito un ospedale network e un call center impegnato a smistare i pazienti in altri luoghi di cura non abilitati a viaggiare nei mondi extraterrestri.

Idealisti, credono che la qualità della sanità non si misuri unicamente dalla quantità di macchinari ipertecnologici e fantascientifici in dotazione. Che una buona assistenza non dipenda solamente dall’ingegneria genetica e dalle terapie personalizzate. Dagli investimenti sulla telemedicina.  

Pignoli, sostengono che l’attuazione dell’articolo 32 della Costituzione non si ottiene attraverso gli ingegneri informatici e overdose di app, ma con l’aumento dei medici di base e un miglior trattamento degli operatori sanitari.  Che non si raggiunge con nosocomi-astronavi, Discovery che traghettano pazienti nell’iperuranio della medicina spaziale. 

Pragmatici, sollecitano una sanità territoriale efficiente ed efficace. Premono per un impegno maggiore nella prevenzione. Insistono sulla tutela della salute come bene collettivo e non solo individuale. 

Promotori di una sanità pubblica forte, chiedono di arginare quella privata in continua espansione, senza tuttavia considerarla Belzebù. Insistono per una assistenza pubblica non subalterna a quella privata. Non residuale.

Quando tutto sarà privato, tutti noi saremo privati di tutto. (Da una vignetta per la difesa del Servizio sanitario nazionale). 

Precisi, quelli del Movimento hanno calcolato (Giorgio Mantovani, vittorianozanolli.it, 3 ottobre 2023) la convenienza del ricollocamento del maturo esodato rispetto alla sua sostituzione con un giovane sfrontato e rampante.

Al contrario, quelli bravi a far di conto, spingono per la realizzazione dell’ottava meraviglia del mondo e alla demolizione del presunto catorcio.

Il prezzo dell’abbattimento è stato fissato in 30 milioni di euro, cifra inserita nella «Tabella degli interventi in essere derivanti da specifiche assegnazioni regionali a destinazione vincolata» del Piano investimenti dell’Asst di Cremona per il 2024.  Si trova nella riga sotto i 250 milioni 702 mila 754,47 euro per la costruzione del Discovery. Cifra non comprensiva della spesa per gli optional che lo rendono fichissimo. Saranno realizzati con l’aiuto dei privati.

Il Piano, approvato dall’Asst il 28 novembre 2023 con Decreto 853, è stato dichiarato immediatamente esecutivo. Comprende interventi strutturali e acquisti di apparecchiature riguardanti tutte le strutture in capo all’Asst.  Tra gli investimenti sugli edifici è indicato un impegno di spesa di 4 milioni 550 mila euro per la ristrutturazione del reparto Pronto Soccorso e spazi adiacenti per separazione percorsi. Non è specificato se per l’ospedale di Cremona o per l’Oglio Po di Casalmaggiore. Si presume per il primo. 

Una decina di milioni verranno impiegati per l’adeguamento alla normativa antincendio e alla sistemazione della Terapia intensiva senza specificare in quale ospedale, ma è difficile pensare che siano tutti destinati per lavori fuori Cremona.

Altri 600 mila euro sono per adeguamenti edilizi e impiantistici del padiglione numero 8 dell’ospedale cittadino per la collocazione dell’ospedale di comunità. 

Ci sono altre voci, ma già queste cifre inducono a porre una domanda. Per quale ragione si investono milioni di euro in un ferrovecchio destinato a scomparire nell’arco di pochi anni?  E il riferimento non è alle apparecchiature, che sono necessarie e fra alcuni anni saranno obsolete e pronte per essere sostituite.

Anche la sistemazione del Pronto soccorso, qualora fosse per quello dell’ospedale di Cremona, è meritevole di plauso.  Resta però poco comprensibile perché si sia attesa l’agonia del paziente per intervenire.

Costruire e smantellare, al cittadino l’onere di pagare.

Banale e populista. Ma così è, senza una spiegazione esauriente di quelli bravi a fare di conto. 

Nel frattempo, i bucanieri del Movimento invitano i cittadini a partecipare all’assemblea che terranno sabato 27 gennaio alle 16, al centro civico Cascinetto, via Maffi 2.

 

Antonio Grassi

 

 

 

 

 

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