Non riesco ad accettare l’idea che, per rendere più prestigioso il neonato Museo Diocesano di Cremona, siano state sottratte alla loro collocazione storica opere di pregio come la tavola di Sant’Agata che ammiravo nella mia chiesa parrocchiale sin da quando ero un ragazzino. Operazioni di questo tipo si dovrebbero fare solo per brevi periodi, oppure nel caso di opere a rischio di distruzione o difficilmente in altro modo ammirabili dal pubblico. Viceversa il museo dovrebbe essere concepito come uno strumento che agevoli la ricerca delle opere sul territorio, contribuendo a realizzare così quello che si chiama ‘il museo diffuso’, agevolando così la conoscenza del territorio e l’orgoglio dei residenti.
Michele De Crecchio
Una risposta
Bravo Michele, così facendo si farebbe vera cultura.