New Spirit by Giudy di via Capitano del Popolo chiude. Non è una chiusura forzata, come tante purtroppo accadono nel cuore del centro storico di Cremona, perché non lavorano. Il negozio va bene. “Dopo 43 anni e 7 mesi vado in pensione” – spiega la titolare (nella foto centrale), che da sola gestisce il suo commercio di gioielleria. “Voglio non perdere un giorno degli ultimi anni di vita della mia mamma”.
“Non trovo nessuno che voglia subentrare – continua -. E’ un peccato! Ho incontrato ragazzine, sarebbero adatte, ma mi chiedono se si lavora anche il sabato! Si lavora soprattutto il sabato! Ho le bancarelle del mercato davanti. C’è grande passaggio di persone. Giovani donne che hanno voglia di impegnarsi in questa attività sarebbero il mio passaggio di testimone ideale, ma anche persone che hanno un negozio simile in periferia, che non lavora. Qui si lavora. Siamo nel centro delle cose. Io non mi perdo una manifestazione, un evento, una scusa per fare comunità: fosse un aperitivo, un po’ di musica, in questa via siamo una grande famiglia che sarà traumatico lasciare”.
Giudy chiude un negozio in salute che è una bomboniera. “Io qui lascio un pezzo del mio cuore”. Si respira il suo gusto, la sua solarità, il suo generoso sorriso.
Parliamo di soldi. “Per subentrare l’investimento è di 25 mila euro. L’affitto, i muri non sono miei, è di mille euro al mese. Ci si sta dentro. Qui è tutto nuovo. Persino le tende fuori. Lascio un piccolo gioiello”. Come quelli che ha in mostra.
Il punto nodale è che Giudy non vende solo un braccialetto, perfetto per un regalo, vende il suo modo di fare. Il valore aggiunto è proprio lei. C’è un amore particolare che sa vestire le cose di luce, Anche il più piccolo pacchettino è presentato con cura e ricerca. Giudy decora anche lo spazio interno ed esterno. Ieri ha comprato le spighe e le gerbere da mettere all’ingresso. Ha una sensibilità estetica che fa la differenza. Il successo della sua offerta è proprio la personalizzazione. E l’intelligenza: sa dosare qualità e prezzo. Gli oggetti sono molto carini. Li puoi avere senza svenarti. “Io mi sbatto in sacco – spiega -. La domenica quando non sono in negozio vado in giro a cercare nuovi pezzi. Qui si lavora sempre”. Lo ‘sbattimento’ si vede. Tutto.
Come sono i cremonesi? Tu li conosci bene. Chiedo a bruciapelo.
“Da qui passa di tutto, hanno bisogno di parlare. Soprattutto gli anziani. Entrano persone che ti raccontano la loro vita. Le faccio sedere. Le ascolto. A volte arrivano con occhi tristi. Si lamentano. Le faccio ridere. Il sorriso, la gentilezza, l’empatia sono cose piccole, eppure tutti dovremmo impararle. Poi entrano tanti giovani: l’orecchino che la mamma non approva, il regalo di compleanno, il pensiero per la moglie e l’amante”.
E’ il valore del negozio di vicinato. Un occhio che vede tutto. Con discrezione e savoir faire.
“Ho la fobia dei cani e dei gatti. Sto proprio male. Ma cerco di essere affabile quando entra qualcuno con il suo cane. La metto sul ridere. Mi capiscono sempre”.
Trasferire uno stile nell’approccio con il cliente credo sia la cosa più difficile.
“Sono disponibile ad affiancare tre mesi il nuovo gerente, posso insegnare tutto, a distinguere una pietra dura da una pallina di plastica. Nel mio negozio c’è tutto, dalla bigiotteria al pezzo più nobile. Molti sono spaventati, temono di non essere all’altezza perché non conoscono bene il prodotto che devono vendere. Tranquilli, vi do una mano io”.
Sulla vetrina c’è uno script filosofico: ‘Per essere insostituibili bisogna essere unici’.
“Sì – conclude Giudy -, non bisogna avere paura di essere unici. E’ una scoperta che si può fare anche con un piccolo aiuto”.
Francesca Codazzi