I cittadini che abitano in zona porta Mosa, piazza della Pace e dintorni sono giunti al limite della sopportazione. Si moltiplicano le serate di intrattenimento con musica ad alto volume che toglie il sonno e la tranquillità. Facendosi portavoce del malcontento della gente, il capogruppo del Movimento 5 stelle in consiglio comunale, Luca Nolli, lo scorso 14 giugno ha presentato un’interrogazione per stabilire la responsabilità del Comune per la rumorosità della movida cittadini.
Nolli fa presente la sentenza della Corte di Cassazione del 23 maggio 2023 che ha ammesso la responsabilità del Comune di Brescia per le immissioni di rumore nell’abitazione di privati prodotte dagli avventori di alcuni esercizi commerciali ubicati nel quartiere oltre l’orario di chiusura. Il Tribunale ha condannato il Comune “a far cessare le immissioni di rumore ovvero ad adottare le cautele idonee a riportare alla normale tollerabilità le immissioni medesime, predisponendo un servizio di vigilanza per tutte le sere dal giovedì alla domenica nei mesi di maggio ad ottobre, con impiego di agenti comunali che si adoperino entro la mezz’ora successiva alla scadenza dell’orario di chiusura degli esercizi commerciali, a far disperdere ed allontanare dalla strada comunale le persone che stazionano lungo la stessa”.
La Cassazione, nell’accogliere il ricorso, chiarisce che la tutela del privato che lamenti la lesione, anzitutto, del diritto alla salute costituzionalmente garantito e incomprimibile nel suo nucleo essenziale ma anche del diritto alla vita familiare convenzionalmente garantito dalla Corte europea per i diritti dell’uomo e della stessa proprietà, che rimane diritto soggettivo pieno – sino a quando non venga inciso da un provvedimento che ne determini l’affievolimento – cagionata dalle immissioni (nella specie, acustiche) intollerabili, provenienti da area pubblica (nella specie, da una strada di Brescia della quale la Pubblica Amministrazione è proprietaria), trova fondamento, anche nei confronti della Pubblica amministrazione, anzitutto nelle stesse norme. La Pubblica amministrazione è tenuta ad osservare le regole tecniche o i canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni e, quindi, il principio del neminem laedere, con ciò potendo essere condannata sia al risarcimento del danno patito dal privato in conseguenza delle immissioni nocive che abbiano comportato la lesione di quei diritti, sia la condanna al fine di riportare le immissioni al di sotto della soglia di tollerabilità.
‘Ritenuto che a Cremona si evidenziano le stesse problematiche evidenziate nella sentenza e, oltre a queste, vi sono problematiche simili per quartieri della nostra città a ridosso di aree industriali – scrive Nolli – si chiede al Sindaco e alla Giunta:
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come il Comune intende tutelare i suoi cittadini da queste fonti di rumore onde evitare cause simili anche sul nostro territorio;
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se ha già intrapreso o intende intraprendere opere o azioni atte a limitare queste fonti di rumore. Sia per quando riguarda la movida notturna che le realtà industriali.
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se vi sono attività di rilevamento del rumore in queste aree (centro cittadino e quartiere Cavatigozzi) per tutelare la salute dei cittadini.
All’interrogazione ha risposto l’assessore all’Ambiente Simona Pasquali: ‘Riferendosi solo alla zona della cosiddetta movida va specificato che i pubblici esercizi per poter operare, al momento dell’apertura dell’attività, presentano mediante un tecnico competente in acustica, una specifica valutazione di impatto acustico relativa al proprio locale. Nell’ambito di tale documento viene effettuata una analisi del possibile impatto acustico derivante dall’attività considerando le fonti sonore, con riferimento al contesto in cui lo stesso viene inserito. Questo per quanto concerne il regime ordinario dell’attività. In caso di manifestazioni rumorose di carattere temporaneo, quali ad esempio un concerto, un cantiere di una certa durata, una manifestazione sportiva o altro, è necessario che il proponente richieda una specifica autorizzazione (deroga acustica) mediante istanza all’ufficio ambiente-ecologia del Comune. Le deroghe per i locali vengono rilasciate dall’ufficio competente e vengono concesse dopo aver verificato che non ci sia sovrapposizione con eventi o con altre deroghe rilasciate per la stessa data ad altri esercenti della stessa zona che hanno presentato la domanda precedentemente, per contenere il disturbo che possa derivare ai residenti. Le domande devono pervenire agli uffici 15 giorni prima del momento musicale e le deroghe prevedono musica fino alle 24 con abbassamento del volume dalle 23. L’atto contiene precise prescrizioni sia in termini di decibel massimi derogati, sia per l’utilizzo di strumentazione dotata di controllo e regolazione del volume. Quindi è chiaro che avviene un controllo sulle sovrapposizioni di eventi ed anche sul volume’.
