Sono stata piacevolmente sorpresa nel vedere la sala del Filo stracolma di partecipanti al primo incontro pubblico promosso dal Movimento Riqualificazione Ospedale al quale ho aderito da subito. Con le parole della preparatissima Anna Maramotti, architetto e presidente di Italia Nostra sezione Cremona, abbiamo avuto l’ennesima conferma che il nostro ospedale cittadino, nei fatti è tutt’altro che obsoleto e inutilizzabile. È stata l’incuria degli ultimi direttori generali, la tendenza della giunta regionale a concentrarsi più sul privato che non sul pubblico a rendere sempre più pieno di ostacoli il percorso per lavorare bene al meglio del personale sanitario, ad esempio con una burocratizzazione eccessiva e un sistema informatico inefficace.
La medicina, come ogni altra scienza, è in continua evoluzione, e la risoluzione dei tanti problemi non si attua di certo buttando giù una struttura da 1200 posti per metterne una nel giardino adiacente con un terzo della capienza.
Le tecnologie consentono di attuare ottimi restauri, rendere la struttura antisismica, ridurre le dispersioni energetiche con nuovi accorgimenti, e il tutto ha comunque un costo nettamente inferiore alla attuale spesa prevista per il nuovo progetto e l’abbattimento del vecchio monoblocco. Ristrutturare, conservare è una forma di cura anche per l’ambiente, perché evita un inutile consumo del suolo.
Sono rientrata in questi giorni da un interessantissimo incontro con l’europarlamentare Mariangela Danzi, tenutosi a Bruxelles. Ebbene, la tematica del diritto alla salute è molto sentito sia a livello europeo, nazionale e regionale. Nella commissione sanità della Regione Lombardia, la nostra consigliera Paola Pizzighini, ci ha esposto tutto il lavoro che si sta cercando di fare per invertire la rotta contro lo sfascio della sanità pubblica. Negli ultimi anni, le cifre stanziate per le mega cliniche sono sette volte superiori a quelle per gli ospedali pubblici. Ecco perché, anche se la strada è sicuramente in salita, dobbiamo continuare a sensibilizzare tutti i cittadini su cosa veramente rappresenta il progetto del nuovo ospedale.
Non ci regaleranno un “parco della salute” ma un costosissimo contenitore vuoto Per riempirlo di professionalità, ci vorranno altri finanziamenti (non ancora preventivati). Allora, sempre più convintamente No al nuovo progetto. Sì alla riqualificazione di quello che abbiamo, il nostro ospedale cittadino!
Paola Tacchini