Alcuni giorni fa, a proposito dello scippo della importante Mostra internazionale del bovino da latte, avvenuto col silenzio-assenso dell’assessore bresciano all’agricoltura e col fattivo intervento del conterraneo presidente nazionale della Coltivatori diretti, stigmatizzavo la ignavia politica che ristagna da anni a Cremona sia delle associazioni di categoria che dei partiti, suggerendo con convinzione di trovare per questa nostra città una sua caratterizzazione che le dia quello spazio politico che certamente nei numeri non ha. Per fermare l’ingordigia bresciana occorreva infatti una continua vigilanza e altrettante capacità politiche che a Cremona sembrano rinsecchite. I nostri vicini ‘de Brèsa’, ignorando rozzamente ragioni storiche e culturali altrui, hanno fatto valere la loro dimestichezza con i numeri: «In Italia un bovino su quattro si trova in territorio lombardo: dei circa 6 milioni di bovini italiani il 25% (un milione e mezzo di capi) è in Lombardia, regione che può vantare oggi oltre 12.600 allevamenti.… la Lombardia detiene anche la leadership per gli impianti di macellazione, trasformazione e lavorazione delle carni: il 20% dei bovini macellati in Italia vengono macellati in territorio lombardo, e la percentuale sale al 46% per le vacche a fine carriera. Tra le province lombarde il primato – nel settore dell’allevamento dei bovini – va a Brescia, provincia nella quale si trovano il 28% degli allevamenti, il 32% dei capi e il 47% dei vitellini sotto i sei mesi.» (http://www.universofood.net/2019/04/08/allevamento-dei-bovini-lombardia/ )
A mente fredda, va aggiunta però una considerazione di cui pare non abbiano tenuto conto i nostri ‘furbi’ vicini. Com’è ben noto, l’Italia è impegnata con l’UE ad un pesante, quanto virtuoso, taglio delle emissioni di CO2: in soli dieci anni il 55% di quelle del 1990, ovvero ridurre di circa i 2/3 quelle attuali. Se è anche vero che l’agricoltura ne è responsabile per il 7%, la zootecnia di questo 7% lo è per il 75%, ovvero il 5,2% del totale. Se l’abbattimento di questo gas serra dovesse essere equamente spalmato su tutte le sue fonti, cosa che per la zootecnia non sarà, quante sarebbero le vacche che andrebbero eliminate? In Lombardia circa un milione, nel Bresciano circa 300 mila! Quanto varrebbe ancora l’immagine della Mostra internazionale del bovino da latte?
A prescindere da questa ultima ipotesi, occorrerà insistere perché le persone di buona volontà di questa città si adoperino perché si costruisca una nicchia di eccellenze e, grazie a questa, Cremona possa essere una presenza importante a livello almeno regionale. L’alternativa è la sua consunzione.
Benito Fiori
per “ABC-Alleanza Bene Comune-La Rete