Egregio direttore,
ho letto con interesse l’intervento del dottor Giuseppe Inama, che attualmente lavora presso una clinica privata, e mi sono chiesta quale sia il nuovo ospedale di Trento cui fa riferimento perché venga replicato sul nostro territorio, non tanto nella forma, ma per contenuti e “innovazione”. Sarà forse il nuovo ospedale di Trento in gestazione dal 2011 e ancora bloccato dall’ultimo ricorso, presentato al Consiglio di Stato il 20 novembre 2023? La storia di questo nuovo ospedale è talmente travagliata che quando giornali e tv locali, testate Rai
comprese, ne parlano usano la definizione “il caso del nuovo ospedale di Trento”. Dopo aver bandito una prima gara, giunta fino al progetto preliminare, la Provincia autonoma di Trento ha
revocato l’appalto e deciso di ripartire da zero, come nulla fosse avvenuto, come se tutti i soldi finora impiegati, anche i ricorsi costano e parecchio, fossero piovuti gratis dal cielo. E cosi, a distanza di 12 anni, sarà bandito un altro concorso di progettazione per una cifra intorno ai 37
milioni, visto che il nuovo ospedale, se mai sarà costruito, assorbirà ben 550 milioni, 272 in più rispetto alla spesa iniziale di 278 milioni.
E’ proprio di tutto ciò che noi cremonesi abbiamo bisogno? Direi proprio di no, visto che di opere bloccate da anni ne abbiamo già, come la mai finita palestra di San Felice ed il parcheggio di via Dante, iniziato “solo” nel 2019.
Celestina Villa
Una risposta
La brava Celestina Villa ha dimostrato che il re è nudo. Dopo 13 anni l’ospedale di Trento non ha ancora visto il primo mattone. Non abbiamo bisogno di nuovi immobili, abbiamo bisogno di medici, infermieri, OSS, terapisti, tecnici, amministrativi, operai manutentori. abbiamo bisogno di macchinari d’avanguardia e di tecnici che li sappiano fare funzionare. Non un nuovo ospedale, ma una medicina in grado di rispondere al bisogno di salute, un diritto fondamentale costituzionalmente garantito.