Lo scorso 9 aprile il Senato ha approvato all’unanimità la legge che istituisce l’Ordine delle professioni pedagogiche ed educative costituito dall’albo dei pedagosti e da quello degli educatori professionali socio-pedagogici.
Educatori e pedagogisti saranno dunque obbligati ad iscriversi ai loro rispettivi albi entro il prossimo 6 agosto per poter esercitare la propria professione.
Come Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti/e contestiamo questa legge (sulla quale maggioranza e opposizione si sono trovati d’accordo) non solo per la sua inutilità in quanto i lavoratori hanno già dimostrato di essere in possesso dei requisiti necessari ad esercitare la professione al momento dell’assunzione, ma anche per i costi che si ripercuoteranno ogni anno sulle loro tasche, come l’iscrizione all’albo, i corsi di formazione e l’assicurazione.
Non è con un albo che si valorizzano due importanti professioni come quelle educative e pedagogiche, ma con il riconoscimento di un salario più dignitoso di quello che viene corrisposto loro attualmente.
Uniamo quindi la nostra voce a quella dei sindacati di base chiedendo il ritiro della legge 55 e la salvaguardia di tutti i posti di lavoro qualora qualcuno rifiuti d’iscriversi all’albo.
Partito della Rifondazione Comunista Cremona
Giovani Comunisti/e Cremona
No alla Legge 55/2024, no alla scadenza del 6 agosto. Bisogna tutelare la professionalità senza mettere a rischio occupazione, servizi e condizioni contrattuali.
USB dichiara la propria contrarietà alla legge n. 55 del 15 aprile 2024 ovvero l’iscrizione all’albo dell’Educatore Professionale Socio – Pedagogico. Il 9 aprile 2024 è stata approvata la Legge su “Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali”: su 135 votanti, i voti favorevoli sono stati 129, con zero contrari e 5 astenuti.
La nostra contrarietà riguarda l’obbligo d’iscrizione all’albo per tutte le educatrici e gli educatori socio pedagogici, non solo in libera professione ma anche per quelli che operano sia a gestione diretta che in appalto sia presso cooperative che in altre aziende private in appalto o convenzione. Non ha nessun senso istituire un albo per una professione che viene svolta prevalentemente come lavoro dipendente (pubblico o privato) per la quale il datore di lavoro al momento dell’assunzione o di un inserimento in una graduatoria ha già verificato le competenze e titoli della candidata/o. È assurdo che in diverse regioni si sia attivato da pochi giorni il Commissario presso i tribunali e che ci sia una scadenza così ravvicinata, il 6 agosto in pieno periodo estivo, e con una confusione inaccettabile sui requisiti e procedure.
L’obbligo di registrarsi a questo albo, inoltre, rischia di essere molto oneroso non solo per le quote di iscrizione, ma, in analogia a quanto accaduto per altri ordini professionali, per i successivi obblighi che possono venire imposti, tipo assicurazioni obbligatorie, corsi a pagamento ecc… Il prestigio o meno delle professioni educative non passa attraverso l’iscrizione ad un albo: piuttosto vogliamo che questo riconoscimento passi per veri e consistenti aumenti contrattuali mentre nella realtà agli educatori spettano solo salari da fame e precarietà.
Chiediamo che vengano tutelati tutti i posti di lavoro, che nessuno/a possa essere demansionato o addirittura licenziato/a per questa assurda pretesa dell’obbligo di iscrizione all’albo professionale, anche in considerazione della estrema frammentarietà dei percorsi formativi e di riqualificazione gestiti a livello regionale.
Come USB non solo chiediamo che venga rimandata a data da destinarsi la scadenza del prossimo 6 agosto ma di escludere da tale obbligo tutte le educatrici e educatori socio pedagogici che operano in regime di lavoro dipendente sia privato, cooperativo o pubblico.
USB Lavoro Privato Cooperative Sociali