‘Per quanto riguarda gli eventi – prosegue l’assessore Pasquali – tutto ciò che non è legato ad un singolo esercente ma che invece vede in campo un organizzatore che non può essere persona fisica, le deroghe vengono discusse ed approvate dalla Giunta in sede di rilascio di patrocinio, sempre tenendo conto dei luoghi, del contesto e del possibile disturbo. Se l’evento dura più di due giorni viene emessa l’ordinanza sindacale e poi il rilascio della deroga acustica, altrimenti direttamente la deroga. I controlli vengono eseguiti sia sui decibel della musica che sul controllo finita la musica sulle persone rimaste nel locale o nel plateatico. Si è aperto un tavolo di confronto con i vari esercenti per collaborare e trovare una mediazione rispetto alle diverse posizioni che vedono da un lato la necessità di garantire e tutelare l’assoluto diritto al riposo dei residenti contenendo le emissioni rumorose eccessive che creano disturbo, dall’altro la garanzia di consentire alle attività di poter organizzare piccoli intrattenimenti musicali, soprattutto nelle aree del centro. ARPA viene attivata solo alla presenza di esposti ufficiali, con avvio di uno specifico procedimento e verifiche acustiche. Se la cosiddetta movida è regolata da quello che ho prima elencato, per quanto riguarda le attività industriali, queste sono autorizzate mediante uno specifico procedimento ambientale, che nelle realtà industriali più importanti viene denominato AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) in capo alla Provincia. Non può pertanto essere il Comune l’ente che controlla direttamente queste attività, perché il procedimento di autorizzazione all’attività industriale non è assolutamente paragonabile a quello di un plateatico in centro’.
A seguire l’assessora alla Sicurezza Barbara Manfredini ha ricordato che, prima della sentenza della Corte di Cassazione, è stato approvato l’aggiornamento del Regolamento della Polizia Locale e convivenza civile che, all’articolo 30, prevede misure rispetto al problema sollevato. ‘Si sta lavorando con i rappresentanti di tutte le categorie coinvolte e vi è già stato un primo incontro con i titolari dei pubblici esercizi di piazza della Pace e di altre attività lì presenti per trovare una soluzione finalizzata al rispetto delle regole per una civile convivenza – ha precisato l’assessore -. A questo incontro ha partecipato anche ARPA. Verrà avviata una campagna di comunicazione non solo attraverso materiale cartaceo ,ma anche a mezzo social per stimolare l’attenzione sui singoli comportamenti da tenere per una consapevolezza di vivibilità sociale in modo da raggiungere il maggior numero di persone possibile’.
2 risposte
Vogliamo provare a offrire qualcosa ai nostri ragazzi e anche ai cittadini in generale? Sono d’accordo che non sempre gli stessi debbano sopportare il rumore e il disagio, ma qualsiasi cosa a Cremona dà fastidio: dalla musica , ai mercatini, agli artisti di strada, alla maratonina…tutto! Tra pochi giorni ritornerà la manifestazione dei DJ in piazza Stradivari…
Bellissima la risposta della assessora e della presidente del consiglio Comunale ma il problena esiste e il casino indicibile quindi dovete controllare e mandare i vigili
Siete solo capaci di parlare e di scrivere a vanvera